L’Istituto dei Missionari della Consolata ha compiuto 116 anni di fondazione, avvenuta nel 1901 per volere della Madonna Consolata, come ha sempre insistito a dire il fondatore di fatto, il Beato Giuseppe Allamano. 116 anni sono troppi per la vita di un uomo, ma molto pochi nella storia bimillenaria della Chiesa. Eppure hanno attraversato uno dei periodi più intensi e fecondi dell’epopea missionaria moderna. Nonostante questo, attorno all’avvenimento non si è respirata un’aria di celebrazione o di festa, c’era piuttosto un atteggiamento di riflessione e ricerca. Ci si è volti sì al passato con riconoscenza, ma è al futuro che si guarda cercando di capire dove il Signore sta guidando la sua Chiesa.
L’Istituto, è non solo, deve ripensare profondamente il proprio ruolo nella Chiesa tenendo conto del cambiamento epocale in atto: non solo è cambiata la geografia della missione, ma la Missione stessa! Il cambiamento è così radicale che c’è chi teorizza addirittura la fine degli Istituti Missionari come tali perché diventati ridondanti (se non un ostacolo) in una Chiesa che - stupenda riscoperta del Concilio Vaticano II ! - è tutta missionaria per natura sua.
Quanto sta succedendo, non è niente di nuovo. Sono anni che si riflette, discute e ricerca su questi temi: che senso abbia la Missione oggi e quale sia il ruolo dei missionari ai nostri giorni. Forse di questi tempi il processo è diventato più urgente a causa di fattori molto contingenti quali la scristianizzazione accelerata del mondo occidentale concomitante con l’invecchiamento del clero, la diminuzione delle vocazioni e l’impossibilità di mantenere il tradizionale numero di attività pastorali, religiose e caritative. Gli effetti di questa situazione sono sentiti da tutti, se non altro perché in tutte le diocesi italiane è in atto una ristrutturazione e ridistribuzione del clero senza precedenti, con “scorporazioni”, unificazioni e chiusura di parrocchie che spesso lasciano i fedeli smarriti e amareggiati.
In questo contesto anche i missionari (quelli classici, nati per andare nelle parti più remote del mondo) sono messi in discussione. La missione è ovunque! Che senso ha andare ad annunciare il Vangelo ai «lontani» e poi lasciare che i «vicini» lo mettano nel cassetto (quando va bene) o addirittura lo buttino nella spazzatura? In più, il nuovo esercito di preti e suore che vengono dal Sud del mondo a riempire i vuoti nelle nostre case di cura, ospizi e parrocchie, sono davvero missionari o sono solo usati come tappabuchi per mantenere un sistema superato? Domande queste che non si possono evitare, ma la cui risposta non è certo facile. Questioni che gli stessi missionari e missionarie della Consolata - queste ultime appena uscite dalle celebrazioni centenarie - si pongono continuamente e su cui sono chiamati a dare risposte efficaci.
Il cambiamento in atto non ci deve spaventare. Cambia il modo di fare Missione, ma la ragione fondamentale della Missione è sempre la stessa: Gesù Cristo. La Missione ha senso solo in Lui, missionario del Padre nello Spirito Santo. E lo Spirito Santo, nei secoli, ha dimostrato di avere una fantasia creativa incredibile, senza mai lasciarsi bloccare né dalle inadeguatezze dei missionari, né dalle prepotenza delle opposte forze in campo, né dal progresso tecnologico e scientifico. Da parte nostra basterebbe forse piantarla di lagnarsi, di fare le vittime e i rassegnati, di cercare i colpevoli, di aspettare l’ultima elaborazione teologica o soluzioni magiche, e - a costo di sembrare ingenui - vivere la fede che abbiamo ricevuto in dono, ciascuno secondo il proprio stato e carisma, attraverso una testimonianza di amore fattivo che sia contemplazione, giustizia, pace, vicinanza alla persona e (perché no?) anche impegno politico nuovo. Il «mondo», in fin dei conti, ha «fame» di Gesù. Ma è davvero Gesù, il Cristo, che oggi annunciamo?
Il “Giubileo della Misericordia “ ci ha insegnato che la Chiesa semplicemente perché è Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio”, per “ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre”, “perché questo è il tempo della misericordia e della prossimità alla gente. E’ il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti la via del perdono e della riconciliazione”.
“Credo che uno dei problemi che abbiamo, e che è inevitabile, è che noi guardiamo il futuro con gli occhi del passato...Credo che dobbiamo liberarci del passato e sapere che l'avvenire dipende dal nostro metterci in una situazione creativa. In questo momento la Chiesa si aspetta da noi che ci dirigiamo verso la profondità. La creatività e la vita nello spirito. E' quanto dico ai giovani gesuiti. Senza creatività non potremo accompagnare nessuno nella ricerca di nuove risposte perché nella nostra formazione avremo imparato a rispondere alle domande del passato, ma le nuove domande sono differenti. Dobbiamo accompagnarli in questa ricerca di sapienza e di profondità. Per questo preferisco il concetto di profondità ad altre parole come meditazione o preghiera perché non generano che proprie immagini. In compenso la profondità è qualcosa di nuovo che dobbiamo scoprire.” P. A. Nicolàs, S.J.
I DIECI COMANDAMENTI MISSIONARI DI GIUSEPPE ALLAMANO
Primo comandamento missionario
«Elevatevi sopra le idee ristrette che predominano nell'ambiente.»
Secondo comandamento missionario
«Amate una religione che offre le promesse dell'altra vita e vi rende più felici su questa terra.»
Terzo comandamento missionario
«Scegliete la mansuetudine come strada di trasformazione.»
Quarto comandamento missionario
«Puntate alla trasformazione dell'ambiente, non solo degli uomini.»
Quinto comandamento missionario
«Siate forti, virili, energici nell'apostolato.»
Sesto comandamento missionario
«Diventate conche e non canali riguardo ai doni spirituali, canali e non conche riguardo ai doni materiali.»
Settimo comandamento missionario
«Fate bene il bene e senza rumore.»
Ottavo comandamento missionario
«Cercate Dio solo e la sua volontà.»
Nono comandamento missionario
«Date il primato alla santità.»
Decimo comandamento missionario
«Non dite mai: non tocca a me.»