Padre Sabino celebra la messa del suo 80° compleanno - Foto: Julio Caldeira imc
Padre Sabino Mariga è morto a São Paulo (Brasile), vittima del Covid-19, lo scorso venerdì 28 maggio. Aveva compiuto 80 anni il 28 febbraio e avrebbe celebrato i 50 anni di ordinazione sacerdotale il prossimo 12 dicembre. Maria Emerenciana Raia, giornalista di Missões che l’aveva intervistato qualche tempo fa, ci racconta la sua vita.
Padre Sabino Mariga nacque a Erechim, nello stato di Rio Grande do Sul, ed era figlio di agricoltori. Un giorno alcuni Padri della Consolata vennero a visitare la sua parrocchia di origine e in quell’occasione il piccolo Sabino, che allora aveva 10 anni, rimase particolarmente colpito dal racconto dei missionari in modo tale che, qualche anno dopo, prese la decisione di entrare al seminario. Era il 1954 l’anno in cui cominciava un cammino di intensa preparazione che l’avrebbe poi portato al sacerdozio quasi vent’anni dopo: venne infatti ordinato sacerdote il 12 dicembre 1971 all’età di trent’anni.
Dopo qualche anno dedicato all’animazione missionaria e alla pastorale nel sud del Brasile dove lui stesso era nato, nel 1977 cominciò la sua avventura missionaria che lo portò a lavorare, senza uscire dal suo paese di origine, nelle regioni amazzoniche di Roraima e Manaus.
Quegli anni sono piene di grati ricordi, fatiche ed aneddoti simpatici legati alcuni alla difficili condizioni del trasporto in quella regione come quando vide la ruota della propria auto rotolare via sorpassandolo o quando, avendo perso i freni della macchina in discesa, questa cominciò una corsa fuori controllo e un ragazzo, che cadde in quel momento, si salvò quasi miracolosamente solo con pochi graffi. Sono gli anni vissuti a stretto contatto con le comunità Macuxi.
Nel 2013 arriva alla casa regionale del Brasile a São Paulo e, ancora al servizio dei fratelli, si incarica delle spese della casa. Quest’anno, quando aveva ormai compiuto ottant’anni di età, guardava con entusiasmo la possibilità della canonizzazione del Beato Giuseppe Allamano, fondatore della sua famiglia missionaria. Diceva che stava aspettando quel momento come una grazia perché la sua comunità avrebbe avuto un santo più in cielo che ci protegge, ci accompagna e ci sostenere. “Abbiamo missionari che possono essere santi -diceva- ma abbiamo bisogno che lo sia anche il Fondatore. Saremo molto più felici e chissà, la nostra Congregazione camminerà meglio”.
Ringraziamo Dio per il dono della vita e la vocazione missionaria di padre Sabino Mariga, specialmente per il suo contributo alla formazione, alla promozione vocazionale e alla missione in Roraima. Con la fede nella risurrezione, imploriamo la misericordia di Dio su di lui. Che riposi in pace e che la luce eterna brilli su di lui.