All’ombra delle parole di Gesù potrei riassumere lo scopo delle mie vacanze in tre parole:
Riposare. Nel limite del possibile posso affermare che mi sono riposato. Non più orari pressanti, non più chiamate improvvise di ammalati, non più riunioni interminabili, non più poveri accattoni, non più racconti di miserie, di dolori e di morti.
Il “Day Hospital” all’ospedale di Brescia mi ha confermato quanto già conoscevo, la pressione del sangue un po’ alta da controllare periodicamente. Questo mi conferma che il servizio missionario ha bisogno di zelo, entusiasmo, di tanta fede e speranza e tutto questo porta ad una pressione più alta del sangue almeno per quanto mi riguarda.
Voglio così augurare a tutti i cristiani, un po’ di pressione sanguigna alta che li renda capaci di affrontare con serenità e forza la società permissiva di oggi e ad essere capaci di fare scelte di fede in ogni situazione.
Valutare. La lontananza e il distacco dagli impegni della missione mi ha offerto l’opportunità di valutare serenamente la vita di fede che vivo, la missione come è programmata e realizzata, quale senso e valore hanno i progetti sia nel contesto della missione in generale che nella realtà concreta della missione in cui opero e vivo.
I progetti come: “Salviamo i bambini” , gli angioletti cioccolatini. “Assistenza agli ammalati di AIDS”, “Hospis”. sono tutti progetti validi e meritano di essere sostenuti indirizzandoli sempre di più verso l’autosufficienza.
Certamente gli operatori di carità e i volontari devono prima “essere”, “avere”, “possedere” per poter “dare”. Pertanto un impegno molto serio è quello della loro formazione spirituale e tecnica.
Tutti i progetti sono una risposta urgente alle necessità della popolazione, sono anche una visibile testimonianza del Vangelo ed un annuncio credibile di condivisione e di partecipazione alla vita di ogni giorno dei fratelli poveri tra i più poveri.
Fare rifornimento. Tutti, dai sacerdoti ai piccoli, ai giovani, agli anziani ed ammalati siete stati un perfetto “garage” “distributore di benzina”, dove mi avete fatto un pieno di carburante “super e senza piombo”. Dove lo spirito è stato rinnovato in fede, zelo e comunione fraterna.
Quante amicizie rinforzate e ritrovate! Quante esperienze arricchite e scambiate! Quanti propositi e promesse rifiorite e realizzate! Quanta solidarietà scambiata! Quanta fraternità vissuta! Quante preghiere insieme!
Con una retroguardia come la nostra il successo in missione è assicurato. Tutti i missionari, religiosi e sacerdoti vi vogliono un grande bene. Continuate a volerci bene pure voi. Io sono orgoglioso di essere uno di voi. Vi prometto che terrò sempre alto questo onore. Assicuro a tutti la mia preghiera e la preghiera innocente degli “angioletti cioccolatini”, unita all’offerta delle sofferenze degli ammalati di AIDS e della comunità tutta.
Un abbraccio e una benedizione per tutti.