"Buen viento y buena mar"

Published in I missionari dicono

“Buon vento e buon mare” è l’augurio tipico che si fanno i marinai della costa dei Carabi colombiana. È stato anche l’augurio che Mons. Jorge Enrique Jiménez ha fatto al suo successore come vescovo titolare della storica diocesi di Cartagena de Indias, una delle più antiche dell’America Latina. Mons. Francisco Javier Múnera è Missionario della Consolata e per 22 anni è stato vescovo nel vicariato di San Vicente del Caguán, da poco dicevuto diocesi, nella regione amazzonica del sud della Colombia. Dalla selva alla costa per continuare fedele all’annuncio della stessa buona notizia del vangelo di Gesù e alla vocazione missionaria. 

Pubblichiamo alcuni stralci dei messaggi che sono stati pronunciati lo scorso 22 maggio, nella cattedrale di Cartagena de India, in occasione dell'ingresso ufficiale del nuovo vescovo.

Messaggio del Vescovo emerito Jorge Enrique Jiménez Carvajal

Carissimo Mons. Francisco Javier, lei non sarà solo in questo compito che sta intraprendendo oggi. Sei accompagnato da una chiesa viva e con un progetto affascinante e definito. Sono tutti molto disposti ad aiutarti. 

Poi contare con un presbiterio generoso e impegnato nel compito che Gesù ha messo nelle nostre mani in modo misterioso. Hai a tua disposizione molti sacerdoti giovane, magari con delle fragilità perché tutti siamo umani e ci possiamo sbagliare, ma disposti a camminare. In diocesi ci sono anche molti religiosi e religiose, volenterosi e con molti anni di generosa dedizione. Trovi poi tantissimi laici che chiedono un posto per servire nella missione permanente: loro sono orgogliosi di essere discepoli di Gesù Maestro, innamorati del suo Vangelo, e vivono la loro fede cristiana in diversi modi e con una ricchezza incredibile che è fatta di famiglie, piccole comunità ecclesiali e comunità giovanili che ti aspettano con grande entusiasmo. Poi anche contare con vari movimenti ecclesiali e tutti sono molto coinvolti nel piano pastorale della diocesi che abbiamo costruito insieme e con molto sforzo. Sono sicuro che conoscerai ed amerai questa bella chiesa che ho avuto la gioia di accompagnare per diciassette anni. 

Non voglio soffermarmi tanto su cose che poco a poco vedrai ma voglio aggiungere qualcosa che considero importante e che non possiamo trascurare in questa cerimonia: tutti vogliamo superare questo momento amaro che stiamo vivendo marcato dalla pandemia, ma anche dalla povertà, le disuguaglianze sociali, la corruzione, la violenza di molti tipi, i discorsi roboanti che in questo momento ci stordiscono, spaventano e preoccupano. La speranza cristiana è qualcosa di molto diverso e, questo sì, è autenticamente giusta e onesta. 

La costa caraibica ha sempre voluto vivere una pace autentica e vera e rifiuta i discorsi bugiardi dei violenti, che in questo momento non vogliono mostrare il loro volto, e lasciano tutto un paese in una situazione di così grave disperazione. Qui l'immensa maggioranza di noi vuole una Colombia giusta, in pace autentica, più egualitaria, non corrotta. E ci sono molte persone per costruirla e molti giovani che vogliono impegnarsi seriamente. 

Monsignor Francisco Javier... buon vento e buon mare. La costa caraibica è capace di farsi voler bene... lasciati voler bene. La Vergine Maria, sotto il patrocinio della madonna del Carmen e della Candelaria, entrambe molto care a questa terra, di San Pietro Claver e Santa Maria Bernarda, i nostri grandi santi di Cartagena, guidi i tuoi passi missionari. Monsignor Francisco Javier... coraggio e infondi speranza a Cartagena

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Messaggio del nunzio apostolico Luis Mariano Montemayor

Caro Monsigno Francisco Javier, il Santo Padre ti ha chiesto di essere il pastore di questa storica circoscrizione ecclesiastica, eretta il 24 aprile 1534, e quindi una fra le più antiche sedi episcopali del nuovo mondo. Cartagena è la seconda diocesi più antica del paese, seconda solo a Santa Marta, e la terza più antica nella storia del America Latina.

A causa del suo particolare sviluppo storico e sociale, anche da un punto di vista pastorale si possa parlare di varie Cartagena: tutte convivono nella stessa circoscrizione ecclesiastica ma alcune di esse vivono in qualche modo ai margini dallo sviluppo sociale della città e della regione. Abbiamo la Cartagena della cultura indigena dei Caraibi colombiani; la Cartagena degli afrodiscendenti che col tempo si insediarono in quello che oggi è conosciuto come il grande palenque; la Cartagena della popolazione meticcia, originata dal grande fenomeno di simbiosi etnica e culturale, tipico della società coloniale ed è anche la Cartagena dei discendenti degli immigrati stranieri provenienti dalle più diverse parti del mondo.

L'arcidiocesi è segnata da forti contrasti sociali dove la disuguaglianza non solo è evidente ma a volte perfino scandalosa. Disuguaglianza, povertà e narcotraffico sono un cocktail esplosivo che produce un alto tasso di violenza urbana e organizzazioni criminali, molte delle quali altamente strutturate, dedicate all'estorsione e al microtraffico con il conseguente aumento delle bande giovanili. Per la disoccupazione e la mancanza di opportunità molti vivono di una economia informale e di sussistenza e non manca nemmeno l'accattonaggio e la prostituzione... fenomeni sociali aggravati dall'impatto della forte immigrazione venezuelana degli ultimi anni e dagli effetti della pandemia di Covid19. 

Questa arcidiocesi è divisa in quattro vicarie, undici zone pastorali (delle quali tre rurali) e 108 parrocchie tutte articolate da un piano arcidiocesano saggiamente orientato dal vescovo Jorge Jimenez con il motto "missione permanente dell'arcidiocesi di Cartagena".

Ci sono 126 sacerdoti diocesani, 33 religiosi e due diaconi permanenti. Il clero dell'arcidiocesi di Cartagena è giovane e la metà di loro ha tra i 28 e i 45 anni. L'arcidiocesi conta anche con un buon numero di comunità religiose: ci sono 23 istituti di vita consacrata femminili con 160 religiose e 11 maschili con 52 religiosi. Bisogna riconoscere che la loro presenza nella missione evangelizzatrice della Chiesa particolare ha portato l'inestimabile ricchezza dei loro carismi specialmente nei campi dell'educazione, della carità e della pastorale sociale e parrocchiale. Da religiosi e religiose la missione è assunta con innegabile sacrificio, povertà e distacco. Ne è prova la loro presenza nei quartieri più poveri di Cartagena, nelle zone rurali dell'arcidiocesi e nelle regioni di conflitto dove condividono la vita dei fedeli che lavorano in condizioni di grande difficoltà. 

La popolazione di questa regione caraibica ha una religiosità popolare molto ricca ricevuta dalla prima evangelizzazione dei popoli dell'America Latina e conservata in modo speciale negli ambienti familiari: basta guardare l'identificazione degli abitanti di Cartagena con il “Cristo de la Expiración”, la Vergine della Candelaria, la Vergine del Carmen e San Pietro Claver. Questa religiosità si intuisce anche nei nomi delle città e dei villaggi e nelle celebrazioni delle loro feste patronali.

Ci sono 25 movimenti e associazioni laiche approvate dall'arcidiocesi. Sono presenti nelle parrocchie di città e anche in quelle rurali; partecipano al ministero di evangelizzazione dalle piccole comunità ecclesiali e alla promozione della pastorale famigliare. I ministeri laicali sono stati fortemente promossi e oggi abbiamo, fra gli altri, 4200 proclamatori della Parola e 4800 ministri straordinari dell'Eucaristia. 

Anche a Cartagena i giovani sono vittime delle difficoltà che la regione sta vivendo e che riducono le opportunità di un futuro pieno di speranza, eppure anche così molti di loro partecipano alla vita parrocchiale con gioia e assumono le loro responsabilità con entusiasmo. L'arcidiocesi ha 263 comunità giovanili, il che significa che ci sono più di cinquemila giovani che si stanno formando in modo sistematico.

Carissimo Mons. Francisco, ti conosco da tanto tempo e so che non ho bisogno di incoraggiare in lei lo spirito missionario o le tue doti di formatore poiché nella tua propria comunità di appartenenza ha diretto la formazione di missionari per tutto il mondo. Non devo nemmeno spiegarti cos'è un conflitto armato, visto che l'ha sperimentato da vicino nella regione del Caguán... allora ti esorto, con l'umiltà, l'obbedienza e lo spirito comunitario propri di un religioso, a lasciarti aiutare negli altri campi in cui forse sei meno preparato. Non mancheranno persone esperte in questa città di Cartagena, così ricca di risorse umane.

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Messaggio di Mons. Francisco Javier Múnera, nuovo vescovo arcidiocesano

Ringrazio e ringrazio Dio per essere membro della Famiglia Missionaria della Consolata fondata dal Beato Giuseppe Allamano, sacerdote diocesano di Torino (Italia), nipote di San Giuseppe Cafasso, discepolo di San Giovanni Bosco. La mia famiglia religiosa mi ha formato come missionario, permettendomi anche l'esperienza di diventare formatore di missionari per il mondo e per tutti i continenti. Ai Missionari dalle Consolata devo la ricca esperienza in Africa, nel deserto del Marsabit e con i popoli nomadi di Samburo, Turkana, Olmolo e Rendille. Oggi sono anche in debito con la terra che mi ha formato come vescovo: il Caquetá, il Putumayo, l'Amazzonia del sud della Colombia... la querida Amazonía come l'ha chiamata Papa Francesco. Con affetto ringrazio i contadini, gli indigeni, i coloni, gli afrodiscendenti delle nostre comunità, Voglio ricordare tutte le persone che vivono in questo territorio. Ricordo anche l'esperienza dei dialoghi del Caguán, e le comunità di tanti piccoli paesi come per esempio l'altra Cartagena, anch'essa eroica, chiamata Cartagena del Chairá. Sono grato per questi 22 anni che, per grazia di Dio, mi hanno formato come padre e pastore.

Oggi vengo in questa amata arcidiocesi e in questa regione di mare e di costa... quindi sono passato dal deserto, alla verde Amazzonia e adesso raggiungo questa bella terra di costa e di mare. Vengo a conoscerla, ad amarla e a servirla e voglio sommergermi, come buon tuffatore, in questa ricca storia, nell'eroismo civile di questa città, nell’eroismo di santità e di missione di questa chiesa. 

Sono disposto e mi impegno ad assumere le linee pastorali del piano di evangelizzazione che è stato così diligentemente orientato dal vescovo Jorge Enrique e da tutta questa straordinaria squadra di sacerdoti, religiosi e laici. 

Salutandovi vorrei rivolgermi a voi, cari sacerdoti diocesani e religiosi che compongono il presbiterio di questa amata Chiesa: conto su di voi, contate su di me, contiamo insieme sul Signore. Anche per voi, cari religiosi e religiose, consacrati e consacrate, contemplativi, contemplative: conto su di voi, contate su di me, contiamo insieme con la forza del Signore e con il suo spirito. Lo stesso vale per voi, cari fedeli cristiani laici, uomini e donne, di tutti i movimenti apostolici, delle comunità giovanili, delle comunità adulte, di ciascuna delle parrocchie, di tutte le opere e istituzioni educative, della Pastorale Sociale e di tutto lo straordinario dinamismo di questa comunità arcidiocesano che mi appresto a servare: conto su di voi, contate su di me e, tutti noi insieme, contiamo con il Signore e la forza del suo Spirito Santo.

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Tutte le foto : archivio diocesano di Cartagena de Indias

Last modified on Tuesday, 25 May 2021 09:29
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