In questi giorni si trova tra noi Mons. Joaquin Pinzón, missionario della Consolata, vescovo del Vicariato di Puerto Leguizamo-Solano, convocato a Roma per la preparazione del Sinodo sull’Amazzonia che verrà celebrato ad ottobre 2019.
In un incontro di condivisione fraterna trattenuto con la comunità della Casa Generalizia lo scorso mercoledì, ci ha ricordato che questo sinodo fu voluto da Papa Francesco per rispondere concretamente alle minacce e distruzione che pesa sulla foresta amazzonica partendo da quanto aveva già scritto nella Laudato si´. Già In essa il Pontefice ha voluto suscitare il dialogo a più fronti facendo delle proposte concrete, e soprattutto denunciando che il modello di società che seguiamo ci sta portando alla distruzione della casa comune. “La proposta è quella di guardare la questione ecologica in tutti i suoi ambiti. A questo Papa Francesco chiama ecologia integrale. Infatti, non si può parlare di ecologia senza avere in conto quelli che ne soffrono le più dure conseguenza, ossia i poveri. Bisogna quindi guardare all’ecologia pensando alla persona in tutti i suoi rapporti: con la natura, con la società, con Dio. Concretamente, questo richiede una conversione ecologica che ha il suo primo passo nel prendere sul serio la crisi ecologica. Papa Francesco intende chiamare tutte le persone al dialogo e in tutte le diverse discipline, compresa la politica.”
Di seguito ci illustra sul percorso già fatto e da fare riguardo al Sinodo. Riferisce che “dalla Laudato si’ si è iniziato un percorso per capire il bioma amazzonico che, insieme agli altri ecosistemi forestali del mondo, influisce sul clima e specialmente sul ciclo dell’acqua. Il Papa vuole che non ci si fermi qui, ma ci si un ulteriore passo in avanti e dalla riflessione nasca lo stimolo anche per prendere in considerazione le altre parti del mondo. La convocazione del Sinodo vuole richiamare alla questione ecologica, ma anche spingere la chiesa a non dimenticare l’Amazzonia. A quando della vista della Colombia diceva che la essa ha due braccia e dimenticare l’Amazzonia è fare un’amputazione. L’altro aspetto a che vuole rivolgersi è quello di una Chiesa con il volto dell’Amazzonia, i suoi abitanti, gli indios, ma anche tutti i suoi abitanti. Infatti, non solo gli indios, ma tutti coloro che vi vivono si devono compromettere.”
Il cammino verso il Sinodo si vuole sia al massimo possibile partecipato dalla base. Ricorda che per l’occasione della visita del Papa in Perù ci fu l’incontro a Puerto Maldonado, dove Mons. Joaquin fu presente sia come rappresentante della Conferenza Episcopale colombiana, ma anche come diretto interessato poiché il suo “gregge” vive immerso nella foresta Amazzonica. “Questo fu il primo momento, anzi il secondo perché il primo fu la convocazione. Questa partecipazione è estremamente necessaria poiché le conferenze episcopali interessate poco o niente conoscono della questione amazzonica. A Maldonado si è trattato di ascoltare le persone che vivono nella regione amazzonica, specialmente gli indigeni. A loro furono rivolte due domande: La prima era cosa loro aspettavano della visita del Papa, ma la seconda, e più importante, era cosa si aspettavano della Chiesa in Amazzonia. Da questo ascolto dei popoli dell’Amazzonia, dell’ascolto del Papa insieme al materiale portato dai vescovi delle 9 nazioni integranti l’Amazzonia si è fatta una raccolta.”
Con il Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, il Cardinale Claudio Hummes, presidente della REPAM (Rete Ecclesiale Pan Amazzonica), con i vescovi rappresentanti di ogni paese e rappresentanti laici, si è riflettuto su questo materiale e si è fatta una proposta per la tematica e i contenuti che fu poi consegnata ad una commissione interdisciplinare di specialisti (teologi, sociologi, antropologi, filosofi, …). Loro, quindi, hanno presentato una proposta che la commissione preparatoria analizzerà in questi giorni. Anche il CELAM ha scritto una lettera per aiutare ad una lettura contestuale della Laudati si’. “Con i contenuti di questa lettera e ciò che indicheranno gli esperti - continua Mons. Joaquin - noi faremmo i Lineamenta che saranno poi inviati ad ogni paese che sono ormai anch’essi al lavoro raggruppati per zone... Questo lavoro sarà poi studiato da un pre-sinodo partecipato dai vescovi e laici dell’Amazzonia. Finalmente quel materiale sarà elaborato per fare lo Strumentum Laboris che dopo essere studiato alla base costituirà il materiale di lavoro del Sinodo qui a Roma ad ottobre del prossimo anno.”