Messaggio finale del 2° incontro della rete itinerante amazzonica.
Nel Vicariato Apostolico di Puerto Leguízamo-Solano, bagnato dai fiumi Caquetá e Putumayo e dai loro rispettivi affluenti, ci siamo riuniti le équipes itineranti di 5 Paesi dell'Amazzonia. Con il nostro lavoro vogliamo rendere possibili i sogni incarnati nel documento finale del Sinodo Amazzonico e nella Querida Amazonía e continuare a costruire la Rete Itinerante che ci unisce in chiave di sinodalità.
Ricordiamo i missionari che hanno navigato i fiumi di questo triplice confine amazzonico, martiri e profeti di pace: Alejandro Labaca, Inés Arango, Gonzalo López Marañón, Luis Augusto Castro e molti altri che hanno dato la loro vita affinché i popoli dell’Amazzonia abbiano pienezza di vita. Ci sentiamo discepoli di Gesù e, come lui ci ha insegnato, remiamo al largo e gettiamo le reti con la consapevolezza che il contributo di ciascuno è prezioso e unico per costruire un nuovo modello di Chiesa sinodale e con volto amazzonico.
Ci incontriamo per rafforzare la convinzione che siamo tutti fatti dello stesso fango e ci troviamo sulla stessa barca: insieme vogliamo andare oltre, dove da soli non possiamo arrivare. Sappiamo che tessere una rete implica uscire da se stessi e incontrare gli altri a piedi nudi, riconoscere volti diversi, ascoltare il grido della Terra, camminare e interagire consapevolmente nella cura della Casa Comune.
Confermiamo ancora una volta che l'itineranza è il fondamento della missione della Chiesa; è radicata nella missione di Gesù ed è la via che ci permette di raggiungere i luoghi più remoti. In queste regioni le ferite sono più aperte e la vita di Popoli e territori è maggiormente minacciata e violata da interessi che minano l’armonia: la presenza di gruppi armati, le monocolture ad uso illecito, l’estrazione mineraria, la violenza, l’impunità, la violazione spesso sistematica dei diritti umani e ambientali.
Percepiamo l'impatto dei danni provocati dal peccato che divide, che distrugge la vita e interrompe le relazioni e i processi vitali. Notiamo con dolore che la terra più devastata è quella abitata dai popoli originari che è stata invasa da aziende e progetti che predano la natura e sono guidati da una visione capitalista e consumistica.
Ci sentiamo sollecitati a intraprendere un processo di conversione che ci permetta vivere un'ecologia integrale (Laudato Sii), uscendo dai nostri piccoli orti per ricostruire la connettività con noi stessi, con gli altri, con l'ambiente, con il cosmo e con Dio. La relazionalità che ci unisce a tutti gli esseri viventi, gli uomini e la Madre Terra implica un itinerario interiore e un profondo processo di conversione del cuore che non possiamo eludere né dimenticare.
Tessendo questa “rete amazzonica” ci sentiamo chiamati a mettere in pratica gli impegni del Sinodo amazzonico; a cercare insieme nuove strade; a collegarci attraverso la giungla e i fiumi; a rafforzare la comunicazione, l'incontro e lo scambio culturale; a condividere esperienze, formazione e spiritualità; a motivare la solidarietà e la comunione dei beni.
I popoli indigeni –che vivono la loro quotidianità in gioia ed armonia– sono per noi maestri di spiritualità e relazioni itineranti; ci invitano a recuperare i legami e la connessione con la Madre Terra e ad accogliere la saggezza che scaturisce dall'apertura all'azione dello Spirito. Con profonda gratitudine e ricordo reverenziale rimane nei nostri cuori la calda accoglienza che abbiamo sperimentato; l'umiltà e la fiducia degli anziani; le cena offerte dalle anziane; i balli dei bambini e dei giovani; le conversazioni nella Maloka del popolo Muina Murui nelle quali abbiamo fatto esperienza di spiritualità, mistica, calore e forza della parola.
Oggi camminiamo con le Donne dell'Aurora che ispirano il nostro impegno missionario e l'impegno per l'ecologia integrale, andiamo verso acque più profonde con la protezione, l'affetto e la tenerezza di Nostra Signora dell'Amazzonia.
Puerto Leguízamo, Putumayo (Colombia), 03 al 06 agosto 2023