Ogni 16 febbraio, i Missionari e le Missionarie della Consolata celebrano la festa del Beato Giuseppe Allamano, il loro padre fondatore e in quel giorno ricordiamo la sua pasqua, la sua morte e resurrezione avvenuta il 16 febbraio 1926. Ci sono molti motivi per cui è giusto celebrare, a continuazione quelli che considero i più importanti.
GRATITUDINE A DIO PER IL DONO DEL BEATO ALLAMANO ALLA CHIESA. Ricordare la pasqua di Giuseppe Allamano, è una occasione per ringraziare il Signore per il dono che ha fatto a tutta la sua Chiesa della sua persona e del suo carisma. L’Allmano era un buon sacerdote che si è dedicato per molto tempo alla formazione dei giovani sacerdoti. Come rettore del Santuario della Consolata, il più grande e importante santuario mariano dell'Arcidiocesi di Torino, ha contribuito in modo significativo alla crescita della vita spirituale di tanti. Ha fondato due istituti missionari per la missione ad gentes, che negli anni si sono impegnati nell’evangelizzazione di popoli sparsi in diverse regioni di quattro continenti. Questi suoi missionari continuano ad annunciare Gesù Cristo come unico Salvatore del mondo e precisamente per questo motivo il Beato Giuseppe Allamano continua ad essere un dono quotidiano per la comunità cristiana a causa delle meraviglie che l'Onnipotente continua a fare per mezzo di lui e i suoi figli.
IL CARISMA MISSIONARIO CHE ABBIAMO EREDITATO. Ciò che rende i Missionari e le Missionarie della Consolata diversi e distinti da altre congregazioni è il carisma che hanno ereditato dal Beato Allamano: la missione ad gentes. Loro sono per l'evangelizzazione dei popoli e in modo particolare coloro che non conoscono ancora Gesù Cristo. Per questo i Missionari e le Missionarie della Consolata vanno in luoghi dove a volte nessuno vuole andare e spesso lavorano con persone che nessuno vuole frequentare, come tossicodipendenti e gente di strada. Il loro stesso carisma esige un lavoro instancabilmente a favore della pace e l’integrità della creazione, nella difesa dei gruppi etnici minoritari, in processi di perdono e riconciliazione. Questo spirito missionario è stato ereditato direttamente dal Beato Giuseppe Allamano, poiché è stato lui a infonderlo nei due istituti missionari da lui fondati. Per questo quando celebriamo il giorno del fondatore stiamo anche ricordando ed animando il lavoro missionario svolto in varie parti del mondo grazie al carisma Ad gentes che li identifica.
MODELLO PER I SACERDOTI. il Beato Giuseppe Allamano è stato un maestro e un modello di vita sacerdotale. Sebbene fosse un sacerdote diocesano, non limitò mai il suo sguardo alle demarcazioni diocesane, ma lo allargò ad altre frontiere. L’urgenza dell’annuncio della buona notizia di Gesù, che animava la sua missionarietà, aveva la sua origine nello zelo apostolico caratteristico del suo sacerdozio e che voleva anche per i suoi missionari e le sue missionarie.
MODELLO DI SANTITÀ. Il Beato Giuseppe Allamano è un chiaro modello di santità vissuta nella quotidianità di tutti i giorni: in tutta la sua vita la sua principale preoccupazione era fare la volontà di Dio. La missione è un cammino di santità e la santità ha chiesto a tutti i suoi missionari. La celebrazione della festa del Beato Giuseppe Allamano ricorda a tutti i Missionari e le Missionarie della Consolata l’urgenza di cercare la santità a livello personale, comunitario e istituzionale.
Questa festa invita ogni Missionario e Missionaria della Consolata a ripensare al senso della nostra consacrazione religiosa: il carisma ad gente e l’opera evangelizzatrice della Chiesa. Nella radice profonda di tutto questo la vita e l’opera del Beato Giuseppe Allamano.