Il 24 luglio 2021, i Missionari della Consolata hanno la gioia di presentare Julius Niwagaba all'Arcivescovo Ricardo Tobón per il Ministero del Diaconato. Giorni prima della sua ordinazione, abbiamo avuto la fortuna di poter parlare con Julius e qui condividiamo con voi il risultato di quel gentile dialogo.
La storia di Julius
Missionario della Consolata ugandese, è nato il 19 maggio 1989, figlio di Emmanuel Ruchwamihigo e Tumusiime Ustiina. Ha 6 fratelli e sorelle. All'età di 13 anni, entrò nel seminario minore della sua diocesi con l'intenzione di diventare sacerdote diocesano ma poi abbandonò gradualmente il suo sogno del sacerdozio. Allora ha continuato gli studi in una scuola mista, uno spazio che ha considerato fondamentale per rafforzare la sua vocazione missionaria che lo invitava a superare i confini e andare in quei luoghi dove la gente non conosce Gesù. Durante la sua permanenza nella scuola incontrò un compagno di studi un anno maggiore di lui, Marius, che stava facendo accompagnamento vocazionale con i Missionari della Consolata e quando ricevette una lettera dall'Istituto invitò Julius a leggerla insieme. In quella lettera anche Julius scoprì che l'Istituto aveva quello che voleva, la devozione all'Eucaristia e alla Madonna e un forte impegno nella missione ad gentes: predicare il Vangelo e portare il Regno di Dio in luoghi dove non era conosciuto.
Nel 2011 è cominciato il suo cammino con i Missionari della Consolata che l'ha portato, il 23 agosto dell'anno seguente, a cominciare la formazione nel propedeutico. Nel 2016 è stato accettato per il noviziato in Tanzania e al termine di questa tappa, il 13 agosto 2017 ha fatto la sua prima professione religiosa. Dopo ha raggiunto la Colombia per la formazione teologica che ha fatto nel CAF (Comunità Apostolica Formativa) di Bogotà fra gli anni 2018 e 2021.
Con l'inizio della pandemia e degli studi virtuali, l'Istituto ha percepito che era anche bene approfittare di questo tempo per iniziare a collaborare all'esperienza di missione nella Comuna 13 di Medellín. Il 12 dicembre 2020, l'Istituto ha raggiunto questo difficile quartiere di Medellín e ha celebrato con la gente dei quartieri Indipendenza e 20 di Luglio la prima novena di Natale.
Davanti allo splendido scenario della città di Medellin, Julius continua a raccontarci il suo soggiorno in Colombia. Lasciare il suo paese è stato un cambiamento culturale ma anche un momento di grazia. Nonostante le differenze culturali un po' per la sua personalità e un po' perché la gente l'ha sempre accolto a braccia aperte Julius non ha fatto fatica ad inserirsi nella nuova realtà. Chiacchierare con tante persone così estroverse e disposte ad ascoltare l'ha aiutato a imparare la lingua perché -ci dice- "anche se la missione è la presenza, se non si può comunicare, diventa molto difficile". La compagnia della gente è una delle chiare motivazioni per continuare il cammino missionario.
Diacono missionario
Abbiamo allora chiesto a Julius come vede il suo diaconato nella Comuna 13. Lui sorride e ci dice che il suo ministero diaconale gli darà la possibilità di mettersi al servizio della gente e di tutte le persone che vivono in quel quartiere accompagnandole con la sua presenza. Come Missionario della Consolata rappresenterà l'Istituto, ma allo stesso tempo, come Diacono, rappresentando la Chiesa Universale per "costruire il Regno di Dio insieme al popolo".
Noi "viviamo per servire, se non serviamo allora non c'è ragione di vivere". Lo ricordava anche Mons. Riccardo Tobón nell'omelia della celebrazione: "chi vuole essere il primo deve essere l'ultimo e il servitore di tutti; consacrarsi significa mettersi al servizio di tutti e noi siamo nella misura in cui ci siamo dati nel luogo nel quale Dio ci ha inviato. Nel lavoro del diaconato, che è un servizio, Dio lavora nel cuore della comunità".