Domenica 8 aprile, presso l'Oratorio San Pancrazio di Roveredo in Piano, si è svolta l'annuale Assemblea dell'Associazione ‘padre Bruno Del Piero’ (il ‘nostro’ missionario della Consolata che ha ‘speso’ ben 53 anni della sua vita in Colombia).
Dopo un’iniziale preghiera-invocazione alla Vergine e la lettura di una lettera di padre Bruno scritta quando era in Colombia da 1 anno, la Presidente Donatella (nipote di p.Bruno) ha ampiamente relazionato ai presenti gli ultimi passi compiuti dall'Associazione, documentando (cifre alla mano, anche con l’intervento aiuto del Tesoriere e Revisore Giorgio) gli interventi e gli aiuti concreti inviati in Colombia (dove ha ‘operato’ padre Bruno) continuando quella collaborazione iniziata subito dopo la Sua scomparsa nel 2014: a tal proposito sono state inviate significative somme per diverse ‘costruzioni’ e sostegni a iniziative in quella terra. I primi due progetti sono stati realizzati a Puerto Refugio, un villaggio sperduto nella regione amazzonica colombiana del Putumayo, lungo il fiume affluente del Rio delle Amazzoni che da’ il nome della Regione.
La comunità di Puerto Refugio fa parte della riserva indigena del “Predio Putumayo” una delle piu’ grandi riserve colombiane, ed è composta da circa 300 abitanti di origine indigena Murui. L’ultimo desiderio di padre Bruno è diventato il primo impegno dell’associazione nata in suo nome tra i suoi concittadini. Padre Bruno aveva a cuore il completamento e sistemazione della chiesetta dedicata a San Bartolomeo, patrono di Roveredo in Piano suo paese natale, che era stata costruita dal missionario nel 2003. La chiesetta grazie agli aiuti economici è stata sistemata e inaugurata ad aprile 2015.
Sempre a Puerto Refugio è stato realizzato il secondo progetto, la costruzione della nuova canonica e sacrestia, che prima era una casetta in legno fatiscente con due stanze che sorgeva sul retro della chiesetta. La nuova casa di accoglienza intitolata al caro missionario è stata inaugurata in aprile 2017 e accoglie i missionari che da Puerto Leguizamo, sede del Vicariato, dopo 3 ore di barca lungo il rio Putumayo arrivano nel villaggio di Puerto Refugio dando loro un tetto dove riposare; questi missionari possono così trovare una accoglienza e un conforto prima di continuare il viaggio in barca per visitare altri villaggi che sorgono lungo il rio Putumayo verso il Rio delle Amazzoni.
Il terzo progetto iniziato nel 2016 e che continua tuttora è il sostentamento al ‘comedor comunitario Poussepin’, un centro dove vivono circa 100 bambini provenienti da famiglie povere che non hanno la possibilità di dare un pasto e una istruzione ai loro figli. Il centro si trova a Puerto Leguizamo, nel sud della Colombia ai confini con il Peru’ ed è gestito da volonterose suore, suor Bertha, suor Giannita e suor Yaneth. Con i soldi inviati dalla Associazione le religiose hanno potuto comprare cibo e anche qualche computer, perchè come dicono loro, l’istruzione di questi “ninos” è importante per il loro futuro. Il quarto progetto iniziato nel 2017 è la sistemazione della casa canonica di Solano, un paese che sorge lungo il Rio Caquetà, dove operano due missionari molto cari a padre Bruno, padre Rino e padre Angelo Casadei. La casa dei missionari è alquanto fatiscente ed è in programma la sua ristrutturazione, in primis necessita rifare il tetto in quanto piove dentro. Un ‘bilancio’ (fino a tutto dicembre 2017), anche economico, più che positivo, che è stato approvato in maniera unanime dai presenti, sottolineando vivamente l’apporto quanto mai generoso della comunità roveredana a tali finalità ‘missionarie’.
E’ seguita la proiezione di un filmato per capire la ‘vita’ di questa Terra di missione così lontana dal nostro mondo e dalla nostra realtà: immagini che sono state commentate sia da Bruna (nipote di padre Bruno) sia da Alberto Cancian, che ha vissuto con padre Bruno e condiviso gli ultimi momenti della sua vita in Colombia. Quindi Sergio Gentilini ha illustrato l’ampia mostra fotografica esposta alle pareti, dov’erano esposti anche il Crocifisso e la veste bianca sempre indossata da padre Bruno. Una prima parte delle immagini, curate dalla nipote del missionario illustravano le realizzazioni fatte in Colombia grazie al sostegno economico della Associazione. Seguiva una lunga serie di fotografie che illustravano la vita della gente roveredana al tempo dei genitori di padre Bruno, Maria e Giuseppe ( nati verso la fine del 1800) commentando l’atmosfera e l’ambiente rurale e contadino della comunità, nella sua ricchezza di iniziative a pro della comunità sia civile sia religiosa: una Roveredo molto unita e pur nella allora povertà di mezzi ma ricca ‘dentro’: ed è stata ricordata la definizione di mamma Maria che ha definito ‘quella Roveredo‘ una comunità dove si viveva ”come frades”! ed in questo clima è vissuto il giovane Bruno, per alcuni anni casaro nella locale Latteria; poi la sua vocazione (prima con don Indri e poi con don Mario) e la predizione profetica di padre Pio da Pietrelcina che predisse al futuro padre Bruno l’ingresso in Seminario e quindi la sua lunga e fattiva vita in terra di missione; e all’allora giovane cappellano don Mario, la sua intensa attività pastorale che sarebbe durata tutta la vita nella sua Roveredo.
Quindi l’ingresso in Seminario, la sua prima S. Messa a Torino alla Consolata presenti i genitori Maria e Giuseppe (che lui amava sottolineare che i loro nomi erano come quelli dei genitori di Gesù); poi la destinazione in terra di missione in Colombia, dove si spenderà per ben 53 anni; qualche ritorno nel suo paese natale, l'ultima volta nel 2012 quando compì 80 anni. E poi come non ricordare quell’ultima volta per salutare sua madre Maria negli ultimi giorni di vita in Ospedale: e le raccomandazioni affettuose della Mamma: di benedirla e di aiutarla negli ultimi momenti, che lo avrebbe ‘seguìto’ per sempre da ‘lassù’, e dopo la sua dipartita , di ripartire per la Colombia continuando come ‘missionario tra la sua gente’. E così avverrà fino agli ultimi giorni: oggi padre Bruno riposa a Cartagena del Chaira’ nel Caquetà, dove era stato il primo cappellano nel 1968. La sua tomba è sempre ‘fiorita’ quale costante testimonianza della ‘sua gente’ che gli ha voluto bene e per la quale si è ‘speso' con vera e amorevole generosità sino alla fine. Dei sei fratelli di padre Bruno, è viva solo la sorella (ultima dei fratelli) che abita a Roveredo: e il suo nome è Rosa.
L’incontro è terminato con la visita ai molti pannelli in mostra, allineati lungo le pareti della Sala: tale esposizione è stata poi trasferita nella chiesetta dell'oratorio, visitabile tutto il mese di Aprile. Lunedi 16 aprile, nell’anniversario del ritorno al Padre dell'amato missionario roveredano, alle 18.30 la S.Messa è stata dedicata a padre Bruno e impreziosita da canti e momenti di riflessione e ricordo del nostro missionario, Padre e Pastore.