Europa, un altro modo per celebrare la festa dei fedeli defunti. Ho avuto l'opportunità di essere invitato da un sacerdote europeo della mia comunità religiosa, ad andare al cimitero e vivere l'esperienza in terra straniera. Quando la persona muore, viene preparata dal servizio funerario, dopo qualche giorno vengono portati in Chiesa, si celebra la messa e alla fine vengono portati per essere seppelliti nel cimitero, dove li seppellisce la struttura corrispondente, una targa viene deposta e l'atto funebre finisce.
Durante il giorno molti europei si recano ai cimiteri per portare fiori, lampade con batterie ricaricabili e ricordini. Nel cimitero si fanno il segno della croce e vanno alla tomba della persona amata, la pregano e quando lasciano il luogo si fanno di nuovo il segno della croce. È così che si commemora il Giorno dei Morti in Europa.
È necessario che la VITA sia vissuta con tutte le forze fino all'ora della morte. La morte e la risurrezione ci spingono a una riflessione: pensa alla morte, per dare più valore alla vita.
Anselm Grûn ci racconta l'incontro definitivo: “Quando incontriamo Dio non evaporiamo, ma il nostro nucleo più intimo, la nostra persona, si salverà per sempre”. Sì, solo in Dio risplenderà del suo vero splendore l'immagine originale e non falsificata che Egli ha impresso nell'anima. Nell'Eucaristia celebriamo la morte e la risurrezione di Gesù. La separazione tra vita e morte, tra vivi e morti, tra cielo e terra, è eliminata. Viviamo in comunione con coloro che sono morti prima. Celebriamo il fatto che la morte non può separarci da Dio e non distruggerà la comunione con le persone che amiamo. "L'amore è più forte della morte.".
Nella cultura messicana, con grande gioia, la tradizionale danza della chitarra. La mia città si prepara con mesi di anticipo con la coltivazione del fiore de cempasúchil, con la novena dei fedeli defunti e la tradizionale danza del macho mula e l'altare dei fedeli defunti.
Un incontro con i vivi e i risorti. Il defunto, insieme al Risorto, ci incoraggia e conferma che la morte non ha l'ultima parola.
La teologia cattolica afferma che non c'è la morte: "Chi crede in te, Signore, non morirà per sempre". La Pasqua è il passaggio dalla morte alla vita eterna.
Ricordo la frase di Gabriel Marcel: "Amare qualcuno è dirgli: non morirai mai". Non dimentichiamo di ricordarci di tornare indietro attraverso il cuore. Credo che questo evento ci incoraggi a vivere al 100% nel presente ed adesso.