La parrocchia di Nostra Signora Consolata a Brasília, la capitale del Brasile, ha celebrato il suo Giubileo di Diamante - 60 anni di evangelizzazione - con una Messa solenne, domenica 23 giugno, presieduta dal cardinale arcivescovo, mons. Paulo Cézar Costa.

Tutti noi, religiosi e laici, siamo felici e viviamo questo Giubileo con entusiasmo e dedizione, costruendo l'unità della parrocchia, creata il 20 giugno 1964 dall'allora arcivescovo di Brasilia, Mons. José Newton, e presa in carica dai Missionari della Consolata fin dai suoi inizi. La Madre Consolata è nei nostri cuori e ci ispira.

Molte persone hanno dato il meglio di sé dalla sua creazione. Tra i tanti, padre João Marim, che fu il primo parroco, padre Claudio Fronza, il primo parroco brasiliano, padre Atilio Scapim, che costruì la chiesa attuale nel 1981. Alcuni hanno lavorato qui fino ai loro ultimi giorni, come il padre José Olivero e il padre Orestes Ghibaudo. Tutti questi missionari sono testimoni di dedizione e amore. Insieme a loro, innumerevoli laici, uomini e donne, appassionati e devoti della Madre Consolata che hanno affrontato le difficoltà, con grande fede e speranza e ancora oggi testimoniano  il loro coraggio e la loro  perseveranza.

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Per preparare e celebrare questo Giubileo, il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) ha istituito un comitato per pianificare la Novena mensile del Giubileo (ogni giorno 20 di ogni mese, a partire da settembre 2023), con una propria celebrazione e predicazione. Vescovi e sacerdoti dell'arcidiocesi hanno presieduto le celebrazioni, con testimonianze di persone della comunità che hanno rappresentato le diverse tappe di questi 60 anni.

Il CPP ha anche pianificato la ristrutturazione completa della chiesa parrocchiale, del salone delle feste e della casa parrocchiale, con l'obiettivo di rendere la parrocchia ancora più bella e accogliente dopo il Giubileo. Per raccogliere fondi per i lavori di ristrutturazione, il CPP ha creato il Libro d'Oro, che prevede una donazione di 1.000 Reais da parte di speciali benefattori. Oltre a questo, è stata organizzata una lotteria con un anello d'oro donato da un parrocchiano e molte altre attività realizzate dai gruppi pastorali, dai movimenti e dai servizi della parrocchia.

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 La tradizionale processione con l'immagine della Patrona ha percorso i nove quartieri della parrocchia

I preparativi per il Giubileo hanno incluso anche la tradizionale Festa Junina, che quest'anno si è svolta con successo il 14 e 15 giugno. C'erano musica, tombolate, pesca per bambini, molte bancarelle con cibi tradizionali, bevande, dolci e la famosa danza folklorica “Consolata Quadrilha”.

Festa religiosa: il Giubileo

Il 20, 21 e 22 giugno si è svolto un Triduo solenne con la presenza dell'arcivescovo Ordinario Militare del Brasile, mons. Marcony Vinícius, e del rettore della Basilica di San Francesco d'Assisi, fra Flávio Amorim.

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La celebrazione del Giubileo si è svolta domenica 23 giugno. La commemorazione è iniziata con le Messe del mattino sia nella Comunità Divina Misericordia (ore 9) sia nella chiesa parrocchiale (ore 10). Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15, la tradizionale processione con l'immagine della Patrona, che artisticamente decorata e posta sul retro di una macchina, ha percorso i nove quartieri della parrocchia, benedicendo le famiglie, i malati, gli anziani e i bambini.

È stato impressionante vedere la fede e la devozione della nostra gente verso la Madre di Gesù Cristo. Canti, preghiere e striscioni che alludevano alla Madre hanno abbellito il percorso. La processione si è conclusa davanti alla chiesa parrocchiale. È poi seguita la celebrazione solenne della Santa Messa che, per questo Giubileo, è stata presieduta dal cardinale Paulo Cézar Costa, arcivescovo di Brasilia.

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Nella processione d'ingresso alla celebrazione eucaristica, proprio dietro la statua della Consolata, c'era un gruppo di uomini e donne rappresentanti della lunga storia della comunità che hanno portato la fiaccola delle difficoltà e delle gioie della parrocchia attraverso la loro partecipazione al Consiglio parrocchiale, alle attività pastorali e ai Movimenti per molti anni. A loro va la nostra eterna gratitudine per il coraggio, l'audacia e la perseveranza!

La Messa solenne del Giubileo ha visto la partecipazione dei rappresentanti di tutti i ministeri, movimenti e servizi pastorali che operano nella parrocchia e si è conclusa con l'incoronazione della Madonna da parte dei bambini del catechismo, seguita dall’inaugurazione e dalla benedizione della targa commemorativa del Giubileo da parte del cardinale Paulo Cézar in compagnia del parroco e dei vicari della parrocchia, padre Hector Elias e padre Mário Alves.

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Padre Lírio Girardi, parroco della parrocchia Consolata a Brasília

Come ci ha insegnato il nostro Maestro Gesù, la parrocchia della Consolata è nata piccola, come un granello di senape. A poche famiglie, con molta fede e coraggio, si sono poi aggiunte altre famiglie, con una fede e coraggio accresciuti, in questi 60 anni di vita, generando altre comunità, come la parrocchia Beato Allamano a Samambaia, la parrocchia di San Francisco, oggi Basilica, e infine la Comunità Divina Misericordia, che fa parte della parrocchia e rappresenta la Chiesa in uscita, tanto voluta da Papa Francesco e dall'ardore missionario del nostro Istituto.

Che la Madre Consolata continui a illuminarci e a indicarci la vera Consolazione, Gesù Cristo!

* Padre Lírio Girardi, IMC, parroco della parrocchia Consolata a Brasília (DF).

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L'incoronazione della Madonna è stata fatta dei bambini del catechismo

“La vergine mi inspira a fondare l’Istituto dei Fratelli”.

Così affermava mons. Attilio Beltramino, missionario della Consolata e primo vescovo della diocesi di Iringa in Tanzania, fondatore dell’Istituto dei Sevi del Cuore Immacolato di Maria (Servi Cordis Immaculati Mariae, SCIM), il 31 maggio 1949.

L’Istituto di diritto diocesano ha appena festeggiato il giubileo per il suo 75° anniversario di fondazione. Le celebrazioni a Tosamaganga, dove sorge la Casa Madre dell’Istituto si sono svolte l’8 giugno 2024, nella festa del Sacro Cuore di Maria. Quel giorno numerosissime persone, da diverse parti del Tanzania, si sono radunate per ringraziare il Signore per le “grandi cose” che Dio ha operato in questi 75 anni di vita e missione dell’istituto.

Alla cerimonia erano presenti il presidente della Conferenza Episcopale del Tanzania, mons. Gervas Nyaisonga, il Nunzio Apostolico, mons. Angelo Accattino, l’arcivescovo di Songea, mons. Damian Dallu, il vescovo di Iringa, mons. Tarcisius Ngalalekumtwa, il vescovo di Mpanda, mons Eusebius Nzigilwa ed i nuovi vescovi di Njombe e Mafinga, mons. Kyando e mons. Mwagalla.

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“Il giubileo è un momento di grazia, ma anche un momento per chiedere perdono per non essere stati coerenti nella propria vocazione religiosa e nella vita cristiana. È soprattutto un momento per rinnovarsi, in modo tale che possiamo crescere in numero e qualità, celebrando il prossimo Giubileo del centenario”, ha sottolineato il Superiore Generale dell’Istituto, fratel Christopher Chavala.

Nella sua omelia mons. Nyaisonga ha sottolineato l’importanza di avere “Maria come modello, lei che ha avuto un Cuore Immacolato”. “Colpisce - ha sottolineato il vescovo, - notare che il fondatore ha voluto che i fratelli rispecchino Maria, cioè abbiano un cuore immacolato. Solo chi ha un cuore pulito, immacolato, può servire efficacemente la Chiesa e l’umanità”.

Nell’occasione si è celebrato pure il Giubileo d'oro di vita religiosa del fratel Gaspar Chongolo.

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L’Istituto ha il carisma di servire l’umanità in modo olistico, cioè con attenzione al corpo e all’anima delle persone in modo profondo e costante nella catechesi, nella formazione, nell’educazione, nella sanità e nella creazione delle strutture necessarie.

In questi 75 anni l’Istituto ha aggregato 143 membri. Al momento presente sono presenti 98 fratelli con voti perpetui, 45 professi, 12 novizi e 5 postulanti e 25 aspiranti. Svolgono il loro apostolato nelle diocesi di Iringa, Mbeya, Sumbawanga, Mpanda, Mwanza, Geita, Moshi, Mbulu e Dar es Salaam. Il Beato Giuseppe Allamano che sarà canonizzato prossimamente, in questa occasione avrebbe detto: “Carissimi fratelli SCIM, il Signore vi benedica, coraggio e avanti in Domino”. Il bello deve ancora succedere!

* Padre Godfrey Msumange, IMC, missionario della Consolata tanzaniano.

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Si conclude la GMG

  • Jul 16, 2024
  • Published in Notizie
“La gioia è missionaria”

Sabato sera, 5 agosto, si è calcolato che circa un milione e mezzo di giovani erano con Papa Francesco nel Parco del Tejo (Lisbona, Portogallo) durante la Veglia che ha chiuso il penultimo giorno della GMG. Dopo diversi spettacoli e alcune testimonianze, il papa ha preso la parola e, senza leggere, come ha fatto in varie occasioni durante questo viaggio, si è diretto ai giovani presenti. La sua riflessione ci ha riportati al motto di questa GMG "Maria si alzò e partì senza indugio" (Lc 1,39)

“Perché Maria si è alzata ed è andata in fretta a trovare sua cugina? Elisabetta era incinta, ma anche Maria lo era e quindi perché si è messa in viaggio in quelle condizioni? Maria compie un gesto non richiesto e non obbligato –commenta papa Francesco–, lo fa e si mette in viaggio perché ama”.

Maria era piena di gioia, sia per la gravidanza di sua cugina Elisabetta che per la sua, e “la gioia è missionaria"; la gioia nasce dentro di noi ma è da portare, dev'essere contagiosa. "Voi siete venuti fin qui per incontrarvi –continua papa Francesco–, per cercare il messaggio di Cristo, per scoprire il senso bello della vita; quello che avete trovato, lo terrete solo per voi o lo porterete agli altri? Guardate la vostra storia e cercate di riconoscere ciò che vi ha portato alla gioia. Tutti noi, se ci guardiamo indietro in modo onesto, riconosceremo persone che sono state un raggio di luce per la nostra vita: genitori, nonni, amici, sacerdoti, religiosi, catechisti, animatori, insegnanti. Loro sono le radici della nostra gioia. Da questo deve sorgere l’appello e l’urgenza di essere noi stessi, per gli altri, le radici della gioia”.

Concludendo il Santo Padre ha lasciato ai giovani un semplice orientamento per il loro impegno missionario: camminare con una meta chiara; camminare vincendo la paura di cadere e se si cade disposti a rialzarci; allenarsi ogni giorno della vita per questo cammino perché “nella vita nulla è gratuito e tutto si paga... ma c’è una cosa che è gratuita e sicura: l’amore di Dio. Con questo amore andiamo avanti senza paura e camminiamo nella speranza”.

“Non abbiate paura”

Il giorno dopo, festa della Trasfigurazione, nella messa di invio che chiudeva la GMG 2023, papa Francesco ha invitato tutti a chiedersi quali sono stati i frutti di questi tre giorni. E facendo riferimiento al Vangelo del giorno della trasfigurazione (Mt 17,1-9) ha voluto rispondere proponendo tre verbi importanti di quel testo: “brillare, ascoltare e non avere paura”.

Per quanto riguarda il primo verbo, Francesco ha spiegato che Cristo trasfigurato “brillava” e per mezzo della sua luce infondeva valore e speranza agli apostoli ai quali aveva da poco annunciato la sua passione e morte.
Il secondo verbo “ascoltare” era offerto direttamente dal Padre e invitava tutti all'ascolto della Parola di Dio e al Vangelo; “è lì dove Gesù ci indica senza sbagliare qual è la via dell'amore".
E poi si tratta di vincere la paura. Tante volte lo stesso Gesù l'aveva detto ai suoi discepoli intimoriti e anche in questo episodio lo dice: “non temete”. “Ancora oggi, a voi giovani che siete il presente e il futuro di questa umanità, Cristo dice non abbiate paura”.

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Le prossime tappe del cammino

Concludendo la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù papa Francesco invita i giovani presenti a due appuntamenti futuri: il primo sarà a Roma nel 2025, anno del giubileo ordinario, e il seguente sarà a Seul, in Corea del Sud, dove è prevista la celebrazione della prossima GMG nel 2027.

Si è appena concluso a Roma il corso dei Missionari con 50 anni di ordinazione o professione. Sono gli anni della sintesi, del camminare lento, del pensare al senso di tutto quel che è stato fatto... e di tutto quel che ancora resta da fare. In questi anni si guarda in faccia da vicino la vecchiaia, ma non per spaventarsi ma per cercare strategia per continuare ad essere noi stessi, ed amare la missione, come si è sempre fatto, anzi con una marcia in più... quella data dalla lunga esperienza. Senza perdere la pazienza e senza perdere il sorriso.

Che cos’è un Giubileo?
Anticamente per gli ebrei era un anno dichiarato santo che cadeva ogni 50 anni, nel quale si doveva restituire l’uguaglianza a tutti i figli d’Israele, offrendo nuove possibilità alle famiglie che avevano perso le loro proprietà e la libertà personale. Adesso si chiama Giubileo universale. La Chiesa ne ha dato un significato più spirituale. Ora consiste in un perdono generale, un’indulgenza aperta a tutti. È l’anno della remissione dei peccati e delle pene dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale. 

Che cosa significa la parola «giubileo»?
Deriva dall’ebraico, «jobel» (o yobel), che vuol dire «caprone», in riferimento al corno di montone utilizzato nelle cerimonie sacre durante gli antichi giubilei.

Perché è chiamato Anno Santo?
Perché si svolge con solenni riti sacri, ma anche perché ha come obiettivo la santità degli uomini.

Cosa sono le indulgenze, e in particolare quelle giubilari?
Secondo la dottrina della Chiesa cattolica, il peccato grave ha una duplice conseguenza: la privazione della comunione con il Signore (pena eterna, l’inferno) e l’attaccamento malsano alle creature (pena temporale da scontare in purgatorio). Al peccatore pentito Dio, attraverso la confessione, dona il perdono dei peccati e la remissione della pena eterna. Con l’indulgenza la misericordia divina condona anche la pena temporale per i peccati confessati, aiuta a superare i disordini lasciati nell’uomo dal male commesso. L’indulgenza giubilare è detta plenaria perché è una grazia straordinaria che guarisce completamente l’uomo.

Come si può ricevere l’indulgenza giubilare?
Con un atteggiamento di distacco da ogni peccato. Confessandosi. Partecipando alla Messa. Con atti di carità e di penitenza: per esempio il pellegrinaggio a una delle Basiliche giubilari, a Roma, in Terra Santa e nelle chiese designate in ogni diocesi del mondo; l’astensione almeno per un giorno da fumo, alcool, e devolvendo ai poveri una somma di danaro proporzionata con le proprie sostanze

Come inizia il Giubileo?
Il rito iniziale è l’apertura della porta santa. Si tratta di una porta che viene aperta solo durante l’Anno santo, mentre negli altri anni rimane murata. Hanno una porta santa le quattro basiliche maggiori di Roma: San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore. Il rito di aprire la porta santa esprime simbolicamente il concetto che, durante il Giubileo, è offerto ai fedeli un «percorso straordinario» verso la salvezza. Le porte sante delle altre basiliche verranno aperte successivamente all’apertura della porta santa della basilica di San Pietro.

Qual è il Giubileo cattolico più antico?
Fu promulgato da papa Bonifacio VIII nel 1300.

C’è un solo tipo di Giubileo?
No. Può essere: ordinario, legato a scadenze prestabilite (prima ogni 50 ora ogni 25 anni); straordinario; particolare, cioè limitato agli abitanti di una determinata città, provincia, o località.

Quando avviene quello straordinario?
Viene indetto per qualche avvenimento o motivo di speciale importanza, oppure quando qualche necessità viene percepita più forte e urgente.

Quando sono stati gli ultimi giubilei straordinari? E il primo?
L’ultimo si è aperto il 25 marzo 1983: lo promulgò Giovanni Paolo II per celebrare i 1950 anni dalla redenzione attuata da Gesù sulla croce nell’anno 33. Il penultimo era stato quello di Pio XI il 6 gennaio 1933 per lo stesso motivo. Il primo, invece, fu concesso da Sisto V nel 1585 per inaugurare il suo pontificato, tradizione continuata da diversi suoi successori.

Quando è stato l’ultimo Giubileo ordinario?
L’ha indetto Papa Wojtyla nel 2000.

 

Fonte: Vatican Insider

 

 

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