La Corea ha affrontato molto bene l’emergenza Virus. Un po’ di anni fa, al tempo della SARS, la Corea aveva avuto molti contagi e decessi. Per questo motivo quando è arrivato il Covid 19 erano preparati. Test per tutti, specialmente dove c’erano i focolai più importanti. Ogni giorno sui telefonini arrivano messaggi che ti allertano sulla situazione e ti dicono se nella tua zona ci sono infettati e quali sono le zone, palazzi, ospedali, centri da evitare. Così tutto è stato sotto controllo.
La comunità IMC di Tejon: (da sinistra) P. Giovanni Paolo Lamberto, P. Geoffrey Boriga Ong'era, P. Diego Cazzolato.
La scritta: Sorgente della Consolazione
Anche noi da prima delle Ceneri fino alla fine di aprile non ci siamo mossi dai nostri centri. Non c’erano messe pubbliche, catechesi né incontri di alcun tipo. La comunità di Tong du chon faceva la messa in streaming per i lavoratori stranieri.
A fine aprile ci siamo ritrovati tutti a Yokkok dopo tanto tempo. C’era Han Martino che era arrivato a gennaio nel nostro gruppo Corea e che ora per reintegrarsi bene sta facendo un anno come viceparroco in parrocchia. Anche p. Lourenço Tala è prestato per un anno alla diocesi come viceparroco. Han Pietro, l’altro coreano del nostro gruppo, è impegnato con Giustizia e Pace e tiene i contatti per tutto ciò che riguarda la Corea del Nord e i Nordcoreani rifugiati al Sud. P. Marcos Coelho continua a fare la rivista missionaria in coreano ed è un po’ il factotum della casa di Yokkok. Abbiamo anche potuto salutare, ma non abbracciare p. Tamrat, il miglior superiore che regione Asia abbia mai avuto, (di per sé abbiamo avuto solo lui finora!) e p. Patrick Mrosso che segue da vicino la comunità filippina e nigeriana a Tong du chon. Da Taejon eravamo i due ultra sessantenni, io e Diego, e Geoffrey che ormai è maturo con la lingua e si prepara a all’apostolato coi giovani, questa quarantena però ha bloccato tutto. Diego ne ha approfittato per scrivere alcuni articoli sul dialogo interreligioso e a preparare incontri e conferenze. Io a volte ho i neuroni che tengono la distanza sociale, e quando finalmente riescono a incontrarsi sono esausti, allora posso solo dedicarmi al sostegno logistico e alla cura del nostro giardino.
Tutto sembrava andare bene, le messe pubbliche erano ricominciate e già si facevano alcuni incontri, quando c’è stata una nuova ondata di contagi, questa volta non del virus “leggero” che era arrivato in Corea prima, ma di quello più pericoloso che è diffuso in Europa. E molti dei nuovi contagi sono proprio nella zona di Yokkok. Perciò è saltata la festa della Consolata che facevamo ogni anno. Molte scuole sono state richiuse e in alcune parrocchie hanno di nuovo sospeso le messe. Insomma quando tutto sembrava tornare alla normalità siamo tornati all’emergenza. Per fortuna da noi si può andare in giro con una certa libertà, non siamo bloccati in casa come in Europa, comunque tutti cercano di muoversi il meno possibile. Qui a Taejon (1,500,000 di abitanti) e nella nostra regione gli infettati sono stati solo alcune centinaia, per cui l’ambiente è abbastanza tranquillo, anche se tutti fanno molta attenzione. Ma improvvisamente nell’ultima settimana i contagi hanno ripreso a espandersi con molta forza, fino a vicino al nostro quartiere. Noi abbiamo potuto visitare alcuni monasteri buddisti in occasione della festa della nascita del Budda, una volta ufficialmente col Vescovo, e qualche incontro di approfondimento alla fede lo abbiamo ripreso. Vedendo come vano le cose però, la stagione pastorale non riprenderà pienamente prima di settembre.
Questo maggio avevamo in programma la visita canonica ai tre gruppi (Corea, Mongolia e Taiwan), la conferenza regionale, e il ritiro a Taiwan tutti insieme e con le suore della Mongolia: tutto cancellato e rimandato a chissà quando. Nel frattempo la Santa Chiesa ha pensato bene di portarsi via il più bel fiore della Regione Asia: P. Giorgio Marengo che è diventato vescovo di Ulaan Batar. Bella notizia ma anche triste perché era una colonna della regione. Era anche vice superiore della regione. Al suo posto, tramite un collegamento Skype internazionale, abbiamo eletto il p. Ernesto Viscardi, anche lui grande veterano della Mongolia. Giorgio adesso ha il problema dell’ordinazione episcopale: fino a luglio tutti i voli da e per la Mongolia sono cancellati, e non si sa cosa avverrà dopo. Anche loro non possono avere messe pubbliche. Ma l’ultima notizia è che è appena rientrato in Italia e che la sua ordinazione episcopale avverrà in agosto (8?) per mano del Card. Tagle.
Come si vedi siamo in una situazione di stallo, come il resto del mondo d'altronde. Credo però che noi in Corea e Taiwan siamo tra i più fortunati, e la luce al fondo del tunnel la vediamo già molto vicina.