Colombia - Marialabaja: nessuno mai ci proibirà di sognare

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Carissimi Amici di Marialabaja,
un cordiale saluto a tutti voi e il desiderio che stiate tutti bene. Mi riprometto continuamente di scrivere agli amici ma il tempo passa e sono "puntualmente" in ritardo. Non dimentico comunque nessuno perché quello che posso fare in questo territorio è possibile solo grazie a Dio, a voi e alla vostra solidarietà. Ho completato il primo anno di permanenza in Marialabaja e sono contento di comunicare con voi per esprimere il mio grazie innanzitutto al Signore e a voi tutti che mi siete stati vicino. Un anno bello e simpatico con la nostra gente che non smette di stupirmi e di sorprendermi piacevolmente.

Sto cercando di prendere il ritmo scandito anche qui da alcuni avvenimenti ma spesso imprevedibile. Gli studenti sono tornati a scuola e certamente questo segna un ritorno alla normalità ma ci sono altri ritmi, soprattutto per i contadini che aspettano ansiosamente il tempo del raccolto per disporre di alcune risorse che possono assicurare un futuro migliore per i figli senza dover emigrare come succede continuamente verso le grandi città o Paesi vicini come Venezuela o Panama.

Un ritmo speciale qui da noi è scandito dalla politica o meglio dalla "politicheria" con le diverse elezioni amministrative e politiche con grande sfoggio di discorsi e feste a base di birra e rum, balli e divertimenti di ogni tipo. Non si può dimenticare che il Municipio è la più grande impresa del paese e con un sindaco amico si può sperare in un posto di lavoro, diversamente non servono ne i titoli ne la capacità professionale.

Anche da un punto di vista religioso esiste un certo ritmo scandito dalle feste principali come Natale e la Settimana Santa ma quello che più si vive con intensità e partecipazione popolare è certamente la festa del Santo Patrono delle diverse comunità con manifestazioni religioso-culturali non facili da capire per noi ma assolutamente coinvolgenti e partecipate dalla nostra gente che si esprime soprattutto con balli fino all'esaurimento.

Ogni tanto qualche novità scuote il paese e tutta la regione. Il 9 dicembre dello scorso anno 936 famiglie hanno dato vita a una invasione di terreni vicino al paese. Molti si sono poi ritirati ma la maggioranza aspetta, inutilmente per adesso, una soluzione al loro problema di uno spazio per costruire almeno una capanna di fango e paglia dove rifugiarsi.

Nel mese di marzo la presenza della guerriglia appena fuori paese ha suscitato un certo allarme dileguatosi poi dopo le elezioni amministrative. Gli scontri sono avvenuti e continuano ad avvenire lontano dal centro e quindi nessuno si preoccupa anche se arrivano famiglie di sfollati che spesso proseguono per la città di Cartagena.

La nostra presenza su tutto il territorio ci permette però di renderci conto personalmente della complessità della situazione e della necessità di alcuni interventi per assicurare la tranquillità e il progresso della regione. Facciamo del nostro meglio annunciando il Vangelo e favorendo condizioni di vita dignitosa con la nostra gente.

Ci sono stati anche dei cambi significativi nel nostro gruppo di missionari: sono partiti i due Padri africani (P. Peter del Kenya e il P. Gabriel dell'Etiopia) e ci accompagna il colombiano P. Henry Taborda di Manizalez. Con le due missionarie laiche Julia Patricia e Margarita integriamo il gruppo di lavoro della missione, ci sentiamo molto bene e aspettiamo altri laici che ci possano accompagnare in una missione come questa dove c'è posto per tutti!

Intanto continuiamo con le diverse attività. Hanno ripreso a funzionare le "scuolette" e abbiamo aumentato il numero dei bimbi (adesso 180) e delle maestre (9 + una coordinatrice) soprattutto per venire incontro alle necessità delle famiglie dell'invasione situata proprio nei pressi della "scuoletta" San Martin de Porres. I bambini appartengono alle famiglie più povere. Con queste famiglie vorremmo iniziare anche dei piccoli progetti produttivi che possano favorire l'economia famigliare e permettere un miglioramento della qualità di vita.

Proprio in questi giorni, abbiamo avuto un incontro del Comitato per le scuolette e i genitori (la maggioranza assoluta mamme senza marito) che hanno dimostrato interesse sia a corsi di alfabetizzazione che a iniziative produttive. Queste iniziative potrebbero anche rinforzare il piccolo fondo comune alimentato per adesso solamente dai padrini italiani che ci stanno aiutando. Abbiamo optato per il "fondo comune" perché spesso i bambini non giungono fino al termine dell'anno scolastico per l'estrema povertà delle famiglie che si spostano verso altri territori.

Manteniamo però il numero integrando nuovi bambini che vivono nelle stesse condizioni di povertà assoluta. Vorremmo naturalmente arrivare a tutti i bimbi poveri e denutriti del territorio con altri programmi minimi ma per adesso questo è un sogno proibito anche se nessuno mai ci proibirà di sognare come sogna "Dio Padre di tutti".

Oltre le "scuolette" seguiamo sempre il Centro di formazione della "Consolata" e con la nostra gente, soprattutto con i giovani, vogliamo realizzare una "Cittadella sportiva" in un terreno di tre ettari comprato anni fa dal P. Salvatore Mura. Intanto con la Archidiocesi di Cartagena siamo adesso impegnati con la "Missione permanente" per risvegliare le nostre comunità cristiane. La gente sta rispondendo positivamente e vediamo prospettive interessanti. In questi giorni viviamo con intensità la Settimana Santa attenti allo spirito della liturgia e alle tradizioni del nostro popolo.

Naturalmente ricordiamo tutti voi con affetto e simpatia e vi auguriamo una Santa Pasqua nel Signore Gesù morto e risorto.

P. Beppe Svanera, imc
Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:29

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