Domenica scorsa è Rodrigo ad essere festeggiato, la sua storia triste si conclude riconoscendo che il Signore non lascia mai soli i suoi figli. Rodrigo è un giovane Camerunese di 35 anni sposato con due figli, fa  l’elettricista. Vuole far studiare i suoi figli ma con il ricavato del suo lavoro non riesce, allora pensa di andare all’estero in Spagna o in Francia per guadagnare di più. Fa la domanda per avere il passaporto ma dopo mesi e  anni il passaporto non arriva, ed ecco la decisione di mettersi in viaggio e attraversare il deserto della Nigeria,del Niger e dell’Algeria per arrivare in Marocco e di qui espatriare. Due mesi terribili trascorsi tra Nigeria e Niger. Mi racconta come la gente in questi paesi è poverissima e quando arrivano i migranti, che sono molti a passare i loro confini, li derubano di tutto. Anche lui è stato derubato dei pochi soldi rimasti e del cellulare.Arrivato in Algeria, per poter continuare il viaggio deve lavorare mi dice che qui ci sono delle piazzette dove vanno i migranti e chi ha bisogno di lavoratori va e li prende, (Proprio come nella parabola del Vangelo). Per otto mesi lavora e mette assieme il denaro per ripartire verso il Marocco. E’ inverno e con altri 18 compagni attraversono il confine passando per la montagna: neve, freddo senza mangiare 5 giorni veramente terribili e mentre li ricorda  gli occhi si chiudono per non far vedere le lacrime. 

Ed ecco la tragedia. I diciotto arrivano a 20 Km. da Oujda salgono su due macchine Taxi, nella sua erano in dieci, l’autista, forse ubriaco, va  fortissimo e in una curva la macchia sbanda e si capovolge, lo portano all’ospedale lo operano spina dorsale schiacciata, il chirurgo gli da pochi giorni di vita. Il nostro medico lo vede e lo porta da noi e con pazienza e amore e cure(vi tralascio il racconto del calvario dei primi due mesi immobilizzato a letto) Dopo due anni è pronto, anche se in carrozzella ( gliel’ho comprata nuova), per rientrare a casa ad abbracciare la moglie e i suoi due figli. 

Ringraziamo assieme il Signore che non abbandona mai nessuno, nello zaino, il giorno dell'incidente, aveva un pezzo di pane e una bibbia. Ringraziamo anche chi, con amore fraterno, si è preso cura di lui per ben due anni.

* Francesco Giuliani è missionario in Marocco

Ed è proprio così! perché qui si usa il calendario amarico. Sto parlando dell’Etiopia dove i Missionari della Consolata giunsero per la prima volta nell’anno 1913, per continuare il lavoro apostolico del missionario cappuccino il Cardinale Massaia per il quale il beato Giuseppe Allamano, fondatore dei Missionari della Consolata, nutriva una profonda simpatia. 

Il lavoro che i missionari hanno fatto nell’arco di questo tempo è stato davvero grande: soprattutto nei territori missionari del Kaffa e Meki oltre che nella capitale Addis Ababa. Oggi siamo ad Addis Abeba e nelle missioni di Gambo, Weragu, Modjo, Minne e Shambu.

Una prima cosa per la quale vale la pena ringraziare Dio è che oggi possiamo contare con ventinove figli di questa terra che hanno consacrato la loro vita alla missione come Missionari della Consolata. Anche in questo modo questa chiesa contribuisce all’apostolato missionario.

Una visita breve ma significativa

La nostra visita è stata breve ma intensa e significativa: ci siamo fermati in Etiopia, con il padre Stefano Camerlengo, Superiore Generale, di ritorno dalla visita canonica in Madagascar. 

Al nostro arrivo abbiamo anche potuto condividere il momento difficile che missionari presenti nel paese stava vivendo: la notte del 7 luglio, nella missione di Shambu, il padre Johannes Michael Haro è stato sequestrato dai ribelli e portato nella zona boschiva della regione; per fortuna il sequestro è durato solo un'ora e poi il padre è stato rilasciato. 

Per sicurezza il giorno seguente il padre insieme con due missionarie della Consolata, Bachew e Edilisia, si sono allontanati dalla missione e attualmente si trovano ad Addis Ababa. Tutto questo è conseguenza della guerra interna che da mesi sta vivendo il paese. 

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Abbiamo avuto modo di visitare le missioni di Gambo, dove accompagniamo un lebbrosario e le attività di una parrocchia, e di Modjo, dove funziona un’altra parrocchia e anche un centro di spiritualità, formazione e animazione missionaria.

Poi è stata la volta della visita resa alle autorità ecclesiastiche: Mons. Antoine Camilleri, nunzio in Etiopia e Gibuti, rappresentante speciale del Pontefice presso l’Unione Africana e delegato apostolico in Somalia; sua eminenza Berhaneyesus Demerew Souraphiel, cardinale e arcieparca di Addis Abeba; Mons Varghese Thottamkara, Vicariato Apostolico di Nekemte dove si trova la missione di Shambu e il vicario generale del vicariato di Meki.

* Godfrey Msumange è Consigliere Generale per il continente africano

TESTO IN INGLESE

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