Nel contesto delle celebrazioni per i 75 anni di presenza a Martina F. la sera del 12 dicembre, come da programma, ha avuto luogo la “tavola rotonda” per ricordare un grande missionario martinese: Fr. Peppino Argese da poco scomparso. Su una lapide all’ingresso del Palazzo Ducale di Martina, nell’elenco delle persone importanti di questa Città c’è il suo nome con il titolo di ‘patriae decus’. Pure l’ONU nel 1999 l’aveva insignito del titolo di ‘defensor pacis’, anche se lui preferiva essere il ‘mukiri’. È stata una serata bellissima e riuscitissima.
Già il luogo (la sala consiliare nel Palazzo Comunale) era molto significativo. Fuori all’aperto faceva molto freddo: zero gradi. Ma l’aula era piena: forse 300 persone. Ambiente bello, comodo, riscaldato e molto accogliente. Moderatore degli interventi era il Dirigente del Liceo Statale “Tito Livio” Prof. Giovangualberto Carducci, che ha condotto magistralmente la serata. Ha voluto soffermarsi per parlare dei Missionari della Consolata a Martina con molta competenza: lui stesso ha detto che aveva letto l’opuscolo che all’inizio della serata è stata distribuito a tutti i presenti. Molto azzeccato l’accostamento da lui fatto, dei “Missionari della pioggia” come furono chiamati appena arrivati a Martina Franca, al miracolo dell’acqua di Mukululu.
È seguita la visione (un quarto d’ora circa) di un brano del programma di Pierangela trasmessa in TV nel 2006, dove Fr. Peppino Argese per le sue intuizioni veniva definito un altro “Leonardo da Vinci”.
Sono intervenuti il Sindaco Prof. Franco Ancona che ha messo a disposizione la sala consiliare ed è rimasto con noi fino alla fine. Con lui c’erano anche degli assessori e dei consiglieri comunali.
È intervenuto P. Bienvenu Kasuba come Superiore dei Missionari della Comunità di Martina: pur essendo congolese, ha sottolineato, che lui stesso è segno dei frutti della Missione che la Consolata ha operato in Africa.
Ha parlato P. Pio Callegari, come testimone oculare delle opere del Fr. Peppino, perché è vissuto accanto a lui per un po’ di anni nella stessa missione: intervento significativo e a tratti commovente dove la figura di Argese emergeva con tutta la sua umanità e attenzione alla promozione delle persone. Ho capito certi aspetti caratteristici della sua variegata e spiccata personalità, (ha detto P. Callegari) solo quando sono venuto a Martina: curiosità e osservazione, manualità e pazienza, doti necessarie per la costruzione dei ‘trulli’. Solo guardandoli dentro e fuori ho capito l’anima di Mukiri e certe sue chiesette di missione.
Ha poi parlato la sig.ra Maria Teresa Izzinosa Presidente dell’Associazione “La nostra Africa”: questa associazione per molti anni ha mantenuto vivo l’interesse per Fr. Argese, andando spesso a Mukululu con il parroco emerito don Martino Costantini. La sig.ra Maria Teresa ha sollecitato l’Amministrazione comunale a dedicare a ‘Peppino’ una strada o una piazza o qualsiasi cosa della Città per non dimenticare un testimone così importante; e l’ha detto con molta franchezza: fino ad ora a Martina né civilmente né ecclesiasticamente si è fatto qualcosa per una personalità come Fr. Argese.
E’ intervenuto poi il Prof. Raffaele Argese, fratello del nostro missionario, sottolineando i legami con la famiglia e con Martina.
Infine è stato interessante l’intervento del figlio dell’enologo Giovanni Colucci (quest’ultimo, ora scomparso, era andato più volte a Mukululu) che attraverso immagini proiettate ha spiegato l’interesse di ‘Peppino’ per migliorare la qualità della produzione della vigna in Kenya a 2000 metri d’altitudine per produrre buon vino. Tutto è stato accompagnato da canti africani dal gruppo canoro dei nostri giovani.
In un contesto così bello è emerso ‘Peppino’ come figura di Missionario che, secondo lo stile di Gesù, si è sempre preoccupato prima della promozione della persona e poi dell’annuncio del Vangelo anche attraverso le opere umanitarie: oltre l’acquedotto, costruzioni di chiese, ospedali, asili, coltivazioni della vigna e dei campi. Alla fine della serata voci laicali sussurravano che Fr. Argese meriterebbe l’introduzione della causa di beatificazione.