La chiusura della visita canonica alla Regione Europa ha coinciso quest'anno con il 16 febbraio, giorno della festa del Beato Allamano, fondatore dei Missionari della Consolata. Nell'omelia della messa che ha presieduto nella Cappella della Consolata, a Fatima, padre Stefano Camerlengo ha detto che il Fondatore "non è un monumento" ma "è vivo nella nostra vita e nella nostra missione", anche nel continente europeo.
"Dio esiste" e, per noi missionari, "è particolarmente presente in questi due compagni di viaggio: l'Allamano e la Consolata", ha detto padre Stefano Camerlengo, nell'omelia della celebrazione festiva in onore del Beato Giuseppe Allamano, celebrata questo mercoledì 16 febbraio alla Consolata di Fatima. Il Superiore Generale dell'IMC ha chiesto ai missionari presenti di non dimenticare che "il Fondatore e la Consolata hanno qualcosa di speciale da dirci", anche oggi.
Grato di essere di nuovo a Fatima, "nella casa della nostra Madre e Fondatrice che tanto amiamo", padre Stefano ha rivolto uno sguardo speciale al nostro cofondatore Giacomo Camisassa, nel centenario della sua morte e ha chiesto ai missionari di "lasciarsi guidare" anche dai "nostri Beati Allamano, Irene e Leonella", scelti come protettori della Famiglia Consolata per l'anno 2022.
Nella sua riflessione, che ha condiviso con l'assemblea presente, questo missionario italiano della Consolata ha presentato alcuni principi ispiratori che, secondo lui, emergono dalla figura dell'Allamano.
Padre Stefano ha parlato di un Allamano che non è rimasto nel passato, ma è ancora oggi vivo nella nostra storia. "Per noi, Missionari della Consolata, lui è 'ancora una notizia', non una commemorazione, non un ricordo: è ancora oggi un maestro". E ha citato suor G. Paola Mina, quando ha scritto che il Fondatore "è una persona che nel silenzio ha qualcosa da dire".
Ha anche sottolineato la ricerca del criterio della qualità nella vita del missionario e della missione. Questo deve essere sempre "il principio ispiratore della nostra vita e missione": qualità nell'evangelizzazione, senza paura di essere "profeti coraggiosi, sempre umili pastori di popoli, uomini capaci di dare la vita per Cristo"; qualità che si rispecchia soprattutto in una "fraternità ricca di umanità, attenta al bene comune, fedele nelle decisioni che impegnano per la vita", e "qualità, sempre desiderata, di una trasformazione in 'contemplativi in missione', come ci voleva il Padre Fondatore". E ha citato gli Atti del X Capitolo Generale, dove si afferma che "la qualità è un requisito essenziale da tenere presente in tutte le fasi della vita del missionario".
Un altro principio ispiratore dell'Allamano, sottolineato nella riflessione del presidente della celebrazione, è la tensione alla santità, nella ricerca del bene, ben fatto. "Nel nostro stile ci ispiriamo al Fondatore, per il quale 'non basta fare il bene, ma bisogna farlo bene', con perfezione, costanza e slancio, anche nelle cose più ordinarie, 'e senza rumore'", ha ricordato padre Stefano.
Osare sognare con il Fondatore
"La fedeltà nella vita quotidiana non è una virtù semplice: può essere raggiunta solo attraverso una costante ascesi di ubbidienza e carità, di volontà e generosità. L'immaginazione è di poco aiuto qui, ma ciò che conta invece è la sostanza, la determinazione, l'impegno e la volontà", ha detto ancora il Superiore Generale, sottolineando l'importanza di saper vivere la vita quotidiana e la routine.
Padre Stefano ha concluso la sua riflessione con una preghiera ispirata al pensiero dell'Allamano ma senza osare prima sognare con il Fondatore, facendo sue le parole del Fondatore che spesso raccomandava ai suoi missionari "una comunità - ha detto - dove tutti facessero questo proposito di vivere l'amore, la carità fraterna in modo concreto e quotidiano, diventerebbe un paradiso anticipato". Mettere tutto nelle mani di Dio e in questo modo essere un esempio per gli altri e anche per chi sta fuori... Mi rallegro per coloro che sono sempre nella volontà di Dio, che cercano e trovano sicurezza nelle sue mani. Voglio che vi rallegriate. Voglio che vi sentiate bene nel corpo e nell'anima. Voglio che lo spirito di tranquillità, di agio e di serenità sia conservato e aumentato sempre di più. Questo è lo spirito che voglio".
Padre Stefano ha chiesto ancora una volta la mediazione dell'Allamano e ha implorato i missionari presenti: "Affidiamoci ancora una volta alla sua intercessione, perché benedica il lavoro dei nostri missionari, specialmente quelli che vivono in situazioni particolarmente difficili".