Il tema centrale ha come titolo “Cosa guardi nell’orizzonte? Diccelo, missionario!” Lo scopo di questo corso è quello di aiutare noi, missionari, a diventare di nuovo discepoli, per poi proseguire la nostra missione come missionari. Come ci diceva padre Cazallas, dobbiamo riprendere la riflessione sul nostro essere missionari e cristiani adulti.
In linee generali, il corso sarà dedicato ad una rilettura personale dell’esperienza vissuta fino adesso, al confronto con l’ideale missionario e, per ultimo, alla re-elaborazione del PPV (Progetto Personale di Vita). Ognuno di questi 3 moduli sarà poi trattato su vari aspetti più concreti. Avremo anche la possibilità di vivere delle esperienze missionarie concrete, dentro dell’ambito della missione qui in Brasile, proprio per vivere questo periodo formativo in un modo pratico, anche. Gli ambiti di queste esperienze concrete sono: il “Movimento dos Sem-Terra” (Movimento dei Senza Terra), le vittime dell’Aids, le “favelas” (baraccopoli), i “meninos de rua” (bambini di strada) e i “Kilombos” (le zone degli afro-americani). Poi, ci sarà anche un ritiro di una settimana, verso la fine del corso, il cui predicatore sarà il benedettino Marcelo Barros. Lo faremmo nel loro monastero di Goiàs.
Ci siamo radunati qui al “Castelinho”, cioè, nel “Centro Missionário José Allamano”, il posto dove è stato realizzato l’ultimo capitolo. Alle 2.30 del pomeriggio abbiamo incominciato il nostro corso, guidati da padre Cazallas; partecipa anche suor Rosa Clara, brasiliana della Consolata. Era anche presente per darci il benvenuto padre Lirio Girardi, superiore del Brasile. Padre Cazallas ci ha letto anche i messaggi, arrivatoci via e-mail, da Pedro Casaldaliga e padre Lisandro Rivas, superiore del IMC Venezuela. Dopo la presentazione individuale dei partecipanti, ognuno ha condiviso sulle aspettative riguardo a questo corso. In tutti c’è la voglia di viverlo bene per poi continuare a vivere ancora meglio la missione che l’Istituto ci ha affidati. Mancavano soltanto due missionari, i quali sono arrivati alla sera. Riguardo la parte pratica, ci siamo poi divisi in gruppi per i vari settori: refettorio, liturgia, animazione e segretaria. A me tocca mantenervi aggiornati settimanalmente sui nostri lavori. Saremmo impegnati con conferenze e momenti vari di condivisone e attività, sia personali che di gruppo, dal lunedì a venerdì; il sabato sarà dedicato ad una uscita per visite varie, mentre la domenica sarà libera.
Credo che questo sia veramente un periodo di grazia, non soltanto per riposare, ma anche e soprattutto per riflettere, valutare, apprezzare e programmare ciò che ognuno di noi sta facendo. Mi viene in mente il metodo “ver- julgar-agir” (vedere, giudicare, agire), il quale può, nel mio parere, riassumere il nucleo centrale di questo corso. Certo, è anche bello poter rivedere compagni vari dopo tanti anni, con i quali uno ha condiviso vari periodi di tempo, sia nella formazione, sia nella missione. Uno degli aspetti più interessanti, validi e arricchenti sarà sicuramente lo scambio di esperienza tra di noi: ciò che uno sta vivendo non è soltanto preoccupazione, ricchezza ed impegno suo, ma è un “tesoro” che appartiene a tutti noi, all’Istituto e alla Chiesa.
Vogliamo chiedervi un ricordo speciale nella preghiera, perché questo possa essere veramente per ognuno di noi un tempo di grazia. Sono sicuro che ognuno di noi porta anche nel cuore non soltanto la sua missione particolare, ma anche la missione del nostro Istituto in generale. Siamo uniti a tutti voi e vi sentiamo uniti a noi. Poco fa ho scritto la padre generale, p. Aquileo, per salutarlo a nome di tutti noi e per fargli gli auguri per il suo 25mo di ordinazione: avremmo poi il piacere di una sua breve visita. Ci affidiamo alla nostra Mamma Consolata, sicuri di che Lei ci sosterrà col suo amore e maternale affetto, per diventare sempre di più come Lei, cioè, veri missionari e discepoli del suo figlio e nostro fratello, Gesù. Che Lei, assieme all’Allamano, vi siano di guida, sostegno e fortezza nel vostro apostolato.
Uniti nella missione