Festa della Fondazione a Casa Generalizia

Published in I missionari dicono

In clima di gioia e rendimento di grazie, ieri sera, alla Casa Generalizia a Roma, con la Messa presieduta dal Arcivescovo di Nampula - Mozambico, Mons. Inácio Saure, si è celebrato il 117º anniversario di nascita della nostra famiglia religiosa missionaria. Per l'occasione si sono aggregati a noi i confratelli che vivono nella Casa di Via Nomentana e la comunità del Seminario Internazionale di Bravetta. Infatti, proprio loro, col loro canto, hanno dato colore alla nostra lode a Dio. Significativa fu la presenza di due vescovi dell'Etiopia: Mons. Abraham di Meki e Mons. Seyoum di Hosanna. Presentandoli, P. Stefano ha sottolineato il collegamento con il grande sogno missionario del Fondatore, ossia, inviare missionari in Etiopia e tante altre nazione del mondo dove Gesù non è conosciuto.

Nell'omelia Mons. Saure, citando le parole di Paolo appena lette, ha sottolineato che è proprio a Lui Dio che bisogna rendere grazie: "Benedetto sia Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo." Di seguito riportiamo il testo integrale della omelia.

A chiusura della celebrazione, dopo i ringraziamenti a tutti presenti, P. Stefano, Superiore Generale, ha ricordato che la Festa della Fondazione è "giornata di ringraziamento per il dono del nostro istituto. Giornata per crescere nello spirito di appartenenza alla nostra famiglia, per sentirci parte in un tempo di grande cambiamento." Ha sottolineato dunque che "questa è anche per noi una giornata per crescere nella volontà di essere migliori, più santi, più missionari autentici." E dopo porgere a tutti e ad ognuno i più calorosi auguri concluse con le parole tanto care al Beato Allamano: "Coraggio e avanti in Domino".

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Carissimi fratelli,

"Benedetto sia Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo": Paolo, nella lettera agli Efesini appena ascoltata, comincia benedicendo Dio: Dio ci ha creati affinché lo glorifichiamo. Questa glorificazione che dall'uomo si innalza a Dio è un riconoscimento che da Lui viene la vita, e perciò è lode. Vogliamo dunque, al celebrare la Santa messa per i nostri Istituti nell'anniversario della fondazione, che il nome del Signore sfa benedetto.

Paolo, nella sua Lode, rende grazie a Dio perché "ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo". Infatti, egli come apostolo e missionario delle genti, vuole che quelli che hanno aderito al Vangelo prendono la coscienza della generosità divina; dell'l'amore infinito di Dio per loro. E tutti quelli che hanno risposto positivamente alla predicazione apostolica devono essere pieni di gratitudine verso Dio. La loro stessa vita dev'essere un inno di ringraziamento, perché hanno ricevuto tante ricchezze spirituali. Dio non improvvisa i suoi doni, ma li prepara per tempo. Paolo ci ricorda che "in lui (= Cristo) Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo". Il progetto originario di Dio era quello di comunicare all'uomo la sua grazia; per questo egli ha creato il mondo.

La Cosa più importante nel mondo sono le persone umane, che sono chiamate a diventare sante e immacolate al cospetto di Dio nell'amore. Dio Padre, pieno di misericordia, ci ha creati per potere comunicare il suo amore e per potere far vivere nell'amore in unione con Lui. La gloria di Dio, infatti, è la gloria di amare; e la nostra esistenza, come dice Paolo, dev'essere "a lode e gloria della sua grazia", del suo amore gratuito, che egli ci ha offerto nel suo Figlio diletto.

Si, Dio ci ha creati, come famiglia missionaria, per potere comunicare il suo amore a tutte le genti e fare sì che tutti possano vivere nell'amore e in unione con Lui. Infatti, abbiamo appena pregato nella colletta che "Tu hai piantato il germoglio della nostra famiglia missionaria nella vigna della tua Chiesa, per estendere a tutti i popoli l'opera dell'amore.

Questo amore gratuito di Dio, che proclamiamo e viviamo, ha procurato la redenzione, la salvezza dei popoli. Nel sangue di Cristo otteniamo la remissione dei peccati, secondo la ricchezza del suo amore generoso, abbondantemente riversato su di noi "con ogni sapienza e intelligenza". Dio non si è accontentato di riversare su di noi l'abbondanza del suo amore, ma ci ha anche comunicato la conoscenza, per farci condividere più intimamente e pienamente la sua vita. La nostra esistenza cristiana e missionaria è ricca di promesse e di speranza, perché siamo stati fatti eredi, siamo predestinati a vivere pienamente ed eternamente nella comunione con Dio.

Alla fine, Paolo spiega che i cristiani provenienti dal popolo d'Israele sono stati i primi beneficiari di questo immenso amore di Dio, ma che adesso anche i pagani vengono raggiunti pienamente da questo progetto di Dio. Quant'è bello partecipare a quest'opera di evangelizzazione nella quale siamo istrumenti affinché tutti i popoli possano essere raggiunti al progetto di Dio!

In questo Inno di ringraziamento a cui siamo chiamati ad alzare verso Dio per la nostra vocazione missionaria vissuta in questa famiglia religiosa e nella chiesa, dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo progredire nell'accogliere questo progetto di Dio. E per progredire in questa dimensione dobbiamo imparare a rimanere nell'amore del Signore, come abbiamo sentito nel Vangelo.

Questo verbo chiave del quarto Vangelo — Rimanere — significa prendere dimora, fondare un legame stabile in Cristo Gesù. Il rimanere non è sterile, si riconosce dal fatto che porta frutti. I frutti principali sono il cambiamento e la gioia che lo stesso rimanere gratuitamente provoca.

Il rimanere con Gesù implica — come dovere a livello di coerenza, ma prima e innanzitutto come conseguenza a livello dell'essere — vivere come Gesù: "Chi dice di dimorare in Lui, deve comportarsi come Lui si è comportato" (1 Gv 2,6).

A questo punto, restando attaccati a Lui, come tralci alla vite, vogliamo chiedere il Signore per il futuro della nostra famiglia religiosa: che restiamo attaccati a Lui, per portare ancora molto frutto, cioè il suo stesso frutto, la sua a stessa vita di Figlio, il suo stesso amore per il Padre, il suo stesso amore per i fratelli.

Che il Beato Giuseppe Allamano che, ispirato da Dio, diede inizio alla nostra famiglia missionaria, e la Vergine Consolata, possa aiutarci a rimanere nel Signore.

 

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Last modified on Sunday, 04 February 2018 17:43
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