A noi in questi giorni tocca correre da un Cimitero all’altro per celebrare la Messa, ricordare i defunti e offrire una catechesi di vita e risurrezione.
Dappertutto esiste il culto dei morti anche se nella societá urbana e secolarizzata sono scomparse o tendono a scomparire tante manifestazioni religiose tradizionali.
Qui la morte é ancora centrale e marca profondamente la famiglia e la societá.
Il moribondo anziano é accompagnato costantemente dai famigliari e dagli amici che aspettano con rassegnazione la morte quando “Dio si ricorda di lui” e anche il malato spesso ripete che ormai “vuole riposare” .
Questo non succede con persone giovani perché, cito un antropologo che ha vissuto per anni con la nostra gente, “la morte di un giovane in piena vitalitá e senza poter compiere la sua finalitá generativa é assurda, non puó venire da Dio” e quindi deve essere stata causata da qualche malefizio…
Sono molte le manifestazioni religiose legate al culto dei morti non sempre comprensibili per noi perché risultato della tradizione africana profondamente condizionata e modificata dal cattolicesimo con visione e riti differenti.
Nelle nostre comunitá il primo famigliare che si rende conto della morte lancia un grido e la noticia la spargono le donne per la strada con un pianto caratteristico in cui si mescolano grida tremolanti e espressioni di dolore.
Mentre le donne organizzano l’altare che servirá da sfondo per le celebrazioni religiose presso la parete di fronte alla porta principale, gli uomini sbrigano le pratiche burocratiche e portano la cassa dove sistemano il cadavere lavato, pulito, ordinato e vestito accuratamente.
Le diverse operazioni che si realizzano con il cadavere o attorno manifestano la forte credenza nella presenza dello spirito che continuerá nell’altare allestito in casa anche dopo la celebrazione religiosa e l’inumazione.
Quando portano il defunto in chiesa fa una certa impressione la preoccupazione a volte ossessiva perché i piedi del defunto siano sempre puntati in avanti, in chiesa verso l’altare e uscendo verso il cimitero. A volte questa manovra si complica ma la direzione é molto importante per la convinzione della presenza dello spirito che potrebbe avere influenza nefasta sui presenti.
Il rituale comunque piú caratteristico é il “velorio” o le nove notti di culto che seguono la morte di una persona per il commiato definitivo.
Due sono i centri rituali : l’altare e i giochi.
I riti dell’altare guidati dal “rezandero” si riferiscono direttamente allo spirito considerato immortale ma anche pericoloso e culminano con la partenza definitiva dello spirito all`aurora dell’ultima notte con una celebrazione carica di paure ancestrali.
I giochi nel cortile della casa durante il Novenario servono per intrattenere i famigliari e amici che si ritrovano magari dopo molto tempo, hanno tanto da raccontare, si sentono “famiglia” e ritrovano la forza per continuare superando le difficoltá e la stessa morte.
Un miscuglio di tradizione, solidarietá e fede che assicura la continuitá della vita.
Lo spirito del defunto si allontana dopo il Velorio ma il ricordo continua e si rinnova soprattutto con la celebrazione della Messa del mese, dei sei mesi e dell’anno.
E naturalmente tocca a noi correre per strade a volte impossibili e sentieri fangosi per esprimere una presenza solidaria nel nome del Signore Gesú e seguire il cammino…
E’ quello che continuo a fare dopo le vacanze in Italia dove ho avuto la possibilita di incontrare tanti amici che partecipano in mille modi diversi nella stessa missione.
Al ritorno ho trovato alcune novitá: il P. Henry Taborda è partito per Bogotá e ci ha raggiunto dall’Ecuador il P. Gabriel Arcángel Gonzalez mentre i Superiori e il Vescovo hanno confermato come parroco il P. Salvatore Mura.
Continuiamo quindi come Equipe integrata anche dalle due missionarie laiche della Consolata Julia e Margarita e la partecipazione di cinque laici del paese che condividono il nostro impegno missionario.
Abbiamo avuto la gradita visita di Guido e Marcello del Gruppo del MagoSales di Rivoli che si vuole vincolare ai nostri progetti…
Gianluca nipote del P. Mura é partito entusiasta della Colombia…
A Laura é toccato tra l’altro uno dei momenti critici di Marialabaja con assalto a negozi e intervento pesante dei poliziotti anti-sommossa…
I progetti parrocchiali continuano con entusiasmo nonostante tutto…
Le scuolette gestite dalla Fondazione“a partir de los niños”sono “il fiore all’occhiello”..
Il Centro della Consolata é ideale per gli incontri di formazione e presta un ottimo servizio ai contadini piú poveri soprattutto con i mulini del riso e granoturco..
Stiamo realizzando il “Centro afro-Allamano” per la formazione e la ricreazione…
Siamo impantanati con la “Cittadella sportiva” perché purtroppo non ci sono i fondi…
Continuiamo con l’organizzazione e i progetti contadini e abbiamo realizzato in agosto il secondo Foro su biocombustibili “riempiendo serbatoi e vuotando pentole”. Purtroppo la politica dello Stato favorisce solo i “grandi”. Nuotare controcorrente e trovare alternative non é facile ma ci sembra l’unica via da percorrere con la nostra gente…nel nome del Signore Gesù che é morto per assicurarci la vita.
Un cordiale saluto a tutti voi, un ricordo nella preghiera e i migliori auguri per continuare a credere e lavorare perché tutti e dappertutto a partire da qui e adesso “abbiano vita e l’abbiano in abbondanza”.