Padre Giuseppe Frizzi, missionario italiano della Consolata che lavora a Maúa, è morto sabato 30 ottobre 2021 a Lichinga, nel nord del Mozambico. Il missionario dell'inculturazione del Vangelo nella vita del popolo Macua aveva 78 anni, 58 di professione religiosa e 51 di sacerdozio.
La sua Pasqua avviene proprio alla vigilia della festa liturgica (31/10) della Beata Irene Stafani, “Nyaatha”, madre di ogni misericordia che lui amava tanto. Fu uno dei principali promotori della sua beatificazione dopo aver assistito al miracolo della moltiplicazione dell'acqua avvenuto nella Missione di Nipepe, nel nord del Mozambico, tra il 10 e il 13 gennaio 1989 durante la guerra civile.
Padre Frizzi aveva 78 anni, 58 anni di professione religiosa e 51 anni di sacerdozio. Nato il 14 maggio 1943 a Suisio (Bergamo), fece il suo noviziato in Certosa di Pesio nel 1963 e la professione perpetua nel 1966. Fu ordinato diacono a Munster, in Germania, il 22 febbraio 1969 e sacerdote il 20 dicembre dello stesso anno a Roma.
Dopo aver conseguito il dottorato in esegesi biblica a Munster (Germania), nel 1972 è stato destinato al Mozambico e dopo aver trascorso due anni fra Portogallo e Inghilterra nel 1975 partì per il Mozambico.
In Africa è stato un missionario esemplare nell'inculturare il Vangelo nella realtà del popolo. Nella missione, oltre all'evangelizzazione e alla formazione di catechisti e animatori, ha svolto ricerche, traduzioni e pubblicazioni in lingua Macua-Xirima (Bibbia, catechismi, riti, messale, biosofia...). Ha promosso la cultura e l'arte e ha creato il Centro di Ricerca Macua-Xirima. Ha pubblicato i dizionari Xirima-Portoghese. Grammatica e alfabetizzazione (2005) e l'antologia bilingue della biosfera Macua-Xirima e la Biosofia e Biosfera Xirima (2008). Nel campo pastorale, ha tradotto al Macua il Catechismo per adulti, il Catechismo per bambini e la Bibbia Exirima (2002). Il 3 dicembre 2009, la Pontificia Università Urbaniana di Roma gli ha conferito una laurea honoris causa.
In un'intervista del 2016 a padre Paulo Mzé della "Revista Missões", quando si trovava in Brasile per parlare della beata Irene Stefani, alla domanda sulla Chiesa che va avanti voluta da papa Francesco, padre Frizzi ha spiegato. "Come missionari ad gentes eravamo e siamo condannati ad andare ad annunciare nelle periferie come chiede Papa Francesco. La periferia ad gentes è la periferia delle periferie. Una periferia, però, che mi sembra diluita nelle intergentes e, soprattutto, dimentica che se da un lato la periferia ad gentes ha molto da ricevere dalla Chiesa (kerygma, caritas), dall'altro ha molto da dare alla Chiesa: ora, questa Chiesa accetta i doni della periferia? La periferia non è solo il destinatario dell'annuncio e della carità ecclesiale, ma è anche il soggetto propositivo e costitutivo del tessuto ecclesiale".
Ho avuto la grazia di visitarlo a Maúa quando sono arrivato in Mozambico nel 1994. Poi l'ho incontrato diverse volte nelle nostre assemblee, nei capitoli generali a Roma e nelle conferenze sulla missione, l'inculturazione e l'interculturalità anche in Brasile. Era un'ispirazione per molti di noi giovani. È stato un maestro di iniziazione missionaria per innumerevoli missionari. Le sue riflessioni erano piene di profonda saggezza, frutto di un cammino che l’avevano trasformato in un “anziano”. Ascoltarlo faceva bene al cuore e all'anima. La sua perseveranza ha aperto la strada a una missione incarnata e inculturata, nonostante alcune incomprensioni. Addio fedele servitore della missione tra il grande popolo Macua.
Dio ha voluto che raggiungesse in cielo il suo compagno di missione, P. Franco Gioda, un altro grande missionario che ha consacrato la sua vita per il Mozambico morto il 17 ottobre scorso. he Dio doni loro la ricompensa dei giusti
* Padre Jaime C. Patias, IMC, é consigliere generale per il continente americano.
Padre Giuseppe Frizzi e il padre Franco Gioda, morti a pochi giorni di distanza uno dall'altro