Oggi lasciamoci nuovamente interrogare dall’esempio di Sr. Leonella, di Sr. Irene e di tante/i altre/i martiri che, quali semi caduti per amore, ci indicano la strada della non-violenza, mitezza e mansuetudine come cammino privilegiato di missionarietà. Come far fronte all’odio e all’aggressione, a tanta violenza, in un mondo che continua a credere che i problemi si risolveranno soltanto attraverso risposte di forza e potere, ira o autodifesa, continuando così una spirale di violenza che sembra non arrestarsi più? Il Papa Giovanni Paolo II ad Assisi, nell’Incontro Interreligioso di preghiera per la Pace, (2002) diceva: “Ci impegniamo a far nostro il grido di coloro che non si rassegnano alla violenza e al male, e vogliamo contribuire con tutte le nostre forze per dare all’umanità del nostro tempo una concreta speranza di giustizia e di pace”. [...]
Ognuna di noi è chiamata a divenire “donna mite, umile, misericordiosa, impegnata a vivere con mansuetudine e profondo rispetto…donna appassionata per Cristo e per l’umanità, rimane salda e fedele nell’amore, donna di pace e di riconciliazione… donna dal cuore non violento, pronta a rischiare, facendosi carico della sofferenza del suo popolo, per trasformare le strutture di violenza e di morte in possibilità di vita”…. (cfr. A.C. pag. 8-11).La sfida è grande! Dove trovare la forza per rispondere a questo pressante invito? Guardiamo a Gesù, l’Agnello mite “dalle cui piaghe siamo stati guariti… Egli ci ha lasciato l’esempio, affinché ne seguiamo le orme. Egli patì per noi… Oltraggiato non rispondeva con oltraggi e soffrendo non minacciava vendetta…” (1Pt.2,21 e seg.)
Gesù combatte il male assumendolo nella propria carne, ferma l’ingiustizia e la violenza assumendole su di sé, risponde benedicendo, perdonando… Il Servo umiliato e ferito non reagisce umiliando e colpendo, ma ci insegna fin dove conduce la sua scelta d’Amore appassionato e senza misure, Amore che accoglie in sé ogni debolezza e fragilità, amore che rinuncia ad ogni potere che opprime, amore che sacrifica se stesso, totalmente … “spogliò se stesso, umiliò se stesso, fattosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil2, 4 e seg.) [...]
Seguendo l’esempio di Gesù, molti uomini e donne hanno incarnato questo stile di vita in contesti diversi, scegliendo di credere nel Dio dell’Amore, presente nel cuore di ogni persona, in tutta l’umanità, nell’intero cosmo; hanno assunto un modo di vivere contro-culturale, alternativo, per creare pace attraverso risposte di riconciliazione, perdono, umiltà, non violenza e mansuetudine, scegliendo, consapevolmente, di rinunciare a risposte aggressive e violente. Chi vive la non-violenza, la mitezza e la mansuetudine, può, come Gesù, sopportare insulti e abusi senza perdere la propria dignità e bontà, per la forza spirituale che porta in sé, superando odio e risentimento, fino al gesto estremo di donare la vita…
“Dio solo” e il suo Regno! Amare i propri nemici, fino a perdonare a chi ti toglie la vita è la sfida più grande nel mondo contemporaneo nel quale esistono tanto odio, tanta paura e sfiducia. Lo Spirito ci inserisce nella Missione stessa di Gesù, per realizzare il suo sogno di riconciliazione e comunione con gli stessi mezzi che Egli ha scelto: la mansuetudine, la mitezza, la misericordia, la non-violenza.
Come Direzione generale, in preghiera e riflessione lasciando risuonare in noi la domanda “Che cosa chiede lo Spirito di Dio all’Istituto, nel cammino verso il Centenario?” Abbiamo percepito forte un particolare invito dello Spirito che desideriamo estendere e proporre a tutta la nostra Famiglia, ad ogni Suora Missionaria della Consolata: assumere la non-violenza, mitezza e mansuetudine, come stile di vita.
Questo comporta impegnarsi, concretamente, a vivere nel quotidiano, in Comunità e tra la gente, atteggiamenti di non-violenza a tutti i livelli: nel linguaggio, nelle relazioni, nelle scelte quotidiane, esprimendo sempre e dovunque la misericordia e la mansuetudine del Cuore di Dio che avvolge i cuori feriti con la tenerezza del suo perdono, ed offre a tutti e sempre nuove possibilità di vita. Vogliamo essere strumenti di pace e consolazione nelle tante realtà di conflitto in cui siamo chiamate a vivere la nostra Missione, realtà che percepiamo a volte troppo pesanti perché il male e la violenza sono tanto diffusi…realtà che ci chiedono di rimanere salde e fedeli, ai piedi dei tanti crocifissi della storia… [...]
“L’amore scaccia via ogni timore” ci ricordava Sr. Leonella in un’intervista. Lei, con sensibilità di madre e profondo rispetto, ha saputo credere nella Vita, percepirne i segni, anche se deboli, coglierne i gemiti di dolore ormai soffocati da tanta violenza e morte; lei ha voluto difendere la vita e farla crescere, anche a costo della propria, sperando sempre contro ogni speranza…
Desideriamo perciò invitare ciascuna Sorella e l’intera nostra Famiglia a fare insieme un percorso di un anno per riflettere ed assumere, nel vissuto quotidiano, la mitezza, la mansuetudine e la non-violenza come stile di vita. Questo impegno, per chi lo desidera, potrà tradursi in un voto/impegno personale e/o comunitario.
Guardiamo a Gesù, la cui mansuetudine sgorga dal suo Cuore umile, totalmente abbandonato nel Padre… guardiamo a Sr. Leonella, a Sr. Irene e a tante Sorelle che hanno vissuto con l’intensità d’un amore mite e compassionevole la loro giornata missionaria… Se oggi possiamo fare nuovi passi, è perché loro hanno posto le basi, hanno donato la vita, hanno amato con cuore ardente e umile, vivendo e incarnando il carisma con cuore di donne appassionate per il Signore e per l’umanità. Insieme, accogliamo il richiamo dello Spirito, lasciamoci guidare e formare da Maria, la Donna della mansuetudine e mitezza e, illuminate dalle parole e dall’esempio del nostro Beato Padre Fondatore, apriamo il nostro cuore al Dono che il Signore vuole offrirci».