La memoria è fondamentale per imparare la missione, per non perdere l’entusiasmo, per rivitalizzarci, per continuare a sognare e costruire futuro. Un Istituto che perde la memoria costruisce il suo futuro sulla sabbia. Dobbiamo allora raccontare ai giovani i fatti accaduti e i personaggi del nostro Istituto. Questo raccontare aiuta ad attribuire senso alla propria esistenza, permette di trovare radici, dà significato a ciò che è stato ed è accaduto. Solo così è possibile continuare a motivare e modellare i missionari per la Missione di domani.
Nel nostro progetto di oggi mi sembrano significative le proposte che aprono ad una rivisitazione del nostro modo di pensare l’uscita: uscire implica riscoprire che la chiesa è piccolo seme ordinato al regno di Dio, e coltivare stima e attenzione per i diversi percorsi culturali e religiosi dei popoli. Uscire è faticoso percorso di crescita per scoprire la missione tra i popoli (inter gentes), in mezzo a contesti sociali diversi, imparando a parlare i linguaggi dell’altro. Uscire è anche occasione per scorgere che la missione può attuarsi solamente insieme (cum gentibus), con gli altri, nella disponibilità ad ascoltare oggi la chiamata evangelica e l’eredità della tradizione insieme a quell’autentico magistero che proviene dalla vita dei poveri, dall’esperienza di coloro che appartengono a tradizioni religiose diverse, spogliandosi di un’attitudine di disprezzo verso l’altro e del sentimento di superiorità e autosufficienza.
Tanti auguri a tutti: coraggio e avanti in Domino!