Traduciamo all’italiano le parole del papa dirette ai religiosi e alle religiose dell’America Latina che hanno celebrato in questi giorni un congresso virtuale riflettendo a proposito del futuro della vita religiosa nel loro continente. Un futuro, lo ricorda il titolo dell’evento, con nuovi orizzonti missionari aperti al lavoro fatto assieme, in dialogo con le culture, disposto ad evangelizzarle e itinerante.
Cari fratelli e sorelle,
Un saluto a tutti voi che partecipate al congresso virtuale della CLAR (Federazione Latinoamericana dei Religiosi) con il titolo "verso una vita religiosa intercongregazionale, interculturale ed itinerante". Grazie per questa partecipazione e per il vostro coraggio: è davvero importante per la vita consacrata la sfida dell'inculturazione della fede. Quanto ci farebbe bene scoprire che l’unità non è uniformità ma armonia multiforme. Non dimentichiamo che chi fa l’armonia è lo Spirito Santo che ci fa assumere le differenze e valorizzare le particolarità in uno spirito di una sana e aperta interculturalità.
La vostra presenza è necessaria anche per permettere lo sviluppo di una teologia inculturata che possa essere appropriata alla realtà locale veicolo di evangelizzazione. Non dimentichiamo che una fede che non si incultura non è autentica.
Vi invito allora a entrare nella parte più profonda alla cultura che è l’anima dei popoli, entrate nella vita del popolo fedele, con rispetto a costumi e tradizione cercando di portare avanti la doppia missione di inculturare la fede ed evangelizzare la cultura. È un binomio che non possiamo mai dimenticare dando valore a ciò che lo Spirito Santo ha seminato nei popoli che è anche un dono per noi. Quando non si produce questa inculturazione la vita cristiana, e con maggior regione la vita religiosa, termina su posizioni gnostiche aberranti e ridicole. L’abbiamo visto per esempio nel mal uso della liturgia quando l’importante diventa l’ideologia e non la cultura e la preghiera dei popoli.
Invece la vita consacrata è esperta in comunione, è itinerante, e promuove fraternità.
Ma in questo tempo si cada nella tentazione della sopravvivenza. È buono rinunciare al criterio dei numeri e dell’efficacia che vi potrebbe trasformare in discepoli timorosi, rinchiusi nel passato e abbandonati alla nostalgia.. questa nostalgia che in fondo potrebbe essere il canto della sirena della vita religiosa. davanti a queste cose la strategia più accertata sarebbe quella di approfittare dell’opportunità di camminare, con il Signore, i cammini della speranza, riconoscendo che i frutti dipendono dalla guida esclusiva dello Spirito Santo.
Cosa dobbiamo fare? mettetevi a fianco, rispettate ed evangelizzare il popolo santo di Dio, continuate a dare testimonianza e il resto lasciatelo nelle mani dello Spirito Santo.
Per raggiungere l’obbiettivo che vi siete proposti mi piacerebbe ricordare che l’allegria, massima espressione della vita in Cristo, è la migliore testimonianza che possiamo offrire al santo popolo di Dio che dobbiamo servire ed accompagnare nel suo pellegrinaggio verso l’incontro con il Padre.
L’allegria in tutte le forme, pace, gozo, senso dell’umore. Per favore chiedete questa grazia, nell’esortazione sulla santità no voluto mettere un capitolo sull’umore... che triste vedere uomini e donne consacrati che non hanno il senso dell’umore, che prendono tutto sul serio. Stare con Gesù è essere liberi ed avere anche la capacità di un sano senso dell’umore.
Voglio fare a voi i miei migliori auguri per il vostro incontro, che Dio vi benedica, non vi faccia mai mancare la grazia di essere uomini e donne disponibili all’incontro, capaci di fraternità. Maria vi protegga, lei conosce ciò che significa incontro, fraternità, pazienza, inculturazione... e come faccio sempre, non dimenticatevi di pregare per me che ne ho parecchio bisogno. Un buon incontro a tutti voi.