Ricorre proprio in questi giorni, precisamente il 27 luglio, il 70° anniversario della firma dell’armistizio che ha posto fine alla sanguinosa guerra della Corea (1950-53). L’armistizio è però un accordo piuttosto precario, perché non è mai stato raggiunto un vero e proprio trattato di pace. Così, a seconda dei “momenti” politici, le due Coree continuano o a cercare un qualche dialogo ed accordo, o a guardarsi in cagnesco, accusandosi mutuamente di fomentare la divisione e il pericolo di una nuova guerra. Lo scenario politico internazionale poi, con la diretta ingerenza di Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone, in realtà non promette nulla di buono per quanto riguarda l’ideale sognato di un vero e proprio trattato di pace tra le due Coree.
Eppure le religioni del Paese non si danno per vinte, e continuano a sognare un prossimo futuro in cui non ci siano più armi nucleari nei due Paesi, le famiglie rimaste divise dalla guerra (rimangono ancora più di 40.000 persone) possano tornare a ritrovarsi e riconoscersi, l’unità di tutto il popolo Coreano sia ristabilita… e così hanno dato vita quest’anno, assieme ad altre associazioni civili, a una raccolta di firme per spingere il governo a fare di tutto affinché ci possa essere la pace nella penisola coreana.
Accompagnano questa iniziativa con una serie di altre iniziative, come incontri interreligiosi di preghiera per la pace, simposi e conferenze sulla situazione della pace nel Paese.
A Daejeon nel locale ramo del KCRP (Conferenza Coreana delle Religioni per la Pace), la maggiore delle organizzazione “ufficiali” di dialogo interreligioso, abbiamo organizzato in città un Incontro di Preghiera per la Pace, a carattere interreligioso, la domenica 23 luglio, alle 4.00 del pomeriggio, nella sede centrale del Buddismo-won.
Avevamo fatto un paio di riunioni per preparare l’evento, e alla fine si era deciso di assegnare ad ogni religione un quarto d’ora di tempo per pregare “secondo la propria tradizione”. Le religioni che avevano deciso di partecipare sono state i Protestanti, i Cattolici, e il Buddismo-won (una religione autoctona della Corea). I Buddisti, disgraziatamente, non si trovavano in questo momento pronti per partecipare, e le altre piccole religioni non hanno voluto avere un tempo particolare assegnato loro, e la loro partecipazione è stata solo a livello individuale.
A me è toccato presiedere il tempo assegnato alla Chiesa cattolica.
L’incontro di preghiera si è svolto nella grande sala di meditazione del Buddismo-won, alla presenza di un centinaio di persone (la pioggia insistente dell’attuale stagione monsonica ha certamente “frenato” una partecipazione maggiore) e si è svolta per un’ora e mezza, secondo il programma stilato precedentemente.
I Protestanti hanno invitato uno dei loro pastori, che è un artista, a cantare un paio di canzoni con la chitarra, e offerto varie preghiere.
Il Buddismo-won ha proclamato alcuni insegnamenti del fondatore della religione sulla pace, intercalati da momenti di silenzio meditativo.
Noi abbiamo proclamato due letture bibliche, seguite da un breve commento sulla “pace nella Bibbia”, e all’invito a scambiarci il “dono della pace” tra tutti i presenti (e questo è stato uno dei momenti più partecipativi ed emotivi dell’incontro), concluso con una bellissima preghiera per la pace di Papa Francesco, che tutti coloro che volevano potevano leggere nel libretto-guida dell’incontro.
Alla fine, tre rappresentanti delle religioni hanno letto una “dichiarazione ufficiale” della campagna di raccolta di firme per la pace, nella quale si chiede al governo a nome di tutti i cittadini del Paese di fare tutto il possibile per arrivare ad un Trattato di Pace. Non sarà certamente facile visto che l’attuale governo di destra, è più propenso al “muro contro muro” che al dialogo con la Corea del Nord.
Oltre all’incontro di preghiera, sono previste anche un’attività specifica di raccolta firme il 27 di luglio, e una Tavola Rotonda sulla Pace il 6 agosto.
A volte sentiamo la lamentela che non comunichiamo molto all’Istituto di quanto stiamo facendo nel campo del Dialogo Interreligioso in Corea. Ma almeno questa volta, e grazie a questo evento abbastanza particolare, vogliamo testimoniare che l’impegno nel dialogo interreligioso da parte di noi Missionari della Consolata, a Daejeon è continuo e diretto, anche se spesso oscuro e rutinario…