La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre James Bhola Lengarin, il Superiore Generale dei Missionari della Consolata. La Santa Messa di ringraziamento sarà celebrata alle ore 12:00, seguita dal pranzo.

In occasione di questo Giubileo, vi invitiamo a unirvi in preghiera al Padre Generale, affinché insieme, come famiglia Consolata, possiamo rendere grazie a Dio per tutti i doni e le grazie ricevute attraverso il suo ministero sacerdotale in questi 25 anni. Per intercessione del Beato Fondatore, Giuseppe Allamano, pregiamo che Dio lo illumini e lo protegga nel suo servizio nella direzione del nostro Istituto e nell'accompagnamento e formazione di santi missionari.

Messa di ringraziamento a Wamba nel Kenya

Domenica 11 agosto 2024, padre James Lengarin celebrerà una Messa di ringraziamento nella Missione di Wamba nel Kenya, dove è stato ordinato sacerdote il 18 luglio 1999.

Biografia

Padre James Bhola Lengarin è nato il 15 aprile 1971 a Maralal provincia di Rift Valley, 300 chilometri a Nord di Nairobi in Kenya. Figlio di Leaburia Lapus e Naiduri Leaburia, famiglia del popolo Samburu, i pastori nomadi la cui esistenza è molto legata alla natura, al bestiame e al territorio. Ha fatto i suoi studi elementari a Masikita (1979 - 1980) e a Baragoi (1981 - 1985); a Baragoi ha anche frequentato la scuola media (1986 -1989). Ha iniziato la sua formazione religiosa come missionario della Consolata a Nairobi, presso il Consolata Seminary  dove ha vissuto il suo postulandato e ha studiato filosofia dal 1990 al 1993.

L’anno canonico del Noviziato ha compiuto a Sagana, in Kenya, dove ha emesso la prima professione religiosa il 6 agosto 1994. Dal 1994 al 1997 ha studiato Teologia a Londra, in Inghilterra e successivamente ha conseguito il Master in Missiologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. È stato ordinato diacono il 27 giugno 1998 a Roma-Bravetta da Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, IMC. La ordinazione sacerdotale è avvenuta il 18 luglio 1999 a Wamba, in Kenya, celebrata da Mons. Ambrogio Ravasi, IMC, vescovo della diocesi di Marsabit.

Durante i suoi primi anni di ministero in Italia, è stato animatore missionario a Galatina e Martinafranca, vice-formatore e poi rettore del seminario di Bravetta (Roma). Tornato in Kenya, è stato Maestro dei Novizi a Mathari, Direttore della Scuola di Lingue a Nairobi, Rettore del Santuario della Consolata e Amministratore della Regione Kenya-Uganda. 

Nel 2017 ha partecipato al XIII Capitolo Generale a Roma che lo ha eletto Vice Superiore Generale, incarico che ha ricoperto dal 2017 al 2023.

Nell’ultimo Capitolo Generale, il 12 giugno 2023, padre James Lengarin è stato eletto decimo Superiore Generale nella storia dei Missionari della Consolata, incarico che ricoprirà fino al 2029.

* Segretariato Generale per la Comunicazione IMC.

Messaggio del Superiore Generale, padre James Bhola Lengarin

“Tutti abbiamo gioito, il 23 maggio scorso, alla notizia del riconoscimento del miracolo attribuito al nostro amato Padre Fondatore”, dice il Padre Generale all’inizio del suo messaggio inviato a tutti i missionari, missionarie e laici della Consolata, parenti, amici e benefattori in occasione della Festa della S. V. Consolata, il 20 giugno.

Padre James Lengarin, IMC, prosegue sottolineando che questa “gioia e soddisfazione erano evidenti anche sul volto di coloro che, con tenacia, costanza e umiltà, hanno lavorato instancabilmente, spesso nel nascondimento, in questi ultimi anni per portare avanti le varie tappe del processo di canonizzazione”.

“Un ringraziamento del tutto speciale – dice il Padre Generale - va comunque alla nostra Madre Consolata che, attraverso il Beato Giuseppe Allamano, ha fondato la Famiglia della Consolata”.

Messaggio del Superiore Generale (Video realizzato da Fr. Adolphe Mulengezi)

Partendo del miracolo ricevuto da Sorino Yanomami attraverso l’intercessione del Beato Allamano, il messaggio del Padre Generale, offre una riflessione sul miracolo di Cana di Galilea e sul ruolo da ‘protagonista’ di Maria, convincente nei confronti di suo Figlio e coinvolgente con i servi del banchetto nuziale”.

La riflessione applica il brano del banchetto di Cana (Giovanni 2,3-11) alla nostra vita di consacrati e alle diverse realtà della nostra missione nel mondo.

“Come Maria intercede per gli sposi dicendo a Gesù: ‘Non hanno Vino’, anche la nostra missione è chiamata a declinarsi come intercessione per l’umanità soprattutto per tutti coloro che soffrono per la “mancanza” di beni primari, di pace e di giustizia”.

Il Messaggio conclude ricordando che “la missione si vive nella tensione tra questi due polarità: ‘Non hanno più vino’ ... ‘Fate tutto quello che vi dirà’. Dalla costatazione di una mancanza all’essere inviati da Gesù ad annunciare il Vangelo che riempie la vita di senso, di pace, gioia e consolazione. Come Maria, l’importante è fidarci di Lui. Cercare di ‘fare sempre quello che ci dirà’ soprattutto nei momenti di difficoltà, perché la missione è sua e non nostra!! (cfr. 1 Cor 3,9)”.

Auguriamoci una Buona Festa della Consolata anche motivati da questa riflessione del Superiore Generale che pubblichiamo integralmente.

* Segretariato Generale per la Comunicazione - SGC

Il Superiore dei Missionari della Consolata esprime la gioia dell'Istituto per la prossima canonizzazione del Fondatore. I 900 religiosi sparsi alle frontiere della nuova evangelizzazione sono impegnati in via prioritaria nell'educazione e nella promozione umana di gruppi etnici ancora non integrati appieno nelle società. È il caso, per esempio, degli afrodiscendenti, dei Pigmei, degli indigeni nelle Americhe. "Abbiamo un'età media di 53 anni ma possiamo fare ancora tanto"

"È un momento di grazia". Così il keniano padre James Lengarin IMC, Superiore Generale dei Missionari della Consolata, commenta la notizia della imminente canonizzazione del fondatore, il beato Giuseppe Allamano. Con 900 religiosi sparsi nel mondo, con una età media di 53 anni, la congregazione nata poco più di un secolo fa può contare su molti anziani i quali, tuttavia, "ancora possono fare tanto", portando avanti il carisma di andare alle frontiere, con entusiasmo, dedizione e creatività.

Andare "ad gentes"

Ci risponde dall'Argentina, il Superiore: "Mi trovavo in Colombia per la XIII Conferenza regionale con una sessantina di padri, quando è giunta la notizia: è una gioia immensa perché l'abbiamo attesa per tanti anni. È un momento di grazia". Padre Lengarin ricorda l'origine della costituzione di questa famiglia di consacrati: "Noi siamo stati fondati soprattutto per i non cristiani. Il nostro fondatore fu ispirato molto dall'attività missionaria dei sacerdoti di Don Bosco. Per lui la massima preoccupazione è sempre stata quella di andare a portare il Vangelo a coloro che non conoscono Dio. Inoltre, la promozione umana è stata un aspetto molto importante che lui ha sempre sottolineato". 

Ascolta l'intervista a padre James Lengarin - Radio Vaticana

 

Cresciuto fra i salesiani, Allamano a 22 anni è sacerdote e coltiva il sogno di partire in missione, ma la salute cagionevole non glielo permette. All'età di 29 anni lo mandano a dirigere il più grande Santuario mariano di Torino dedicato alla Madonna Consolata che riporta agli splendori di un tempo. Il fuoco per la missione lo trasmette a giovani preti che, formati alla scuola del loro rettore, si preparano a salpare per le terre lontane. Così si gettano le basi per l’Istituto Missioni Consolata (IMC), che fonda nel 1901 costituendo, su richiesta di Pio X, anche un ramo femminile con le Suore Missionarie della Consolata (MC) nel 1910. Il miracolo che porterà alla canonizzazione ci riporta in Brasile, nello Stato di Roraima, in piena foresta amazzonica, che resta dal 1948 una delle mete dell'impegno missionario.

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Beato Giuseppe Allamano

Come cambia la geografia della missione

Padre James racconta come nel tempo, soprattutto dalla fine degli anni Novanta, l'evangelizzazione sia cambiata moltissimo. E ricorda quando, dopo la prima parte della sua formazione in Inghilterra, venne in Italia:"Erano tempi difficili poiché noi eravamo stati formati per la missione 'ad gentes' e l'epoca ci imponeva di restare in missione in Europa, cosa che non ci saremmo aspettati. Perché, ci dicevano, la missione ora è ovunque". Del resto, è evidente che sia l'Africa a maturare oggi tante vocazioni e che i bacini delle vocazioni stesse si siano quasi completamente ribaltati rispetto ai secoli scorsi. "Io ricordo che quando sono entrato nella congregazione desideravo andare in Amazzonia, la cosa infatti che mi attraeva di più era lavorare con gli Indios. Invece mi hanno detto che sarei dovuto restare in Italia. L'allora Superiore mi disse che l'Italia era terra di missione e che dovevo rimanere qua. Non ci ho dormito tutta la notte. Sono stato mandato al Sud, vicino Lecce, a Galatina". Racconta che all'inizio la gente del posto lo guardava con sospetto rivendicando il fatto che loro non erano come le persone "che non conoscevano Dio". Ci restò cinque anni, scoprendo poi che quella esperienza era stata inaspettatamente bella e capace di cambiargli la vita. 

Dall'Africa vocazioni in crescita

Quanto contano i numeri? Contano, spiega padre Lengarin, perché quando si può contare su un numero consistente di giovani energie si può progettare di "aprire nuovi luoghi di sfida". Accenna, per esempio, alla condizione degli afro-discendenti tra i quali, osserva, ci sarebbe molto da fare perché generalmente "siamo portati ancora a non riconoscere i loro valori". Precisa che in diverse regioni essi non hanno ancora avuto una piena integrazione: accade, per esempio, in Brasile, Colombia, Venezuela, Nicaragua. In Africa, i Pigmei della foresta tropicale del Congo, destano molta attenzione da parte dei Missionari della Consolata che avrebbero in animo di operare maggiormente in loro favore anche per promuovere una sana e non traumatica attivazione di collegamenti tra i loro gruppi chiusi e il resto della società. Proprio dall'Africa, peraltro, "prevediamo che nasceranno ancora vocazioni, se si segue la tendenza attuale, una decina o una ventina l'anno". Le priorità apostoliche dell'Istituto restano gli indigeni d'America, gli abitanti nella vasta regione amazzonica, i centri urbani con le parrocchie e, attività ritenuta fondamentale, i centri educativi.

Fonte: Pubblicato  originalmente in Vatican News

Via dalla tua testa il cercare te stesso e i tuoi gusti, ma solo la gloria di Dio e il bene delle anime: Dio solo e anime” (Allamano, Conf. I, 267)

20240327James“Se la Pasqua è la festa più importante per tutti i cristiani, lo è ancor di più per noi missionari, chiamati a “partire senza indugio”, a nostra volta, per annunciare al mondo la vittoria della vita sulla morte, della luce sulle tenebre, della speranza sullo sconforto, della liberazione da ogni forma di schiavitù”, dice il Superiore Generale, padre James Bhola Lengarin, IMC, all’inizio del suo messaggio inviato questa domenica, 24 marzo, a tutti i missionari, missionarie e laici della Consolata, parenti, amici e benefattori.

Il Padre Generale prosegue sottolineando che “la Pasqua è il mistero da cui parte e su cui poggia tutta la nostra fede; infatti, fede e risurrezione sono connesse indissolubilmente, come afferma San Paolo, ‘se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede’” (1Cor 15:14).

E ricordando il nostro carisma, padre Lengarin lancia un invito ad annunciare Cristo risorto al mondo. “Carissimi e carissime, il Signore è risorto, è veramente risorto, Alleluia. Annunciamolo con forza ed entusiasmo anche noi consacrati per la missione ad gentes, inviati a testimoniare con la vita questa grande e gioiosa notizia agli uomini e alle donne del nostro tempo”.

Auguriamoci una Santa Pasqua, di pace e consolazione anche motivati da questa riflessione del Superiore Generale che pubblichiamo integralmente.

 

Parlando alla conclusione della XIII Conferenza della Regione Kenya, il Superiore Generale, padre James Lengarin, ha messo in guardia i missionari dal rischio di perdere l'attenzione all'essenziale della vita consacrata vivendo "una vita mediocre" che produce "...superficialità, perdita di entusiasmo, e una serie di altri problemi che condizionano poi le scelte di alcuni missionari".

La Conferenza tenutasi a Sagana, dal 26 febbraio al 1° marzo, ha riunito 46 delegati rappresentanti dei missionari della Consolata che lavorano in Kenya e Uganda con l'obiettivo di pianificare la vita e la missione per i prossimi sei anni.

All'incontro con il Padre Generale hanno partecipato anche il Vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano e il Consigliere Generale incaricato del Continente Africa, padre Erasto Mgalama.

Nel sollecitare una forte fraternità tra i missionari, il Padre Generale ha osservato che la superficialità e l’individualismo nella vita comunitaria sono spesso il risultato di "una mancanza di chiarezza dei ruoli all'interno della comunità, della scarsa volontà di alcuni dei loro membri di assumere il proprio ruolo con coscienza, responsabilità e servizio”. P. James ha poi aggiunto che “l'entusiasmo per la vita consacrata sta diminuendo e la fedeltà a questo ideale è diventata fragile e difficile da mantenere".

A questo scopo il padre Lengarin ha sottolineato l’importanza che ogni comunità pianifichi insieme, permettendo la viva partecipazione di tutti i suoi membri, con l’obbligo della comunità di chiarire il ruolo, le capacità e i doveri di ciascuno in conformità alle nostre regole di vita.  

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La Conferenza ha riunito 46 delegati rappresentanti dei missionari della Consolata che lavorano in Kenya e Uganda.

"È essenziale riaffermare lo spirito con cui ciascuno deve incarnare il proprio ruolo: è un servizio per tutti, da svolgere con senso di responsabilità, impegno, preparazione e generosità", ha spiegato aggiungendo che “il superiore locale di ogni comunità dovrebbe creare un clima di fiducia reciproca in cui il ruolo di ciascuno sia rispettato, attuando decisioni attraverso un discernimento comunitario”.

In questo "spirito di famiglia, la comunicazione vera, sincera e fraterna all’interno della comunità locale può contribuire a costruire un forte senso di appartenenza all'Istituto”.

Il Superiore Generale ha anche incoraggiato i missionari a mettere in pratica le norme e la disciplina economica dell'Istituto. "Constatiamo con preoccupazione” ha affermato “alcune prassi economiche in cui aumentano le mancanze contro la povertà, la trasparenza finanziaria e la condivisione fraterna. Facciamo ancora fatica a capire che il tempo delle "vacche grasse" è finito, che l'Europa non ha più la forza di "mantenere l'Istituto… che dobbiamo avere il coraggio di lavorare per sostenere le nostre comunità e la nostra missione".

Infine, ha esortato i missionari ad avere sempre a cuore le persone. "Siamo uomini consacrati e come tali siamo uomini con dei limiti ma dobbiamo andare oltre l'ordinario per promuovere l’essere umano nella nostra società"

La XIII Conferenza della Regione Kenya, nel suo evolversi, ha cercato di integrare le decisioni del XIV Capitolo Generale che si è svolto a Roma nel 2023 e le indicazioni dell’Assemblea Continentale dell’Africa tenutesi in Tanzania nel mese di dicembre 2023.

Attualmente lavorano nel Kenya e Uganda 125 missionari della Consolata nelle circoscrizioni Ecclesiastiche di Embu, Isiolo, Jinja, Kakamega, Kampala, Kasaana Luwero, Kisumu, Lugazi, Malindi, Maralal, Marsabit, Meru, Mombasa, Murang’a, Nairobi, Nyahururu e Nyeri. Nella Regione studiano 32 seminaristi e 9 novizi.

I missionari della Consolata originari dal Kenya sono 260 (196 sacerdoti, 9 fratelli, 5 diaconi, 3 vescovi, 40 studenti e 7 novizi).  Quelli provenienti dall'Uganda sono 39 (20 sacerdoti, 1 diacono, 15 studenti e 3 novizi).

* Lourine Oluoch è giornalista presso la rivista The Seed.

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