Colombia: L’esercito a Remolino

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A Remolino incomincia la settimana patronale, qui è tradizione iniziare con una marcia per la pace.

La celebrazione comincia con la marcia, dove vi partecipano: la banda, il Santo, il sacerdote con una marea di chierichetti, i bambini della scuola materna con i genitori, i ragazzi delle scuole elementari, i giovani delle superiori e la gente del paese, tutto decorato con bandierine bianche e striscioni che invitano alla pace, che inneggiano alla mamma ecc...

Sono le 10,30 del mattino. In piena “marcha” sentiamo il rumore degli elicotteri militari.


Non ci facciamo molto caso perchè qui è normale per la presenza massiccia dell’Esercito Regolare. Mentre stiamo arrivando alla chiesa, l’esercito militare e le forze del CTI la polizia segreta, vestiti di nero, passano senza rispetto alle mie spalle, davanti ai bambini della scuola materna creando il panico assoluto.

La processione si ferma. Una signora anziana si avvicina e mi dice: “Hanno portato via mio figlio”… un giovane mi dice: “Hanno preso mio padre”, ex Presidente della Giunta Comunale.

Celebriamo l’Eucaristia, ci affidiamo al Signore e a San Isidro e poi facciamo tutto il possibile.

La celebrazione è molto agitata, i ragazzi entrano ed escono dalla chiesa.

Remolino del Caguan è sconvolto da questa presenza che turba la quiete di un paese che dopo la repressione militare di questi ultimi anni, sta cercando di sollevarsi e cercando alternative.

Infatti nel paese non trovano che qualche chilo di coca e un deposito di 35 milioni di pesos Colombiani, (circa 12.680 euro) frutto delle entrate dell’unico posto pubblico telefonico del paese, di attività a favore del Collegio Statale, della vendita di bestiame per aiutare una signora gravemente ammalata. A Remolino non esiste una banca e i soldi si nascondono sotto il materasso.

Dopo la Santa Messa arrivano le prime informazioni. Hanno già raccolto un gruppo di 15 persone per portarle a Bogotà e giudicarle come ribelli. Cerchiamo disperatamente il Rappresentante Pubblico (Fiscalia) il quale ordina quali sono le persone da arrestare e cerchiamo di parlare con lui. Ci risponde che delle persone che sono state qui a Remolino e si sono consegnate come “desplazado” stanno parlando. Tra questi sembra che ci sia anche “Panadero”, un signore che come parrocchia abbiamo protetto e salvato nel gennaio del 2007.

Nel paese di fatto si sono viste tre persone incappucciate che indicavano le persone con il loro rispettivo nome.

Continuiamo il dialogo con il Rappresentante Pubblico, il quale è “piovuto dall’alto” e sta eseguendo a sua volta degli ordini. Cerchiamo di spiegare e chiarire come è la realtà.

Gli diciamo: “ Molte cose sono cambiate, molte devono cambiare, non possiamo violentare le persone, dobbiamo fare un cammino, la presenza dello Stato è minima quasi nulla, non esiste la Polizia, la giustizia è un fai da te”, e spieghiamo la provenienza del denaro trovato. Facciamo presente che tra queste persone ci sono papà e mamme di famiglia, e non possono lasciare i bambini soli…c’è un’insegnante, e mancano 20 giorni per terminare la scuola e dove trovare un sostituto in questo momento e per un luogo così isolato come Remolino?

Riusciamo a far liberare tre donne, e l’insegnante quando mi vede mi abbraccia fortemente.

Il Rappresentate legale ci confessa che ha un fratello gemello sacerdote e una sorella suora. Cerchiamo di premere su questo tasto per ottenere la liberazione di altri innocenti, ma non sarà possibile ed altre persone dei villaggi vicini sono presi.

Sottolineiamo al Fiscale le ingiustizie che provocano i militari in mezzo alla gente. Rimane perplesso e così ci fa arrivare in canonica vari colonnelli, tra cui Escobar, che ha potere su tutto il fiume Caguan da San Vicente fino alla Tagua.

Si intavola un discorso molto lungo. Escobar parla dei progetti che l’Esercito vuole portare nel territorio e il rifiuto da parte della gente. Ci racconta che sabato 3 maggio c’era per un incontro con il Governatore del Caquetà il quale non è stato accolto da alcuni lideres de la regione per la presenza dei militari, ed aggiunge che: “… infiltrati e ribelli hanno sabotato la riunione”! Dopo tutto questo lungo discorso prendo la parola e gli chiedo se: “Ha fatto tutto questo per una ripicca per quello che è successo con la venuta del Governatore?” E gli faccio notare che: “ I progetti che lei sta presentando sono frutto di un gran lavoro del p. Giacinto Franzoi in modo speciale per la costruzione dell’acquedotto e per questo motivo ha ricevuto molta fiducia e riconoscimento da parte di “Accion Social de la Presidenza”, la quale ha costatato con quale serietà si fanno le cose qui a Remolino attraverso la parrocchia”.

Ci salutiamo e i militari mi garantiscono tutto l’appoggio per la parrocchia per qualsiasi cosa avessimo bisogno per i nostri progetti e che non ci saranno problemi per far scendere lungo il fiume tutto il materiale che potrebbe necessitare.

Verso sera decidiamo di radunare tutte le persone che sono state colpite da questo blitz. Il clima è molto teso. Le persone si sfogano dicendo quello che sentono nel cuore..

Analizziamo che sono stati violati alcuni diritti come il rompere una marcia dove partecipavano molti minori, che si é fatto violenza psicologica sulle persone perchè affermassero cose di cui non hanno colpa. Ognuno racconta il suo dramma e alla luce di questo incontro stiliamo un documento che firmano.

Il giorno dopo ci accorgiamo che la “Fiscalia” e il CTI sono ancora nel paese, continuano a indagare.

Il paese è sotto pressione, fanno altri nomi, dicono che sono 45 le persone che devono portare via, ma alla fine non prendono più nessuno.

Nel pomeriggio la Fiscalia, se ne va dal paese, però la tranquillità non arriva. Hanno lasciato troppe ferite nel cuore di molte famiglie, che con i miseri mezzi che hanno cercano di farsi strada e risolvere un problema che molte volte è più grande della causa.

Arrivano le prime telefonate, tutti stanno bene, il p. Giacinto che si trova in Bogotà è riuscito a visitarli e ha portato coperte e materassini. Alla sera in Caracol, rete televisiva colombiana, passano la notizia che li condanna tutti come guerriglieri.

In Internet, la notizia è pubblicata con una foto che non mostra la verità, perchè li presenta con l’ uniforme della guerriglia, quando le persone sono semplici commercianti e contadini.

In un territorio come questo che da sempre è stato in mano al gruppo guerrigliero della FARC, chi non ha mai avuto un contatto con loro? e lo Stato è presente solo sporadicamente con il suo Esercito regolare?

Il giorno dopo e già siamo a martedì, ci svegliamo solo con la presenza dell’esercito regolare che cerca di calmare la gente e dicendo che loro rispondono solo ad ordini.

Alla sera ci comunicano che sono incominciati i primi interrogatori, con la richiesta dei primi documenti, che provino il contrario della condanna, mercoledì proseguiranno…
Last modified on Thursday, 05 February 2015 20:29

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