5 Tema - Consolazione e liberazione

Published in Missione Oggi

CONSOLAZIONE – LIBERAZIONE (1)

La consolazione contestualizzata e inculturata nella liberazione deriva la sua comprensione e prassi dalle sfide presenti nella realtà e nel contesto storico attuale. Concepisce se stessa come proposta di adesione di fede, che diviene compagna del nostro processo umano per diventare più solidali, più comunitari e più prossimi ad un Dio che si è fatto carne nella nostra storia. È proposta di una cultura di pace, fondata sulla giustizia e sulla misericordia. È scelta definita per i poveri che, particolarmente nel nostro continente, hanno chiaramente il volto di tante donne ancora oppresse da condizionamenti culturali, sociali e religiosi.

Le donne nella Bibbia: agenti di consolazione-liberazione

Il Dio dell’Esodo è visto come consolatore e liberatore perché, non solo ascolta il lamento, il dolore e la sofferenza del suo popolo, ma si coinvolge in un processo di liberazione dalla tirannia del faraone (cf anche Sal 77). La preghiera come fonte di consolazione/liberazione, soprattutto per il povero, emerge come tale nelle preghiere delle grandi figure femminili bibliche: Giuditta, Ester, Maria madre di Gesù (Gdt 13,5-7; Est 4,19; Lc 1,46-55); nella preghiera di Sansone (Gdc 16,28).

Riflettendo su queste preghiere, nel contesto della liberazione, giungiamo alla conclusione che Dio è attivamente coinvolto nella direzione della storia umana e che il suo potere salvifico è particolarmente rivolto al povero e al debole. Come nel Cantico di Maria, Dio ispira le nostre azioni, ci porta all’assunzione di responsabilità verso la vita della gente e a lavorare per il superamento delle strutture ingiuste presenti nella nostra società. Preghiamo affinché faccia nascere in mezzo a noi nuove guide e profeti; ci spinga a camminare nuovamente verso la libertà; susciti nuovi Mosè e Debora, Giuditta e Davide, Helder Câmara e Madre Teresa, Luther King e Oscar Romero e ispiri tutti i nostri missionari e missionarie a gettare ponti di pace.

L’ordinario-straordinario o “la mistica della consolazione liberatrice”

La vita è un grande mistero, e ciò che ci dà la capacità di contemplare, entrare e vivere questo mistero è la mistica. La mistica, nel linguaggio allamaniano, è fare l’ordinario, il quotidiano scrutando lo straordinario, è divenire contemplativi in azione, è fare il bene senza rumore e nel modo migliore. È assumere di cuore, con fervore la nostra lotta che, più che lotta, è resistenza che non si lascia vincere dalla fatica, dal disanimo o dalla frustrazione.

In tal senso, accenniamo ad alcuni aspetti per vivere questa mistica.

1. L’educazione alla giustizia e pace come superamento della violenza istituzionalizzata.

Ci domandiamo: come le nostre comunità possono essere luoghi dove impariamo la giustizia e la pace come superamento della violenza istituzionalizzata? Le risposte sono molteplici: lavorando sul nostro linguaggio/comunicazione, sul nostro processo di partecipazione e d’esecuzione di progetti alternativi; prestando attenzione al nostro linguaggio perché sia sempre ospitale, accogliente e privo di qualunque forza discriminante; facendo il possibile perché la partecipazione alle nostre azioni comunitarie includa il maggior numero di persone possibile che aiutino nello svolgimento delle stesse. Infine, dovremmo avere maggior preoccupazione per la crescita (come stiamo maturando in qualità di persone) piuttosto che voler quantificare e verificare i risultati concreti o materiali.

2. Vivere il progetto comunitario locale come superamento di una globalizzazione che esclude la cultura locale (glocalizzazione).

La consolazione/liberazione nel nostro contesto deve divenire sempre più un’azione comunitaria. È passato il tempo di eroismi individuali che, a volte, hanno fatto soffrire la missione a causa di protagonismi scandalosi e senza molti frutti per una vera evangelizzazione. In tempi di globalizzazione selvaggia, le comunità locali devono diventare esse stesse i più importanti soggetti della missione. Sono tali comunità che devono ascoltare la Parola di Dio, comprenderla e inventare, nel linguaggio locale, il modo di trasmetterla. La valorizzazione della cultura locale passa per la comprensione della sua storia, dei suoi costumi, delle sue feste. Ciò significa aprire spazi affinché tali comunità possano esprimere i loro più profondi valori e necessità: è questa una maniera missionaria di “facilitare l’opera dello Spirito”, nel discernimento e nella ricerca di cammini per la venuta del Regno.

3. Celebrare le lotte e le vittorie della venuta del Regno

Una delle grandi sfide della fede incarnata nella vita e nella storia è vivere l’aspetto celebrativo delle nostre vittorie e azioni. Nei tempi del mercato religioso, questo aspetto celebrativo è sinonimo di “emozione”, immediatezza e tentativo di controllo o manipolazione del sacro. Oggi, sempre più, si cerca di sperimentare nel presente ciò che si spera nella fede. È necessario universalizzare la prospettiva liberatrice come norma dello stesso vangelo. Il Regno di Dio, nella sua dimensione immanente, s’identifica con una nuova società di giustizia e pace, che fa della promessa di salvezza la storicizzazione della liberazione. Se il cristianesimo non impara a coniugare religiosità con felicità, già nella storia, si trasformerà in una proposta obsoleta. I nostri momenti celebrativi devono coniugare il più possibile i vari aspetti delle espressioni umane: il cuore, la mente e la capacità di dare significato agli avvenimenti della storia come parte importante della rivelazione di Dio per ogni comunità.

Maria Consolatrice: il femminile come riscatto di un’umanità più piena e matura

Maria, spazio dove nasce l’umanità piena

Maria è chiamata a dare forma storica e umana al mistero di Dio, attraverso l’incarnazione. Lei diviene prototipo della risposta umana al progetto di Dio nella storia. Allo stesso tempo, Maria è l’umano alla ricerca della pienezza in Dio; è comunità che elabora nel suo grembo la riconciliazione e la pace; è missione di Dio - vangelo - per un mondo dominato dalle tenebre dell’ingiustizia.

Maria, speranza storica dell’avvento del Regno

L’attesa di Maria per la realizzazione delle promesse di Dio è un’attesa attiva e concreta. Maria è il femminile sollecito e premuroso che diviene forza etica che realizza senza indugio, ogni giorno, la parte del progetto che il Padre le affida, e la compie senza perdita di tempo; è cammino di fede (LG 58). Nella visita alla cugina Elisabetta, è entusiasmo e allegria della condivisione per la presenza del Dio Emmanuele in mezzo ai poveri.

Maria: da te germogliano la verità, la giustizia e la pace

La verità è che Cristo Gesù - Dio in forma umana -, eleva tutta l’umanità alla qualità di figli e figlie di Dio! In questo stesso Spirito che genera Cristo, umanità nuova, nel tuo grembo, noi aneliamo con i poveri per la dignità e la vita in pienezza. Da te, Maria, germoglia la giustizia che è fondamentalmente riconciliazione, integrazione, completo superamento dei dualismi che generano lotta per il potere ed esclusione. Contemplando te, Maria, impareremo a vivere la giustizia come struttura, sperimenteremo la pace che è completa armonia, cultura della solidarietà, della condivisione e inserimento nella vita di comunione (Dio-umanità-cosmo).

PER LA RIFLESSIONE

Incoraggia la vita: impara ad aver cura dei bambini, coltiva un giardino, impara l’attenzione per i malati, visita un rifugio di persone sofferenti, valorizza e aiuta le donne ad avere autostima, dì la verità sulla violenza, aiuta a ripiantare foreste, fai parte di movimenti di giustizia e pace, movimenti di senza terra, senza tetto, immigrati, gruppi di minoranze discriminate.

Impara ad amare tutte le cose, apprezzando la bellezza di tutti gli esseri nel mondo naturale.

Esercita la tua capacità di confronto con i conflitti e il dolore, tanto personali quanto interpersonali e comunitari.

Sii promotore di guide responsabili, distribuendo il più possibile il potere di decisione e organizzazione.

Non confidare essenzialmente in autorità o strutture esterne, impara a fidarti della capacità intuitiva e creativa dell’anima, là dove lo Spirito parla. Coltiva la preghiera, il silenzio e la meditazione.

P. Ricardo Castro


(1) L’intero articolo su Consolazione-liberazione di P. Ricardo Castro, per la sua ampiezza non ha potuto essere integralmente riportato. E’ molto ricco di stimoli e “suggestioni”: chi lo desiderasse, ne faccia richiesta al confratello.



Last modified on Thursday, 05 February 2015 16:55

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