MESSAGGIO DI NATALE 2018

Donna e bambino Warao (Venezuela), rifugiati a Pacaraima - Brasile Donna e bambino Warao (Venezuela), rifugiati a Pacaraima - Brasile
Published in I missionari dicono

“Dando uno sguardo al passato ringraziamo Iddio dei benefici ricevuti,
e delle grazie che ci ha concesse, anche in mezzo alle prove, cui piacque a Lui di sottometterci.
D’ora innanzi la nostra sia una vita di speranza di sempre nuove
e abbondanti benedizioni su ciascuno in particolare e sull’Istituto.

Venga presto il bel giorno in cui tutti, un cuor solo ed un’anima sola,
ripigliamo a correre la strada della santificazione nostra,
sotto gli occhi della nostra SS. Consolata”. (Beato Giuseppe Allamano)

 

“Tutte le cose di cui abbiamo veramente bisogno
ci possono venire soltanto come dono!”
(Thomas Merton) …
il Natale, ogni anno, ce lo insegna!

 

Ci sono momenti della storia del mondo in cui il messaggio del Natale esprime un bisogno più forte di condivisione e di unità.

Carissimi missionari, missionarie, parenti, benefattori ed amici;

Accogliamo il dono del Natale!

Natale è il momento del nostro tenerissimo incontro con Dio che diventa uno di noi. Dio non disdegna la nostra pochezza umana ma la assume per dirci quanto siamo preziosi per Lui e quanto valiamo dinanzi ai suoi occhi. Il sentirci pensati da Dio, amati da Lui, cercati, desiderati, il conoscere che Lui mette in gioco la sua vita per noi, ci riempie di tanta gioia. Natale è l’amore donato, regalato a tutti, ai buoni come ai cattivi, ai santi come ai peccatori, agli uomini importanti come a tutti i diseredati.

Celebrare il Natale è fare posto!

Celebrare il Natale significa fare posto, nella mente e nel cuore, a Gesù che bussa alla nostra porta. Spesso non disponiamo di uno spazio già pronto: occorre, perciò, procurargli un ambiente che era occupato, sgombrandolo. Bisogna farlo entrare dove Lui è assente e offrigli ospitalità dove prima era escluso. Il Signore desidera abitare tra noi e mai si stanca di bussare ai nostri cuori, al cuore dell’umanità. Il mondo ha bisogno della sua presenza: guerre che sembrano non cessare mai e altre all’orizzonte; persecuzioni religiose e etniche, sempre più migranti schiavizzati e uccisi nell’indifferenza generale; una cultura dello spreco che ci avvolge sempre più con una forte decadenza di valori; calamità naturali causate dal troppo smog del benessere di pochi… 

La risposta del “Dio che viene a noi” è un invito ad accoglierlo nella nostra vita e a lasciarci trasformare in “docili strumenti nelle sue mani”, perché con il nostro impegno la sua tenerezza possa invadere l’universo intero e donare ad ogni persona: dignità, giustizia, pace, amore, accoglienza, perdono, gratuità!

Celebrare il Natale è accogliere la persona di Gesù!

Con il Natale il messaggio di Gesù si fa più chiaro, la sua identità si presenta in profondità. Egli non pretende da noi qualche cosa, Egli offre sé stesso. Non vuole che ci prostriamo davanti a Lui, ma ci vuole inginocchiati davanti ai fratelli. Non ci chiede di dare la vita per Lui, ma che, con Lui, la mettiamo a disposizione degli altri! Contempliamo e lasciamoci guardare dal bambino Gesù affinché ci doni la fede, ci illumini per diffondere la speranza e c’inviti a trasformare la nostra vita in carità!

Celebrare il Natale è far nascere la missione!

Il Figlio di Dio viene in mezzo a noi, nasce, vive e si dona per una precisa missione: essere segno dell’amore di Dio per il mondo, per ogni uomo. Questa è la nostra stessa missione. La “missione del Natale” è quella di nascere, di far nascere, di rinascere. Anche in un tempo di declino e indecifrabile mutamento come quello che ci mette alla prova. Scorgere il Nascente dentro di noi, negli altri, nei poveri ed esclusi, nei giovani, nella diversità, nel futuro. Il Bambino di Betlemme, infatti, non invecchia, ridesta la fiducia in chi lo accoglie nella propria vita.

Auguro a ciascuno di specchiarsi così nel mistero dell’incarnazione, per approfondire il senso della propria esistenza, e dare buona direzione ai propri passi. Per accogliere l’Amore ed esserne segno umile e credibile. Dio si è fatto uomo perché ognuno di noi diventi più uomo e più umano. Chi ama arriva per primo, i suoi passi arrivano prima. Così è per Dio: i suoi passi sono passi d’amante che arrivano sempre per primi. Da Lui siamo invitati ad imparare il suo stile, a fare sempre il primo passo perché non possiamo restare impassibili, indifferenti davanti alla sofferenza di tanti: il Natale non ce lo permette!

Impariamo dagli alberi…

“Il nonno teneva per mano il nipotino e indicava i poderosi alberi del viale.

Raccontava che niente è più bello di un albero.

- Guarda, guarda gli alberi come lavorano!

- Ma che cosa fanno nonno?

- Tengono la terra attaccata al cielo! Ed è una cosa molto difficile.
Osserva questo tronco rugoso. È come una grossa corda. Ci sono anche tanti nodi.
Alle due estremità i fili della corda si dividono e si allargano per attaccare cielo e terra.
Li chiamano rami in alto e radici in basso. Sono la stessa cosa. Le radici si aprono la strada nel terreno e allo stesso modo i rami si aprono una strada nel cielo.
In entrambi i casi è un duro lavoro!

- Ma nonno, è più difficile penetrare nel terreno che nel cielo!

- Eh no, bimbo mio. Se fosse così, i rami sarebbero belli diritti.
Guarda invece come sono contorti e deformati dallo sforzo. Cercano e faticano.
Fanno tentativi tormentosi più delle radici.

- Ma chi fa fare loro tutta questa faticaccia?

- È il vento. Il vento vorrebbe separare il cielo dalla terra.
Ma gli alberi tengono duro. Per ora stanno vincendo loro.

 

È questo il duro lavoro della nostra fede: tenere il cielo attaccato alla terra,
tenerci stretti al nostro Dio, nella certezza che Lui non molla mai la presa.
Ognuno di noi è così,
come un albero che si radica in piena terra e insieme in pieno cielo …
E spesso c’è tanta fatica nel tenere insieme cielo e terra,
fede e vita, nel cucire i pezzi, nel ricucire noi stessi,
perché qualche volta la vita è davvero dura.”

(Tratto da una raccolta di storie natalizie)

 

Carissimi, i nostri non siano auguri di circostanza, rituali, ma siano la dolce e commovente carezza al cuore come fa Dio. Un Santo Natale a tutti e ad ognuno, fatto di silenzio e di stupore per un Dio amabile che si lascia prendere in braccio!

Natale 2018

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Last modified on Monday, 24 December 2018 10:49

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