Kenya: Marsabit – ancora razzie, violenze e morte.

Published in I missionari dicono
Marsabit ancora una volta è diventata l’arena di furti, violenza e spargimento di sangue. Sembrava che dopo gli ultimi episodi di due anni fa, fosse ritornata la pace, la convivenza pacifica, l’armonia fra le diverse tribù che vivono in quell’area. Sembrava che i moniti del nostro Vescovo Ravasi avessero toccato il cuore delle tribù e che li avesse convinti a convivere pacificamente, senza violenza, furti e razzie.

Ma questa volta la razzia non è stata causata dalle diverse tribù, bensì dalle milizia militare Etiopica che in due mesi ha invaso il territorio Keniano due volte, spingendosi fino a 50 Km e rubando, distruggendo tutto quello che poteva, e uccidendo chi tentava di resistere.

Tutto questo è capitato nella nostra Diocesi di Marsabit, e nelle vicinanze di North Horr, una delle missioni della Diocesi di Marsabit, retta dai Sacerdoti Tedeschi Fidei Donum.
Tutto è iniziato un mese fa, quando la guerriglia etiopica ha invaso il villaggio di El-hadi portando via migliaia di mucche dopo una battagli feroce fra le forze invadenti e quelle Keniane. Quello è stato l’allarme. Nelle ultime due settimane, come ha dichiarato un anziano del villaggio di Dukana, nel distretto di Marsabit, “c’era una tensione molto alta fra la gente del villaggio per voci che correvano di un’altra imminente incursione.”

L’incursione è stata portata a termine la mattina del 27 di Agosto. Il Deputato di quel distretto, l’On. Ukur Yattani, dopo aver visitato alcune aree ove la razzia e la lotta è stata più crudele, ha dichiarato che “più di 600 razziatori armati hanno violata la frontiera e sono entrati nel territorio Keniano attorno al Villaggio di Dukana, ed hanno ingaggiato i militari Keniani in una lotta violenta dalle cinque del mattino fino a mezzogiorno.” Un primo bilancio della razzia da per morti almeno sette persone, decine di persone ferite e villaggi semi-distrutti. Quando le truppe Etiopiche si sono ritirate, hanno portato con loro circa 700 cammelli, 2000 mucche, 500 pecore e 600 somari da trasporto.

Un bottino inimmaginabile, una ricchezza enorme scomparsa dal territorio Keniano nel giro di qualche ora. Ma le cose non sono andate proprio così. Le riserve militari Keniane di quel distretto si sono mobilitate e sono state abili a respingere gli invasori, a circondare tutti gli animali che marciavano verso l’Etiopia e a farli ritornare sulle loro piste recuperando quasi tutto il bottino. Però sia il membro del parlamento, Ukur Iattanti, che i Capi locali, al momento di ringraziare le truppe Keniane per l’intervento, anche se un pó in ritardo, hanno notato che il villaggio di Dukana ha solo 5 poliziotti, mentre ne dovrebbe avere almeno 30.

Poiché questa è stata un’invasione armata di militari, i poliziotti non sono più sufficienti in quell’area così duramente colpita ma ora ci dovrebbe essere un contingente militare, per la difesa della gente e delle loro proprietà. Il Ministro della Sicurezza Interna, Mr. John Michuki, ha promesso un mese fa che avrebbe inviato riserve militari sulla frontiera con l’Etiopia e le avrebbe armate con armi più moderne. La gente però non si sente sicura, anzi si sente abbandonata ad una sorte molto incerta e pericolosa.

I nostri missionari di Noth Horr sono completamente nelle mani di Dio, fiduciosi che il loro lavoro di pacificazione nel presente, e d’incoraggiamento per il futuro, porterà i suoi frutti. Chiedono preghiere da tutti noi perché la loro presenza e la loro pastorale sia di aiuto e tutti per non perdere la speranza nell’assistenza di Dio.

Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:29

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