Paraguay: Assemblea CLAR

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Sono più di ottanta i religiosi e le religiose, provenienti da 22 paesi dell’America Latina e dal Caraibi, che si danno appuntamento dal 22 al 28 giugno 2006 a Ypacaraí (Asunción – Paraguay), per prendere parte alla XVI Assemblea della CLAR. Siamo in due, provenienti da Roma, a rappresentare l’Unione dei Superiori Generali e l’Unione Internazionale delle Superiore Generali. In questa relazione cercherò di delineare per sommi capi i lavori della settimana, evidenziando poi l’impegno di animazione della CLAR stessa e le linee di azione che la guideranno nei prossimi tre anni.

Il tema “Verso una vita religiosa mistico-profetica al servizio della vita” è stato il filo conduttore di tutta la settimana. In questo momento della storia del Continente latino-americano, le persone consacrate sentono infatti che la loro vocazione e la loro missione le conducono ad essere, nel nome di Cristo, voce e azione, segno e speranza di una vita piena per tutti i popoli di questo Continente e particolarmente per coloro la cui vita è minacciata, mortificata o calpestata.

1. Una settimana di intenso lavoro

La maggioranza dei partecipanti giunge a Ypacaraí il 21 giugno e nell’ambiente accogliente e familiare della “Casa Familia Salesiana” può rinnovare vecchie conoscenze o avviarne di nuove, mentre ci si racconta del viaggio, dei disguidi aerei o delle valigie andate smarrite.
Il giorno inaugurale è reso solenne dalla presenza e dalle parole di saluto del Cardinale Franc Rodé, Prefetto della Congregazione per la Vita Consacrata. Alla solenne Concelebrazione eucaristica si aggiungono il Nunzio apostolico in Paraguay, il Presidente della Conferenza episcopale, il Vescovo Presidente della vita consacrata del CELAM (Conferenza episcopale latino americana).

Rivolgendo la sua parola all’assemblea, il Cardinale ricorda la lontana epopea evangelizzatrice in queste terre d’America di cui sono stati protagonisti Francescani e Gesuiti che, con geniale intuito missionario, seppero radicare il Vangelo nel cuore di tante popolazioni, attraverso la propria coerenza di vita, l’ardore nella evangelizzazione, le molteplici attività apostoliche e sociali. La testimonianza di quei Religiosi continua a fare scuola anche oggi, ribadisce con forza il Cardinale. Prendendo poi lo spunto dal tema dell’assemblea, il Prefetto non tralascia di ricordare l’importanza di mantenere sempre unite la mistica e la profezia. Se viene a mancare la prima, la missione del religioso si esaurirebbe in un inutile attivismo. Ugualmente ricorda quanto sia importante per i Religiosi essere fedeli all’opzione preferenziale per i poveri vedendo in ciascuno di essi il volto stesso di Cristo Gesù e alla Eucaristia come sorgente della loro carità e vincolo di comunione con tutta la Chiesa. Alle Conferenze dei Religiosi/e il Cardinale rivolge infine l’appello a non venire mai meno al loro compito di favorire la comunione e la collaborazione a tutti i livelli.

Il teologo colombiano P. Ignacio Madera compie poi un’attenta lettura del cammino della CLAR nel triennio passato, soffermandosi soprattutto sul cosiddetto “Cammino di Emmaus”. Annotando luci e ombre, ama sottolineare come in tutte le iniziative le Religiose sono sempre le più presenti e le più attente. Segue poi una intensa carrellata di presentazioni delle 22 Conferenze dell’AL e dei Caraibi che completa, con dovizia di dati, la lettura del teologo Ignacio Madera. Ritornano con insistenza alcuni fenomeni problematici che sembrano accomunare la complessa realtà del Continente e che costituiscono una grande sfida per la vita religiosa: la povertà della gente, le migrazioni, una ingiusta distribuzione dei beni, l’infanzia dimenticata, traffico delle donne e dei bambini, sradicamento del sentimento religioso del popolo dovuto alle sétte, corruzione nelle istituzioni pubbliche, conseguenze negative della globalizzazione, il problema ecologico.

Il giorno seguente viene dedicato ad approfondire ulteriormente la lettura della realtà attraverso la parola di numerosi esperti, quali Luis Coscia, Carmen Fagot, Georgina Zubiría, Victor Martínez, Lucia Weiler ed altri ancora che, partendo da punti di vista diversi, mostrano come le parole “ri-nascere”, “ri-creare”, “ri-vitalizzare”, “ri-fondare” abbiano assunto nuovo significato e profondità nelle scelte messe in atto da numerosi Istituti Religiosi in questo primo squarcio del terzo millennio.

Il 25 giugno è domenica. Nella preghiera che apre la giornata e durante i lavori della mattinata, mentre ringraziamo il Signore per quanto compiuto dalla CLAR nel triennio passato, veniamo invitati a volgere lo sguardo al cammino che il Risorto comincia a fare balenare davanti ai nostri occhi. Viene rimarcata più volte l’importanza di scelte vecchie e nuove quali la difesa della vita, l’opzione per i poveri, i giovani, gli indigeni e gli afro, la formazione, l’evangelizzazione della globalizzazione e dei mezzi di comunicazione sociale, i migranti, la solidarietà, la lettura sapienziale della Parola di Dio. Il pomeriggio di riposo ci permette di contemplare la bellezza del lago Ipacarí, di visitare una delle prime missioni francescane in Paraguay e di pregare al Santuario nazionale della Vergine di Caacupé.

Il 26 giugno, Mons. Andrés Stanovnik, Segretario generale del CELAM, apre la giornata esponendo quanto la Chiesa del Continente sta facendo per preparare la 5ª Conferenza dell’Episcopato latino-americano che si celebrerà il prossimo anno presso il Santuario dell’Aparecida (Brasile) e che ha come titolo: “Essere discepoli e missionari perché i nostri popoli, in Lui, abbiano vita”.

Si continua poi ancora a riflettere sul significato e sul ruolo della vita consacrata nel Continente attraverso la presentazione di alcune significative esperienze. Una dettagliata relazione da parte della Presidenza uscente aiuta l’assemblea ad abbozzare l’“orizzonte utopico”, le dimensioni prioritarie e l’obiettivo del servizio di animazione che la CLAR dovrà svolgere, assieme alle sue line di azione.
Gli ultimi due giorni servono invece per definire meglio il programma del prossimo triennio e per procedere alla elezione della nuova Presidenza. Questi sono i nomi dei fratelli e sorelle che sono stati prescelti ad animare la vita religiosa nel Continente negli anni 2006-2009:

- P. Ignacio Madera (Colombia): Presidente
- Sr. María de los Dolores Palencia (Messico): 1° Vicepresidente
- Fr. Ángel Medina (Paraguay): 2° Vicepresidente
- Sr. Maris Bolzan (Brasile): 3° Vicepresidente
- P. Pío González (Guatemala): 4° Vicepresidente.
Con la formulazione del messaggio conclusivo e l’approvazione di alcuni testi finali, termina la XVI Assemblea Generale della CLAR, il giorno 28 giugno, vigilia della Festa dei Santi Pietro e Paolo.

2. Una missione di animazione

A questo punto conviene forse soffermare brevemente l’attenzione sulla natura e i compiti della CLAR, che da quasi cinquant’anni sta animando la vita religiosa nell’America Latina e nei Caraibi. Uno sguardo, anche solo panoramico, su ciò che essa è e sul suo vicino passato può svelarci meglio il significato dell’intenso lavoro di revisione e di programmazione che l’Assemblea ha saputo realizzare.

La Confederazione Latinoamericana dei Religiosi è formata dalla Conferenze Nazionali delle Superiore e dei Superiori Maggiori del Centro e Sud America ed è riconosciuta come organismo internazionale di diritto pontificio. Eretta dalla Santa Sede il 2 marzo 1959, la CLAR dipende dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di vita Apostolica.
Suo compito specifico è l’animazione della vita consacrata attraverso il coordinamento di iniziative a favore delle Conferenze nazionali delle Superiore e dei Superiori Maggiori. Nel rispetto della legittima autonomia di ciascuna Conferenza nazionale, la CLAR cerca di fomentare la comunione e la mutua collaborazione tra gli Istituti Religiosi per il bene dei Religiosi stessi e della Chiesa.

Attenta all’azione dello Spirito, essa si impegna ad accompagnare la vita religiosa perché possa rispondere alle necessità dei popoli del Continente. Cosciente della necessità che la vita consacrata rinasca continuamente, la CLAR ha mai mancato di proporre a tutti i Religiosi e alle Religiose di fare ritorno continuo al Vangelo e al carisma del proprio Istituto per poter così rispondere in maniera efficace alle sfide che ogni momento storico presenta.

Negli Statuti troviamo ben delineata la “visione” che illumina la sua ispirazione e il suo programma e che suona così: “La CLAR sia conosciuta e riconosciuta in tutto il Continente per la sua spiritualità peregrina e inculturata nella vita dei popoli latinoamericani e del Caraibi, e diventi segno della tenerezza dell’amore di Dio Padre-Madre nel nostro mondo. Una vita religiosa che partendo dal suo impegno di vita mistica diventi testimonianza alla Chiesa, alla società e alla stessa vita religiosa, nella fedeltà al progetto di Gesù nella storia, priorizzando l’opzione per i poveri e gli esclusi, nell’attenzione alla prospettiva del “genere”, rispondendo al mondo dei giovani e alle nuove identità, coltivando l’utopia che un’altra forma di essere e di vivere la nostra sequela radicale di Gesù è possibile”.

3. “Il cammino di Emmaus”

Non si può comprendere l’intenso programma della CLAR negli ultimi anni senza soffermarci sul significato che ha avuto il “Cammino di Emmaus”.

A partire dall’anno giubilare, è questo il nome che è stato dato all’impegno di tutte le Conferenze nazionali di avviare un processo che conducesse a ricreare (rifondare) la vita religiosa in tutto il Continente. Tale processo, attraverso un cammino lento, impegnativo e a volte anche doloroso, ha portato i Religiosi a convertirsi maggiormente alla Parola del Vangelo e a innescare nuovi dinamismi provenienti dai tanti carismi dei propri Istituti al fine di dare risposte contestualizzate alle svariate situazioni del momento e del luogo. Il “cammino di Emmaus” ha significato pertanto il ritorno a ciò che è fondamentale: la Scrittura, l’Eucaristia, i Fondatori, la gente e le grandi sfide del mondo attuale.

Come i due discepoli di Gesù andavano discutendo, lungo il cammino, di ciò che era avvenuto in Gerusalemme e non erano in grado di vedere e ascoltare il Risorto in mezzo a loro, così la vita religiosa del Continente, in preda oggi a tanti rumori, potrebbe correre essa pure il pericolo di percorrere cammini senza sbocchi. Ecco il bisogno di rinnovare l’esperienza di Emmaus per ritrovare il gusto della Parola pregata e condivisa in comunità, per mantenersi alla scuola “mistica” di una preghiera vera e profonda e allenarsi così a vedere il Suo volto in quello dei propri fratelli e dei poveri. L’esperienza di Emmaus ha permesso così di percorre incessantemente e in maniera sana e costruttiva il cammino che va dalla casa alla strada e dalla strada alla casa, cioè dall’impegno sociale alla cura di se stesso.
Tre tappe hanno marcato il cammino di Emmaus:

1. La prima si è dipanata in otto temi, tra cui: l’ascolto, riconoscere una presenza amica, condividere la storia della propria vita, ritorno al primo amore, lo spezzare il pane…

2. La seconda tappa ha aiutato a percepire i segni dei tempi, utilizzando i seguenti approfondimenti: rinnovata opzione per i poveri; la donna e la realtà femminile (genere); la gioventù; spiritualità incarnata, liberatrice e inculturata; la nuova ecclesialità.

3. La terza infine ha abbracciato una molteplicità di temi, a completamento delle due prime tappe: i fondatori; le figure profetiche di ieri e di oggi; la realtà femminile ed l’ecologia; gli indigeni e gli afro; l’autorità, la mistica e la profezia; la vita comunitaria e l’affettività.
Arricchite dall’esperienza fatta e rese più attente dalle difficoltà incontrate nella realizzazione del “cammino di Emmaus”, le Conferenze nazionali hanno saputo approntare, nel corso dell’Assemblea, un programma realistico e coraggioso per il prossimo triennio. Lo consegnano alla nuovo Presidenza e lo riportano alle proprie Conferenza affinché diventi ispirazione e guida per gli anni futuri.

4. Verso il futuro con speranza

La proposta programmatica parte innanzitutto da una ispirazione “utopica” che viene così formulata: “Essere discepoli appassionati di Gesù di Nazareth in mezzo al popolo di Dio dell’America latina e dei Caraibi. Partendo da una vita religiosa mistico-profetica, essere al servizio della vita nell’opzione preferenziale per i poveri e gli esclusi (Gv 10,10: “Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”).
Sono tre le dimensioni in cui la CLAR intende coltivare nel suo programma di animazione della vita consacrata:

- Dimensione antropologica- relazionale: la persona del religioso/a deve ricevere la massima attenzione per realizzare al meglio la propria chiamata umana e religiosa, in un contesto comunitario ricco e fraterno.
- Dimensione mistica: richiede che ogni consacrato/a entri in un’amicizia profonda con il Cristo, nutrendosi della sua Parola. Egli non deve dimenticare che il suo “posto” continua ad essere sempre in mezzo al popolo di Dio.
- Dimensione profetica: porta il religioso/a a coltivare, nella sua vicinanza al povero e all’escluso, gli atteggiamenti della misericordia, della compassione e dell’impegno solidario. Prende in particolare considerazione i nuovi scenari umani del Continente: afro, indigeni, migranti, i bambini maltrattai, le donne… L’etica della giustizia gli sarà di guida in ogni scelta importante, a contatto con la natura e nel vivere quotidiano.

Nella scelta delle linee di azione e nella realizzazione delle iniziative concrete, l’obiettivo resta chiaro: “animare e accompagnare con audacia la vita religiosa, come discepola, nei suoi processi di opzione per la vita, per i poveri e le relazioni fraterne, dando così nuovo significato alla nostra vita consacrata mistico-profetica”. Non possiamo elencare tutte le iniziative che sono state suggerite. Ne ricordiamo soltanto alcune, a modo esemplificativo:

- Favorire iniziative intercongregazionali;
- Continuare ad aprirsi ai luoghi di frontiera e ai nuovi scenari della missione;
- Accompagnare i processi dei Religiosi indigeni e afrodiscendenti;
- Intraprendere una decentralizzazione della CLAR;
- Favorire la comunione, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione sociale;
- Avviare una formazione on line e costituire delle équipe itineranti di formatori;
- Essere presenti dove si decidono le politiche a riguardo della vita e della giustizia;
- Partecipazione attiva alle iniziative ecclesiali continentali (V Conf. Gen. dell’Episc. latino americano).

Motivi e parole di speranza hanno trovato ampio spazio nelle fasi finali dell’Assemblea e sono state più volte richiamati da parte della Presidenza uscente e di quella appena eletta, e poi da tutti i partecipanti. Sono poi diventati preghiera allo Spirito Santo nella solenne Celebrazione eucaristica finale, presieduta dal Nunzio Apostolico in Paraguay.


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