15 di gennaio 2018: un sogno che si trasforma in realtà. Ad Unkanha, una missione abbandonata, nella Diocesi di Tete, riprende vita con uno stile e una vocazione particolare: formare dei catechisti per tre grandi missioni affidate ai Missionari della Consolata nel 2013: Fingoè, Unkanha e Zumbu-Miruru.
È questa una delle risposte alla situazione pastorale che si è trovata cinque anni fa quando si è arrivati nei Distretti di Maravia e Zumbu. Allora si capì subito che qui, dopo tanti anni di abbandono, più di cinquanta anni di assenza dei missionari, si dovevano percorrere due vie: la presenza nelle comunità e la formazione.
Si sono visitate tutte le comunità sparse nell´immenso territorio, circa 25.000 Km2 con una popolazione di circa 200.000 abitanti, si sono organizzati sistematici incontri e corsi per i catechisti nelle diverse zone. Bellissimo, ma non sufficiente!
Le comunità sono molte e tante popolazioni chiedono di conoscere Gesù. Che fare?
Negli Atti degli Apostoli troviamo un esempio e una metodologia di cammino: la comunità di Antiochia che prepara e invia i missionari Barnaba e Paolo.
25 gennaio: festa della conversione/vocazione di Paolo. Un cinquecento persone partecipano, in rappresentanza di 180 comunitá, alla Messa nell’antica missione di Unkanha. Si prega perché queste 11 famiglie possano avere quello spirito di accoglienza della Parola propria della comunità di Antiochia che sfociò nell’invio di Barnaba e Paolo. Accanto a questi due grandi missionari si ricordano i catechisti “martiri di Guiúa” che dal Cielo preghino per noi.
Queste 11 famiglie sono inviate dalle rispettive aree pastorali (l’area comprende 4-5 comunità) in cui sono divise le tre parrocchie-missioni. Le comunità delle diverse zone si impegnano a creare le condizioni costruendo una piccola casa in mattoni e sostenendo con aiuti la loro permanenza nel catechistato. Ritorneranno nella propria zona per servire le comunità come missionari.
Ci fu un momento di perplessità in questo progetto: aprire quest’anno o tramandare tutto nei prossimi anni? Tutto sembrava incerto, alquanto dubbioso, ma il Signore, che parla sempre attraverso dei segni, ci ha indicato il cammino. Pioveva, in macchina passiamo in un villaggio, vediamo sotto la pioggia un catechista con moglie e figli che ci chiedeva un passaggio per la missione di Unkanha perché doveva aprire la “machamba” (campo di miglio) per aver cibo per l’anno di catechistato. Cosa insignificante, ma abbiamo vista in questo l’indicazione del Signore. “Non avere paura, via i dubbi, non calcolare troppo, fidati di Me”. Cosi si è partiti.
Ora abbiamo cinque casette belle e accoglienti e cinque capanne, in attesa che nei prossimi mesi le zone interessate vangano a sostituire le capanne con casette in mattoni e intanto si prevede che altre zone inizino i lavori per l’invio dei propri catechisti. Il progetto prevedere una ventina di famiglie.
Poniamo l’accento sulla presenza non solo del catechista, ma delle famiglie dei catechisti con le loro spose ed i bambini che rendono vivo l’ambiente.
Si è partiti il 15 gennaio con un progetto chiaro anche se tante cose “cammino facendo” dovranno essere riviste e altre si dovranno assumere. Se si vuole crescere veramente, bisogna adeguare ogni anno il cammino alle famiglie dei catechisti che arriveranno.
Scuola di alfabetizzazione, riflessione sulla cultura, risposte da dare per evangelizzare i momenti importanti della vita e della comunità, dinamiche e proposte per animare e guidare le comunità ecc., tutti temi da sviluppare insieme.
L’importante è che accolgano Gesù nella propria vita, camminino in comunione con la Chiesa e sentano l’esigenza di “dire a tutti” chi hanno incontrato e cosa stanno vivendo.
I missionari della Consolata di Fingoè (Padri Carlo Biella, Jacinto Mwallongo, Romão João, Franco Gioda), le suore, Joel (un seminarista della di Tete in stage pastorale), i catechisti formati nel Centro Catechistico di Guiúa e alcuni anziani delle tre parrocchie ci aiuteranno in questo cammino di formazione (Bibbia-catechesi-promozione umana), di spiritualità (momenti forti di preghiera), di comunione (famiglie unite dalla vocazione apostolica) e di missione (impegnate concretamente in un lavoro missionario nelle comunità vicine).
Si è partiti nella convinzione che sono essi i veri missionari perché saranno presenti nella realtà quotidiana delle loro comunità, saranno essi ad aiutarle ad accogliete la Parola, a essere vicino ai poveri e ad asciugare le lacrime nel nome di Gesú.