Il rinnovamento spirituale secondo Evangelii Gaudium di Papa Francesco

Published in Missione Oggi

Introduzione

Nell’esperienza quotidiana della vita, a qualche persona non piace la monotonia e il conformismo. Perché la monotonia nella vita è una abitudine di repetere sempre le stesse cose. Il conformismo anche, è una vita senza originalità, una vita dove qualcuno non si ponga nessuna questione a tutto quello che fa o si fa attorno a lui, per cambiare o per megliorare. “Si è fatto sempre cosi” (EG. 33) e si continua a fare cosi,... Durante il suo ministero, Gesù ha dovuto confrotarsi con la realtà della monotonia e del conformismo[1], e ha meso in guardia i suoi discepoli del pericolo. E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno cosi anche i pagani? (Mtt. 5, 46-48). Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno del cielo. (Mtt. 5, 20).

Sono poche le persone che sfidano la legge della monotonia e di conformismo. Penso ai classici o opere classiche, perché sono: originali, pertinente (interpellazzione) e attuali (il messaggio non è mai superato nel tempo e nello spazio) nel tempo e nello spazio. Qui pensiamo alla Bibbia, all’opera di Michelangelo, alle confessioni di Sant’Agostino,....

Visto che la legge della monotonia e di conformismo invade tanti ambiti della vita umana dovunque sia e ci fa vedere la vita come una cosa statica, senza dinamismo (può essere la vita di un vescovo, professore, un parrocco, i fedeli laici, gli anziani come i giovanni...), questa vita per essere bella bisogna spesso rinnovarsi.

Papa Francesco, dal 13. 03. 2013, ha iniziato il suo pontificato nella Chiesa con un grido forte di rinnovamento (le sue gesta, parole e insegnamento indicano il desiderio di cambiamento). E questo tema di rinnovamento è molto sentito; e anche nella sua Lettera Envagelii Gaudium appare di grande importanza. Visto l’importanza che il Papa da al tema del rinnovamento, abbiamo pensato di approfondirne il significato e la partatà nella presente riflessione sotto il titolo: “Il Rinnovamento spirituale secondo Evangelii Gaudium di Papa Francesco.”

  1. Evangelii Gaudium (EG) parla del Rinnovamento  
  2. è un documento a carattere propriamente cristocentrico e missionario. Esso, come esortazione apostolica, esorta i cristiani sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale, proponendo l’era di rinnovamento sulla missione evangelizzatrice nel mondo. Attraverso il documento, nel cap. I., ititolato Trasformazione missionara della Chiesa (EG, n. 25-33) si travede l’uso abbondante del sostantivo “Rinnovamento”, dei verbi all’infinitivo tali “rinnovare”, “ricominciare” e altri termini esprimendo sempre l’idea di rinnovamento: discernimento, purificazione, riforma, conversione,....

Ma anzitutto, il punto di partenza di questo rinnovamento nella Chiesa, dice il papa, (EG. 3) è Gesù Cristo. “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione sia, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: “Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te,...”

Gesù Cristo come punto di partenza di ogni rinnovamento spirituale cristiano fa sognare al papa un tipo di Chiesa con un improrogabile rinnovamento ecclesiale (EG.27): “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie,...” Nel numero precedente del documento, cioè (EG 26), il Papa citando Paolo VI, mostra il carattere imperativo e urgente di rinnovamento che non esclude nessuno aspetto della vita della Chiesa:

“La Chiesa deve approfondire la cosciencza di se stessa, meditare sul mistero che le è proprio[...]. Deriva da questa illuminata ed operante coscienza uno spontaneo desiderio di confrontare l’immagine ideale della Chiesa, quale Cristo vide, volle ed amò, come sua Sposa santa ed immacolata (Ef 5, 27), e il volto reale, quale oggi la Chiesa presenta [...] Deriva perciò un bisogno generoso e quasi impaziente di rinnovamento, di emendamento cioè dei difetti, che quella coscienza, quasi un esame interiore allo specchio del modello che Cristo di sé ci lasciò, denuncia e rigetta” Il Concilio Vaticano II ha pesentato la conversione ecclesiale come l’apertura a una permanente riforma di sé per fedeltà a Gesù Cristo: “Ogni rinnovamento della Chiesa consiste essenzialmente in un’accresciuta fedeltà alla sua vocazione [...] La Chiesa peregrinante verso la meta è chiamata da Cristo a questa continua riforma, di cui essa, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno. Ci sono strutture ecclesiali che possono arrivare a condizionare un dinamismo evangelizzatore; ugualmente, le buone strutture servano quando c’è una vita che le anima, le sosteniene e le giudica. Senza vita nuova e autentico spirito evangelico, senza ‘fedeltà della Chiesa alla propria vocazione’, qualsiasi nuova struttura si corrompe in poco tempo”.

  1. 28: Nelle parrocchie questo appello alla revisione e rinnovamento non ha ancora dato sufficiente frutti perché siano più vicini alla gente: “proprio perché ha grande plastcità, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e della comunità...”
  2. 32: Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria. EG. 33: La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre cosi”.

Il tema di rinnovamento in Francesco è di grande importanza e il motivo di questo rinnovamento è : 1) riscoprire la gioia del Vangelo ed evangelizzare (EG. 1 e 9) che nasce e rinasce nell’incontro con Cristo, recuperare la freschezza originale del Vangelo che apre sempre nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale e 2) una fecondità evangelizzatrice (EG. 11). Quindi, il rinnovamento chiama a vedere la vita come una cosa dinamica dove non si ferma ad imparare e a crescere come essere umano materiale e spirituale, intelltuale e sociale. Il rinnovamento richiama ai cambiamenti e dinamismi permanenti nella vita della Chiesa. In questo senso, il rinnovamento diventa un elemento importante nel processo della conversione, della metanoia. Perché nella prospettiva cristiana, la metanoia è il passaggio dal quello che è meno buono a quello che è buono, il passaggio da una vita di superficialità, a una vita di ricca interiorità, da una vita statica a quella dinamica, all’imperfezione alla perfezione.

Il rinnovamento per il papa significa trasformare, cambiare, cercando Dio affinché illumini con il suo Spirito Santo la vita degli uomini e di tutta la chiesa. L’atteggiamento di rinnovamento ci fa riconoscere che ciò che abbiamo avuto e vissuto prima non è stato abbastanza, sufficiente e cosi qualcosa di meglio ci sta chiamando per scegliere, per approfondire e perfezionare (metodi, stili, il linguaggio,...).

La riforma o il rinnovamento spirituale iniziato da Francesco non solo una questione di una convizione personale. Questa riforma è fondata sulla sua fedeltà à Dio, alla Parola di Dio. La sua riforma è biblica nel senso che è la parola di Dio che ci invita a rinnovarci, la parola di Dio ci spinge al rinnovamento nella nostra vita. Come uomo della Bibbia, il papa Francesco riconosce lo Spirito Santo come principio di ogni novità nella vita umana e nella Chiesa. “Manda il tuo Spirito, a rinnovare la faccia della terra” (Sal. 103, 30). Il re Davide dopo il suo peccato, chiede a Dio: “Crea in me, o Dio un cuore puro, rinnova in me un Spirito saldo” (Salmo 50(51), 12).

Vogliamo con due testi biblici aiutarci a meditare e approfondire il tema del rinnovamento come “chemin obligé” della Chiesa, cioè di ogni cristiano, per vivere la fedeltà della sua “Sequela Christi”.

-Rm 12, 1-3

Questo brano della Lettera di Paolo ai Romani, è un’ esortazione. Essa è al tempo stesso un incoraggiamento fatto di preghiera e di comando, cioè di una calda raccomandazione per stimolare i cristiani ad offrirsi a Dio come un culto spirituale a Lui gradito. Alla base di tutto è la misericordia di Dio che esige e richiede questa offerta di un sacrificio dell’intera vita a Dio. La metamorfosi richiesta è una trasformazione fondamentale e radicale di tutta la persona.

Per Paolo, i cristiani (romani) per diventatre questo culto spirituale a Dio devono non conformarsi al modello di questo mondo. Di fronte a questo mondo, occorre un radicale no al conformismo. “Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”(v.2). Perché ? Il mondo ha una potenza che ci toglie la gioia del Vangelo, il mondo ha una potenza accecante e perversa. Nella stessa perspettiva, Giovanni nel suo Vangelo, riconosce la stessa potenza malvagia del mondo che non accoglie Cristo-luce del mondo; il su odio a Cristo e ai suoi discepoli: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.... ma io vi ho scelti dal mondo” (Gv 15, 18-21).

Paolo ai Romani dunque non esorta a cambiare il mondo o a migliorarlo, facendo qualsiasi attività, ma il non conformarsi al mondo, che esige anzitutto, di trasformare se stesso, attraverso l’incessante “rinnovamento del pensiero” che è l’unica via per poter distinguere la “volontà di Dio in ogni circonstanza della vita e di decidersi in suo favore. Il pensiero per Paolo, è il centro più profondo e importante di comando dell’essere umano, sul quale bisogna lavorare per aggiungere un vero rinnovamento. Per Paolo, rinnovare il pensiero vale a dire rinnovare la persona intera, perché è cambiare e trasformare la propria mentalità[2].

In Rm 12, 1-3, Paolo ci presenta un progetto di vita al servizio de Dio dove i cristiani devono vivere la loro vocazione cristiana come servizio spirituale di Dio, nella ricerca della sua volontà, rinnovando continuamente il loro modo di pensare.

  • Lc 5, 1-11 (v. 4-5): DUC IN ALTUM.

Nel brano del vangelo di Luca, è certo che si nota la storia della pesca miracolosa, la chiamata dei primi apostoli o la “conversione di Pietro” da una parte e dall’altra parte, il brano può anche aiutarci a capire un secondo aspetto del rinnovamento che è andare più in profondità del nostro essere e fare cristiani. Il rinnovamento non solo trasforma l’esteriorità, ma la sua azione va in profondità nei diversi ambiti della nostra esistenza cristiana. Per questo, il rinnovamento è passare da ciò che è l’ “essere meno” a cio che è l’ “essere più”: “être plus et devenir plus”.

L’ascolto e l’obbedienza alla parola di Dio provoca il movimento di crescita che fonda il nuovo essere in noi, all’esempio di Pietro: la sua conversione e il suo diventare il pescatore di uomini sono due atteggiamenti di rinnovamento.

Il documento conclusivo dell’Anno giubilare, di Giovanni Paolo II[3], oggi santo, questo Duc in Altum, per dire “prendi il largo, prendere il largo”, ha suonato forte nella Chiesa, invitando ad andare più in profondità nella nostra relazione personale con Gesù Cristo e la nostra attività evangelizzatrice nel mondo.

Lo scopo di ogni rinnovamento, – è qui che papa Francesco invita tutti i cristiani–, è trasformare, in vista di andare più in profondità di noi stessi in relazione con Gesù Cristo. “Prendi il largo”, avanzi al di là delle tue sicurezze, pretese e abitudini, paure, certezze accecanti, monotonie e conformismi. “Prendi il largo” e getta le tue reti. C’è tanta possibilità in te non ancora esplorata, tante energie disperse e nascoste da scoprire. Sull’ordine di Gesù, tu poi creare le cose nuove, mettere le tue capacità umane e spirituali a beneficio di qualcuno e della comunità umana bisognosa.

“Prendi il largo”, per essere in movimento tu stesso nella relazione autentica con gli altri e mettere in discusione quell’arrogante sicurezza che ti fa sedere sempre dalla parte della ragione (“Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla;...”) e aprire sentieri inesplorati. “Prendi il largo”, sull’ordine di Gesù, per aver un impatto positivo sugli altri e un impegno missionario rinnovato per la tua Chiesa locale e comunità cristiana di Base.

“Prendi il largo”, sull’ordine di Gesù, per non lavorare più senza ragione, e non pretendere più da farcela da solo nel tuo lavoro faticoso nella vigna del Signore. “Prendi il largo”, sull’ordine di Gesù, per non prendere più en otage l’opus Dei che è il dinamismo per ogni popolo (Esodo 18, 13-27). “Prendi il largo”, sull’ordine di Gesù, perché l’insuccesso non ti racchiudi in te stesso, senza chiamare colui che ha tutte le chiave del successo, senza ascoltare e obbedire alla parola, alla voce che crea in noi il dinamismo radiante, il Rabbi e il Kyrios: Gesù.

“Prendi il largo”, sull’ordine di Gesù, perché rinasci la tua gioia, il tuo entusiasmo e fideltà alla tua vocazione. Prendi il largo, sull’ordine di Gesù, perché lo Spirito Santo che opera nella Chiesa rinnovi sempre il tuo pensiero e fecondi il tuo apostolato.

Conclusione

La Chiesa si rinnova e si purifica “senza posa sotto la guida dello Spirito Santo”[4] . Per un tale rinnovamento, il papa Francesco chiede alla Chiesa, ad ogni singolo credente del nostro mondo attuale di ritornare con fedeltà alle sorgenti, all’origine della fede e alla speranza, alla gioia del Vangelo, cioè a fare l’esperienza di incontro personale con il Cristo Risorto e del suo Spirito (EG. 275 e 280). Evangelii Gaudium può essere riassunto in due parole: esso è l’invito alla riforma e missione.

L’appello del papa Francesco per la riforma e il rinnovamento è che la Chiesa nei singoli membri incontri il Cristo e ritrovi, oggi, la gioia, la vitalità per annunciarlo nel mondo, dialogando con esso e indicando a questa umanità in perpertua crescita e con le sue tante invenzione e forme di espressione (EG 11), Gesù Cristo, il Salvatore dell’umanità, senza paura di cambiamenti.

La Chiesa non può rinnovarsi senza lo Spirito di risorto, cioè lo Spirito Santo che è il protagonista di tutta la missione ecclesiale (RM[5] 21-30). Paolo VI che è stato beatificato il 19.10.14 scorso, parla in maniera splendida di questo Spirito Santo come essa anima tutta la Chiesa di Cristo. E per chiunque vorrebbe vivere in perpetuo rinnovamento bisogna invocarlo sempre.

“Lo Spirito Santo è l’animatore e santificatore della Chiesa, il suo respiro divino, il vento delle sue vele, suo principio unificatore, sua sorgente interiore di luce e di forza, suo sostegno e suo consolatore, sua sorgente di carismi e di canti, sua pace e suo gaudio, suo premio e preludio della vita beata ed eterna. La Chiesa ha bisogno della sua perenne Pentecoste; ha bisogno di fuoco nel cuore, di parole sulle labbra, di profezia nello sguardo”.[6]  

 

Fonti

Vaticano II, Costituzione Pastorale, “La Chiesa nel Mondo Contemporaneo”, Gaudium et Spes, dicembre 1965.

Francesco, Evangelii Gaudium, Libreria Editrice Vaticano, Città del Vaticano, 2013.

Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio, libreria Editrice Vaticano, 1990.

                           - Novo Millennio Ineunte, Libreria Editrice Vaticano, Città del Vaticano, 2001.

Paolo VI, Insegnamenti di Paolo VI, X (1972), Città del Vaticano 1972.

Yves Congar, Vraie et fausse réforme dans l’Eglise, Coll. Unam Sanctam n. 20, Cerf, Paris, 1950.

 

[1] Les deux tentations qui ont dominé la religion judaïque, pendant le temps de Jésus étaient: la tentation de pharisaïsme et la tentation de la synagogue. La tentation du pharisaïsme est celle qui consiste de faire tourner l’observance ou le moyen en fin. C’est l’ostentation de la dévotion, de la piété, de la vertu. Et la tentation de la synagogue, celle-ci consiste à refuser tout dépassement des formes en lesquelles nous réalisons l’œuvre de Dieu, à un moment donné de l’histoire. En un mot, c’est absolutiser tout. Cfr. Yves Congar, Vraie et fausse réforme dans l’Eglise, Coll. Unam Sanctam n. 20, Cerf, Paris 1950.

[2] “Mentalité” est un ensemble des croyances et habitudes d’esprit qui informent et commandent la pensée d’une collectivité, et qui sont communes à chaque membre de cette collectivité. Ainsi, «la mentalité est le lien le plus résistant qui rattache l’individu à son groupe » G. BOUTHOUL (cf. Dictionnaire Le Petit Robert de Paul Robert, nouvelle édition, SEJER, 2011, p. 1573). Dans la mentalité l’individu peut être rattaché à son groupe dans le bien comme dans le mal; voilà pourquoi il est d’importance primordiale le changement de la ‘culture du monde’ à celle évangélique.

[3] Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, Editrice Vaticano, 2001.

[4] Vatican II, GS, 21.

[5][5] Giovanni Paolo II , Lettre encyclique Redemptoris Mission, sur la valeur permanente du precepte missionnaire, libreria Editrice Vatican, 1990. Il terzo capitolo, parla dello Spirito Santo, protagnista della missione.

[6] Paolo VI, Insegnamenti di Paolo VI, X (1972), Città del Vaticano 1972, 1210-1211.

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