La comunità di Casa Generalizia si è preparata alla festa del Beato Giuseppe Allamano con un triduo guidato dal padre Renzo Marcolongo.
I vespri delle tre serate sono stati celebrati in modo solenne e dopo la lettura, Renzo ha sviluppato il tema “La Santità nel e del Quotidiano” approfondendo il ritornello formativo dell’Allamano: “Fare bene il bene” e “Il bene va fatto bene”.
È quasi impossibile sapere quante volte il fondatore abbia adoperato queste parole. Sono un ritornello che lui utilizza in molte occasioni e lo si nota nelle sue conferenze e nei suoi insegnamenti. Si potrebbe quasi dire che l’Allamano era ossessionato dal desiderio di “fare bene il bene” e lo inculcava ai suoi missionari e missionarie. Questa ossessione o ritornello gli veniva dallo zio Cafasso la cui tesi fondamentale era che la santità significava vivere bene la realtà quotidiana senza fare cose straordinarie, ma essere però straordinari nella quotidianità. Il fondatore ha fatto suo questo insegnamento e ce lo ha trasmesso.
Per “fare il bene bene” il Beato Allamano suggeriva di fare le cose con questi tre pensieri: “fare ogni cosa come la farebbe N.S. Gesù Cristo”; “fare le nostre azioni a quel modo che vorremmo averle fatte quando ce ne sarà domandato conto al tribunale di Dio” e “fare ogni cosa come se fosse l’ultima della nostra vita”. E in più aggiungeva che erano necessarie tre qualità: prontezza – esattezza – garbo e altrettante attitudini: perseverante – concorde – illuminato.
Il fondatore aveva anche un’altra ossessione riguardo il bene, e cioè che il bene va fatto “senza far rumore”. Parlando di “non far rumore” non si riferiva solo al fatto di non divulgarlo ai quattro venti per riceverne plausi, ma anche al fatto che i missionari non dovevano tralasciare la preghiera. Senza la santità il lavoro apostolico era solo rumore senza profondità.
L’Allamano desidera che noi suoi figli e figlie sapessimo godere del bene fatto bene non solo nostro personale ma anche di quello fatto dagli altri.
Abbiamo voluto guardare ad un insegnamento particolare del nostro Fondatore: “il bene fatto bene” e vedere come le sue parole di allora possano essere parole di ora, da vivere cioè nel nostro quotidiano.