Hanno chiesto al governo di usare l’Uhuru Park (il Parco della Pace) che è il più grande parco di Nairobi situato proprio nel centro della città e facilmente accessibile alla gente. Sabato era affollato da non dirsi. Le macchine personali, i mezzi di trasporto pubblici, hanno reso impossibile il traffico per chi non andava alla cerimonia solenne. Per ore le vie che portano al Parco sono state chiuse al traffico normale, che è stato deviato per via esterne al centro cittadino. Quest’anno, dato che ci sono le elezioni politiche e presidenziali, la giornata è stata sponsorizzata dal Concilio Nazionale delle Chiese del Kenya, di cui la Chiesa Cattolica non è uno dei membri e per questo non partecipa ufficialmente all’iniziativa.
La cerimonia è iniziata nel pomeriggio e per alcune ore le preghiere, i canti, le danze, si sono alternati ai brevi discorsi dei vescovi e dei capi delle chiese Cristiane. Si sono mostrati tutti molto rattristati per le lotte tribali, politiche, economiche, che si trasformano in lotte sanguigne e mietono oltre che vittime innocenti, anche odio, terrore, e vendetta. Hanno chiesto ai presenti e tutti coloro che ascoltavano alla radio o alla televisione, di cambiare questo orientamento e vera piaga della nostra nazione. Il Rev. Davide Oginde, capo della chiesa Pentecostale di Nairobi si è rivolto a tutti i Cristiani presenti dicendo che “non possono e non devono lasciarsi vincere da coloro che spargono sangue, che seminano odio e vendetta. Debbono agire da pacifisti, da persone che seguono gli insegnamenti e gli esempi del Cristo, e non delle teorie tribali, vendicative e distruttive”.
Alla cerimonia sono stati invitati anche i due candidati alla Presidenza, Mr. Kalonzo Musoyoka, del partito ODM-Kenya, Mr. Raila Odinga del Partito ODM, il Presidente Mr. Kibaki ed altre personalità politiche. Solo Mr. Odinga, dei tre candidati alla Presidenza, non ha partecipato alla cerimonia, ma ha inviato due suoi rappresentanti: Mr. Joseph Nyaga e Mr. Dalmas Otieno. A metà pomeriggio, Mr. Kibaki è arrivato al Uhuru Park, assieme al Giudice Supremo Mr. Amos Wasko, e al Ministro delle Finanze Mr. Amos Kimunya, e si è seduto assieme agli altri candidati, o loro rappresentanti, alla presidenza, ed altre personalità politiche. Nel suo discorso ha cercato di evitare toni politici e di partito, e nello stesso tempo di usare questa piattaforma unica per parlare della situazione del Kenya dopo cinque anni dalla sua elezione. Molto cauto, ma anche molto opportunista!
Il Presidente ha iniziato il suo discorso chiedendo a tutti i leaders della nazione, di cercare la “riconciliazione e la tolleranza vicendevole” e di “non lasciarsi dominare dalle fazioni politiche e di scontenti generati più dalla volontà di sconfiggere gli altri che di operare per il bene comune. Fate buon uso dell’atmosfera di democrazia di cui il Kenya sta godendo specialmente in questi ultimi anni”. Poi rivolgendosi a tutti i presenti e ai Keniani che erano in ascolto, ha raccomandato di “continuare a pregare per l’unità nella diversità, e di agire nella tolleranza di quelli che hanno idee diverse dalle proprie”. A questo punto il Presidente, che aveva promesso di non fare politica nel giorno della preghiera, inizia ad enumerare tutti i risultati positivi e i miglioramenti della vita del popolo Keniano. Ma ha accennato anche “alle sfide che sia i membri di governo, che del Parlamento e tutti coloro interessati nello sviluppo del popolo e del paese, dovranno affrontare dopo le elezioni per continuare questo periodo di democrazia e di pace, anche se relativa. A questo punto ha fatto un annuncio che ha stimolato la curiosità dei presenti e che tiene ancora tutti in sospeso: “Avrei voluto fare un annuncio molto importante, ma mi trattengo perché oggi è la giornata della preghiera e non della politica”. Il Presidente ha concluso il suo discorso con un invito all’unità e alla fede in Dio. “Il Kenya nel passato ha attraversato momenti difficili e di grandi sfide. Ma la nostra unità nel fine ultimo della vita della nazione, e la nostra fede in Dio hanno fatto superare le difficoltà, e ci permettono di continuare il nostro cammino di stabilità e di crescita”.