- Questo incontro fu preceduto, nei giorni 10-11 settembre da quello annuale dei superiori della comunità.
Anniversari giubilari. In questa occasione, l’11 settembre sono stati celebrati gli anniversari di Professione religiosa dei padri:
- Giovanni Battista Demichelis: 70 anni (suo compagno era anche p. Giovanni Battista Colusso che non ha raggiunto questo traguardo perché il Signore lo ha chiamato a sé un mese prima);
- 60 anni dei padri Giuseppe Fusaroli, Giuseppe Garniga, Guido Guerra.
- Sono stati pure ricordati i 25 anni di professione di p. Enzo Viscardi.
La Messa solenne nel santuario del Beato Giuseppe Allamano, concelebrata dai Superiori delle comunità della Regione Italia, è stata introdotta dal Superiore regionale, P. Franco Gioda. L’ha presieduta P. Demichelis, assistito dagli altri festeggiati. Nell’omelia si è rifatto ai suoi ricordi personali, nella consapevolezza, ha detto, che: «Questa ricorrenza dei miei 70 anni di Professione religiosa mi rendono ancora una volta più consapevole del grande dono ricevuto che va vissuto con Dio nell’offerta a lui di tutto me stesso».Va poi con la memoria ai tempi lontani del 2 ottobre 1937 quando trepidante si accingeva a diventare Missionario della Consolata. «Le difficoltà che ho dovuto superare furono molte, ma la gioia di essere missionario fu molto più grande, e così sono arrivato fino a questa Messa di ringraziamento a Dio e a tutti i confratelli che mi sono stati accanto».
Il coro parrocchiale della Regina delle Missioni, animò la celebrazione con canti appropriati.
Il Beato Allamano dal cielo forse sorrise compiacente per questi suoi figli che, pur nella loro debolezza hanno dedicato complessivamente 275 anni di vita alla missione, e certamente li avrà benedetti quando in profondo raccoglimento si sono fermati in preghiera presso il suo sarcofago.
All’agape fraterna, il Vice Superiore Regionale, p. Saverio Garello tenne viva l’attenzione invitando i tre festeggiati dei 60 anni di professione a narrare la loro entrata nell’Istituto mentre si attendeva tra una vivanda e l’altra.
P. Garniga Giuseppe andò con la sua mente alla casa di Rovereto, voluta dal Padre Fondatore ed aperta nel 1925, due anni prima della sua nascita, però chi lavorò per l’acquisto della casa fu un suo parente, e suo padrino di battesimo…. «Forse di lì venne la mia simpatia verso i Missionari della Consolata e poi la decisione di farmi Missionario della Consolata».
P. Fusaroli Giuseppe volò subito ai suoi ricordi di missione in Colombia, dove così sovente sperimentò la presenza di Dio accanto ai suoi missionari.
P. Guerra Guido esercito con competenza e gioia la sua arte poetica, espressione del suo entusiasmo missionario in terra di Argentina.
Il Beato Allamano diceva agli studenti nelle sue conferenze: «Non v'ha dubbio che tutto quello che si è fatto qui, tutto è opera della SS. Consolata. Ella ha fatto per questo Istituto dei miracoli quotidiani; ha fatto parlare le pietre; ha fatto piovere denari. Nei momenti dolorosi, la Madonna intervenne sempre in modo straordinario... Ho visto molto, molto... E se voi steste attenti, vedreste e comprendereste che il buon spirito che c'è in tutto l'andamento della Casa, lo stesso desiderio di farvi buoni, tutto, tutto è grazia della SS. Consolata. E ciò, senza parlare delle grazie concesseci lungo l'anno, anche d'ordine temporale, come il pane quotidiano. Sì, anche per questo lascio l'incarico alla Madonna. Per le spese ingenti dell'Istituto e delle Missioni non ho mai perduto il sonno o l'appetito. Dico alla SS. Consolata: " Pensaci tu! Se fai bella figura, sei tu!» (VS, p. 687).
Quanti miracoli o eventi straordinari forse sono nascosti nella vita ordinaria di questi missionari festeggiati. Forse nessuno li vede perché gli occhi che guardano hanno una cataratta che annebbia la fede. Ma ci sono, e si deve rendere grazie!