Ciò avrebbe non solo evitato alle zanzare di penetrare e di pungere la persona, ma addirittura avrebbe tenete lontano le zanzare, e sarebbero uccise se cercavano di penetrare nella zanzariera.Per giunta, il dormente non avrebbe sentito il rumore delle zanzare volanti attorno al letto. La cosa mi sembrò un po’ strana, ma l’accettai sulla parola di quel giovane.
Ed ecco che dopo un anno di uso della zanzariera, non solo non ho mai preso la malaria, ma ho mai sentito il ronzio della zanzare che mi dava un fastidio a non dire, al punto che a volte non mi permetteva di riposare. Il processo di mettere a bagno la zanzariera si ripete alcune volte all’anno, e il risultato rimane sicuro.
Questo metodo preventivo della malaria fu raccomandato dal Ministero della Salute e diverse NGO, tra cui specialmente la Population Services International (PSI), i quali investirono molto denaro per procurare il maggior numero possibile di zanzariere. Ma diverse difficoltà rendevano l’uso di questo metodo preventivo molto complicato e costoso. Quanti possono procurarsi una zanzariera? Oppure, quanti hanno un letto attorno a cui si può appendere la zanzariera? Senza dire che tanta gente, specie nelle zone calde, dorme all’aperto e quindi impossibile usare la zanzariera
La consapevolezza di queste limitazioni, ed il vivo desiderio di salvare tante persone dalla malaria, spinse la Sig. Elisabeth Kimani, un membro del Centro della Salute e Popolazione di Nairobi, a tentare un’altra via pur di ottenere lo stesso risultato e mantenere il costo del trattamento molto basso.
La Sig. Kimani pensò di applicare lo stesso trattamento delle zanzariere ai vestiti della gente, specie dei bambini, per vedere se i risultati erano soddisfacenti e se ciò evitava conseguenze poco piacevoli alle persone. Il Centro in cui lavora le diede un grant che le permetteva di fare una studio su questo suo progetto. Essa si circondò di 197 volontari, e assieme per quattro mesi condussero i loro sperimenti nel campo di rifugiati chiamato Dadaab, nel Nord del Kenya, in una zona molto malarica, con una densità alta di zanzare e un percentuale di morti molto grande.
Divisero i rifugiati in due gruppi: uno che avrebbe usato i vestiti lavati nel Permethrin, e l’altro nell’acqua naturale. I vestiti venivano lavati o con Permethrin o senza, ogni due o tre settimane. I risultati ottenuti furono più che soddisfacenti. La densità delle zanzare, nel gruppo i cui vestiti venivano lavati on Permethri e l’incidenza di malaria diminuìrono drasticamente fino al 70% dei casi. Ma siccome questo insetticida uccide non solo le zanzare, ma anche insetti, gli utenti si sentirono liberati dalle pulci e pidocchi che normalmente infestano il luogo dove dormono.
La reazione del World Health Organization (WHO) dell’ ONU e di alcuni gruppi di Ambientalisti hanno fatto notare che l’insetticida Permethrin non solo uccide insetti, ma anche pesci e piccoli mammiferi, e quindi hanno espresso pareri un po’ negativi sull’uso indiscriminato di questo insetticida. La Sig. Kimani ha ammesso “che la sua ricerca ha bisogno di ulteriori studi”. Però al momento, sia lei che i suoi colleghi, affermano che “nelle persone umane questo insetticida è rigettato dal fegato che riesce ad espellerlo. E siccome non si accumula nel corpo, almeno per un trattamento non molto lungo, si pensa che non sia di danno alle persone.”
Lei si augura che altri progetti simili possano essere effettuati e che “i dati delle ricerche si accumulino e confermino l’uso innocuo alla persona, ma efficiente nella prevenzione della malaria, sui vestiti di questo insetticida e il WHO possa accettarlo e raccomandarlo.”
Se la Sig. Kimani e i suoi collaboratori hanno ragione, un semplice lavaggio ogni qualche settimana dei vestiti che normalmente si usano potrebbe essere di grande aiuto nella lotta per la prevenzione della malaria e salvare milioni di persone da questo flagello umano.