Inoltre, fa bene ricordare tanti elementi fondamentali della nostra vita di consacrati e di missionari, sempre alla luce del nostro carisma. Questa sesta settimana è stata dedicata alla riflessione sulla nostra vocazione religiosa. Si, abbiamo ricordato non solo il valore della nostra consacrazione, come le sfide che il mondo, le culture e la missione ci collocano come consacrati. Per guidarci e aiutarci nella riflessione, è venuto padre Luis Gonzalez Quevedo, gesuita spagnolo che lavora da molti anni in Brasile. Dopo un’esperienza di pastorale come parroco, è stato maestro di novizi e attualmente predica esercizi e ritiri ed è l’editore della rivista “Itaici” dei gesuiti, dedicata alla vita consacrata.
Questa settimana è stata molto gradita da tutti, poiché non è facile trattare questo tema, con i voti inclusi. Infatti, padre Quevedo è riuscito a mantenerci attenti e interessati nel tema, anche aggiungendo spesso degli esempi personali, alcuni dei quali molto divertenti. È stato interessante vedere uno che ci parlava con gioia della sua esperienza e credo che questa gioia ha colpito tutti. Il suo linguaggio semplice, concreto e basato sulla propria esperienza ha contribuito affinché la nostra condivisione per gruppi fosse anch’essa profonda e concreta. Così, al mattino lui ci faceva l’esposizione di idee sui vari temi, poi nel pomeriggio facevamo il lavoro per gruppi, il quale veniva poi condiviso nel plenario.
Siccome siamo a metà strada, i padri Ramon Cazallas e Antonio Fernandes, organizzatori del corso (assieme a padre Bonanomi, che verrà tra due settimane), ci hanno proposto di fare del sabato una giornata di ritiro per rivedere e valutare il cammino fatto fino adesso. Cosi, siamo andati alla casa delle Suore Passioniste qui a Sao Paulo. Lì, padre Fernandes ci ha guidati nella riflessione, basandola sull’Eucaristia. Una messa da… Guiness Book, poiché è durata ben 9 ore! Ogni momento dell’Eucaristia è servito di base alla riflessione personale; per esempio, abbiamo preparato il prefazio per continenti, ecc. Alla fine, abbiamo anche potuto ridere un po’ con la simpatica suora incaricata dell’ospitalità dei gruppi, brasiliana e con un pizzico di umorismo. Certo, missione senza umore non è missione!
Ecco, diceva l’altro che “il cammino si fa camminando”. Allora ringraziamo il buon Dio per questa opportunità di continuare a camminare anche attraverso questa esperienza del corso di rinnovamento, accettando le sfide che lo Spirito ci colloca per raggiungere ancora di più… quel “di più” di cui parlava il nostro Padre Allamano.
Salutiamo tutti, augurandovi un buon cammino per le vie della missione.