Siamo già nel pieno del tempo pasquale. Continuiamo ad ascoltare con pazienza le parole che il Risorto mette nelle nostre orecchie. “Vi porto la pace” è il saluto ripetuto che il Signore risorto rivolge ai suoi discepoli; lo “Shalom” sintetizza tutto ciò che una persona può desiderare: salute, integrazione personale, armonia con le persone, con la natura, con Dio. Non è una promessa di prosperità, di trionfo o di denaro, ma è pace, la certezza di poter vivere tutto con pienezza; non è assenza di problemi, ma guardare tutto, comprese le sofferenze e i conflitti, con gli occhi compassionevoli di Dio.
Le persone che abbracciano il dono della pace sono operatori di pace senza dover essere membri di alcun gruppo di pacifisti.
Perché ci sono dubbi nel tuo cuore? È l'affermazione che il Signore risorto fa costantemente ai suoi discepoli. Credi nella primavera quando vedi nuovi germogli sugli alberi dopo il rigido inverno; credi in un nuovo giorno, quando scorgi, ogni mattina, il sole risorge dopo il buio della notte; credi nella vita perché vedi madri incinte che portano i loro figli nel grembo. Quali sono quindi i segni per credere alla presenza del Risorto? Sono uomini e donne che, nonostante i propri limiti, sanno dare senso alla propria vita; persone capaci di superare un conflitto, una depressione, una situazione estrema. Perché sembra che sia più facile percepire i segni della morte rispetto a quelli della vita? Perché siamo in grado di criticare facilmente tutto ciò che va storto, o chi ha torto, e perché è così difficile per noi valutare ed essere grati per ciò che fa funzionare il mondo?
Guarda le mie mani e i miei piedi. La gioia che porta il Risorto non è la gioia superficiale di chi non ha problemi. Le sue mani e i suoi piedi conservano l'impronta dei chiodi; la sua è una vittoria sulla morte. Forse per noi è difficile vivere una gioia profonda perché non guardiamo dritto all'impronta delle possibili ferite che essa porta con sé. Possiamo credere che saremo più felici scappando dalle persone che soffrono, evitando i conflitti, truccando il nostro stesso dolore eppure Gesù ci invita a riconoscerlo nelle ferite dei chiodi. Guardano quelle mani trafitte dai chiodi troviamo una chiave per non intendere la gioia pasquale come fuga ma come una maggiore vicinanza ai crocifissi: le persone difficili che ci circondano, quelle che percorrono strade oscure.
Siamo nel mese di maggio, il mese delle mamme, il mese del rosario e il mese in cui abbiamo iniziato il nostro XIV Capitolo Generale. Ci accompagni in questi giorni lo Shalom che il Signore ci offre, che non risolve automaticamente la nostra vita, ma ci invita a guardare tutto con occhi di misericordia e ad essere attenti a ciò che dice lo Spirito. Shalom a tutti!
*Juan Pablo de los Ríos è Superiore Provinciale della Regione Colombia