Di tanto in tanto non sarebbe male riconoscerli ed imparare da loro il segreto di fare il bene senza tanta fanfara.
Vorrei in questo breve scritto evidenziare un Keniano di nome Athman Chiti.
Poco dopo essersi laureato alla Moi University ed assunto alla Biblioteca Nazionale di Nairobi, ha cominciato a sentire un costante mal di testa. Consultato un medico, questi lo ha invitato ad andare a farsi un “cat scann” all’ospedale di Nairobi: gli scoprono un cancro al cervello. Viene operato e gli asportano il tumore, ma rimane cieco. Le conseguenze di tale cecità sono state indescrivibili: dovette dare le dimissioni e per tre anni ha vissuto sulle spalle dei suoi genitori.
La sua vita cambiò completamente. Non usciva quasi mai, era sempre cupo ed arrabbiato con tutti, senza lavoro, senza futuro. Perché continuare a vivere? Non era meglio farla finita con una vita che recava solo sofferenze a se stesso e a tutti coloro che gli stavano attorno? La tentazione di farla finita era forte.
A questo punto il suo dottore gli fece una proposta: “perché non vai alla Società per Ciechi a iniziare un percorso riabilitativo?” Athman prende la balla al balzo, chiama la Società per Ciechi, espone il suo caso e viene ammesso ad un corso di tre mesi per imparare il Braille, la lingua “scritta” per i ciechi. Durante il corso, viene visitato da specialisti sia Keniani che Europei e si sente dire che c’è una possibilità di poter recuperare un po’ di vista.
La società per i ciechi chiama la Biblioteca Nazionale, espone il caso e chiede al direttore di assumere Athman come responsabile della sezione del Braille della Biblioteca. Il Direttore, Stanley Kamanga Ng’ang’a, risponde positivamente e una nuova vita si apre davanti al giovane Athman.
I servizi della Biblioteca Nazionale del Kenya iniziarono il loro aiuto ai lettori nel 1967. Ma, come dice Mr. Athman, non c’è stato nessun sussidio per i ciechi fino al 1996. Ed aggiunge: “Quando la sezione Braille fu aperta (da lui), i ciechi ebbero la sensazione che finalmente qualcuno si era ricordato di loro”. Dieci anni fa, la Biblioteca di Nairobi (una sezione della Biblioteca Nazionale), ricevette 689 libri in Braille, per iniziare la sezione per i ciechi. Oggi tutte le sette province della nazione e diciassette distretti che hanno costruito succursali della Biblioteca Nazionale, hanno incluso anche la sezione Braille. Tutte queste succursali ora contano su 3,200 libri in Braille, e la maggioranza hanno anche ricevuto in dono o comperati, libri su nastri magnetici, libri con la scrittura ampia, e macchine con lenti speciali che ampliano il testo in modo che possa essere letto da chi ha una vista menomata. Nel 2003 una relazione del Direttore della Biblioteca Nazionale, riportava che ogni anno più di 6,300 persone usano i sussidi della sezione Braille.
Nonostante questi progressi, Mr. Athman dice che la sezione Braille rimane sempre la più povera di ogni biblioteca e quella che riceve meno sussidi di tutte le altre sezioni. Per questo lo sviluppo è molto lento. Infatti il Braille in Kenya è molto caro. Nei paesi più progrediti, un pacco di 500 fogli di carta per Braille costa 250 scellini mentre in Kenya un pacco di 100 fogli ne costa 500. Una macchina d’ingrandimento della scrittura costa circa 35,000 scellini, e, in caso si guasti, le parti di ricambio costano un occhio della testa. Per cui il progresso del nostro settore, dice Mr. Athman, è molto lento e penoso. Ma noi non perdiamo l’entusiasmo, e anche se lentamente, continuiamo la nostra missione di aiutare i ciechi a leggere, ad ascoltare i nastri magnetici che abbiamo comperato, ed anche a socializzare, perché la loro solitudine è pesante.
Riguardo la vista di Mr. Athman, c’è stato un bel progresso: dopo cure speciali, egli riesce a percepire come ombre tutto ciò che è attorno a lui, può leggere con le lenti d’ingrandimento, può insegnare il Braille a chi non ha la possibilità di andare a scuola. Egli è riconoscente di questo “miracolo”, e dedica la sua vita per aiutare gli altri ciechi ad acquistare una certa cultura, a rimanere in contatto con gli avvenimenti del mondo e del paese, ad uscire dalla loro solitudine ed essere il più possibile persone indipendenti e felici.