NELLA SPIRITUALITÀ DEI SANTI L'ALLAMANO HA SAPUTO COGLIERE FIORE DA FIORE

Category: Missione Oggi
Hits: 2124 times

Con questo titolo “figurato” intendo presentare un atteggiamento dell’Allamano, che tocca da vicino la sua spiritualità e la sua attività di educatore di sacerdoti e di missionari.

Non c'è dubbio che gli aspetti caratteristici che compongono la sua spiritualità non li ha desunti da altri, ma li ha intuiti e maturati direttamente in comunione con il Signore, durante le lunghe soste di preghiera davanti al tabernacolo e all'icona della SS. Consolata, nel santuario. Intendo quelle intuizioni “geniali” che esprimeva con frasi lapidarie, come queste: “prima santi e poi missionari”; “la vera fondatrice è la Consolata”; “lo spirito lo dovete prendere da me”, ecc.

 

 

Esaminando la sua dottrina spirituale, a prima vista si potrebbe scorgere una specie di “dipendenza” dell'Allamano da altri maestri di spirito. Ma, come si noterà dalle sue stesse espressioni, non si tratta tanto di dipendenza, quanto di “sintonia”. In effetti, l'Allamano ha avuto l'abilità di guardarsi attorno e di sapere individuare e fare propri alcuni elementi della spiritualità di uomini o donne di Dio, specialmente del passato, con i quali si sentiva particolarmente d'accordo. C'è da precisare che l'Allamano non ha proposto tali quali questi elementi, come farebbe un insegnante. Non è stato un ripetitore, perché prima di insegnarli e proporli ad altri, egli li ha compresi, approfonditi, fatti propri e vissuti, caratterizzandoli con la propria spiritualità. In questo senso intendo dire che “l'Allamano ha saputo cogliere fiore da fiore”. Non ha raccolto tutti i fiori che ha ammirato nei giardini di altri, ma solo quelli che corrispondevano a quanto lo Spirito gli andava suggerendo.

 

I casi di questo tipo sono parecchi. Il più importante è il rapporto intenso tra l'Allamano e il Cafasso, al punto che molti testimoni hanno affermato che l'Allamano era un “Cafasso redivivo”. Essendo questo rapporto molto conosciuto, lo lascio da parte e qui presento questi tre: S. Teresa d'Avila - Allamano; S. Francesco di Sales - Allamano; Ven. Olier - Allamano.

 

 

 

TERESA D'AVILA - ALLAMANO. L'Allamano si è riferito più volte a S. Teresa d'Avila, tanto che si può parlare non solo di stima per questa Carmelitana, ma di intesa su diversi elementi della spiritualità. Di questi ne sottolineo solo due, che mi sembrano i più evidenti.

 

Il primo riguarda l'espressione: del salmo 76 (77), 11: “Nunc coepi”, che letteralmente si traduce “ora incomincio”.1 Queste parole servivano all'Allamano per incoraggiare i suoi giovani a riprendersi subito dopo qualsiasi sbaglio, senza scoraggiarsi. E per dare forza alle sue parole, si riferiva a S. Teresa d'Avila, la quale appunto valorizzava questo passo del salmo 76 (77), 11 per il proprio cammino spirituale.

 

Ecco alcune espressioni tratte dalle sue conferenze formative. Mentre insegnava ai suoi giovani a fare bene l'esame di coscienza, l'Allamano incoraggiava a non perdersi d'animo, anche quando si rendevano conto dei ripetuti sbagli: «Se poi dopo avere proposto mancassimo ancora, non dobbiamo mai scoraggiarci, ma sempre ricominciare; anche se cadessimo 50 volte al giorno, dice S. Teresa, dobbiamo sempre rialzarci dicendo: “Nunc coepi”!».2

 

Per l'Allamano questo era un criterio di vita, che ha saputo fare proprio3 e che valorizzava molto nella sua opera educativa. Le volte che ha ripetuto il “nunc coepi” non si possono contare.4 In particolare insisteva sull'avverbio: “nunc”, adesso, subito: «Rinnovate il vostro proponimento - Nunc coepi - ma adesso, nunc, ora...subito, neppure aspettare due momenti».5

 

Anche alle missionarie l'Allamano insegnava, con la stessa convinzione e frequenza,6 questo cammino di confidenza e di coraggio. Diceva: «Sei caduta? Rimettiti a posto; S. Teresa diceva il “Nunc coepi” [adesso incomincio] quaranta o cinquanta volte al giorno; domandava perdono al Signore, diceva: “Roba del mio giardino, del mio orto; Signore un po' di pioggia perché venga su roba buona...”. Non scoraggiarsi mai; più si cade, più ci si mette a posto».7

 

Ed ecco la conclusione propria dell'Allamano: «Mai scoraggiarvi, “nunc coepi”; direi che è lo stemma del nostro Istituto: sempre incominciare»8.

 

Il secondo elemento di intesa tra l'Allamano e S. Teresa d'Avila è la comprensione del rapporto di grande affetto tra S. Paolo e Gesù. Dal fatto che S. Paolo nomina Gesù tante volte nelle sue lettere S. Teresa ha dedotto che gli doveva volere molto bene. Ecco le sue parole: «Meditando la sua [di Gesù] vita, non si troverà modello più perfetto […]. Guardiamo il glorioso apostolo Paolo che non poteva fare a meno di avere sempre sulla bocca il nome di Gesù, perché lo aveva ben fisso nel cuore».9

 

L'Allamano ha notato con interesse questa riflessione di S. Teresa e l'ha fatta propria. Per la festa del “Nome di Gesù”, si era preparato una schema di conferenza che incominciava così: «Cara Festa questa del SS. Nome di Gesù. Cara per tutti e particolarmente per noi. Come è dolce questo nome.[...]. S. Paolo nelle sue lettere lo pronuncia un 243 volte».10 Nella festa degli Apostoli Pietro e Paolo del 1912: «Vi è noto l'affetto di S. Paolo per Gesù. Nelle sue epistole lo nomina più di 500 volte, tanto ne gode...».11 E parlando di S. Paolo come modello del missionario il 29 giugno 1913: «L'amore ardete che [Paolo] aveva per il Signore! Nelle sue lettere nomina Gesù almeno 300 volte».12 Ancora nel 1915, nella stessa circostanza, dopo aver parlato di S. Pietro: «E S. Paolo? Un Santo Padre ( S. Giovanni Grisostomo) ha detto: “Cor Pauli era cor Chirsit” [il cuore di Paolo era il cuore di Cristo]. Egli, come vi ho detto altre volte, solo nelle sue lettere nomina Nostro signore 243 volte».13

 

Anche alle missionarie l'Allamano ha fatto lo stesso discorso, anche se meno spesso, specialmente nelle feste degli Apostoli Pietro e Paolo: «S. Paolo ha nominato nelle sue lettere più di 500 volte il Signore, e lo nominava con gusto e lo metteva per intero: Nostro Signor Gesù Cristo. Aveva un affetto tutto speciale a questo nome».14 «S. Paolo - Sua carità. Ad ogni momento nominava Gesù nelle sue lettere».15

 

Notiamo alcuni elementi. L'Allamano non cita espressamente S. Teresa come la sua fonte ispiratrice, ma non c'è dubbio che lo sia. Conoscendo la passione dell'Allamano per S. Paolo, bisogna dire che questo aspetto lo ha fatto totalmente proprio, come se non lo avesse trovato da nessuna altra parte. Inoltre, si noti l'entusiasmo con cui l'Allamano riferiva ai ragazzi i numeri, ogni volta diversi: 300, 242, 500, più di 500, “ad ogni momento”. Per lui non importava quante volte S. Paolo nominava Gesù nelle sue lettere. Ciò che era importante che lo nominava spesso perché gli voleva molto bene.

 

 

 

FRANCESCO DI SALES - ALLAMANO. L'influsso della spiritualità di S. Francesco di Sales (1567-1622) nel Piemonte dell'ottocento e del primo novecento è stato veramente importante. Generalmente si usa portare come segno di questo influsso il fatto che Don Bosco ha dato alla sua congregazione religiosa, i Salesiani, proprio il nome di questo santo. Ciò che vale di più, però, è che la spiritualità del Sales ha segnato fortemente la formazione nei seminari e, attraverso i sacerdoti, anche lo stile della vita cristiana della gente. L'Allamano non fa eccezione, perché anche lui è cresciuto in questo clima spirituale. Basta vedere quante volte e per quali ragioni ha fatto ricorso alla dottrina del Sales nelle sue proposte formative ai giovani. 16

 

C'è un particolare che ha avuto un suo valore anche per l'Allamano. La data ufficiale della fondazione del nostro Istituto cade il 29 gennaio 1901. Prima della riforma liturgica, la memoria di S. Francesco di Sales era appunto il 29 gennaio. Ecco cosa pensava l'Allamano: «E questa data per noi così consolante coincide colla festa di S. Francesco di Sales. Ciò non fu a caso; ma nelle viste della Divina Provvidenza e forse nella mente del nostro Arcivescovo [il card. A. Richelmy] fu appunto in questo giorno approvato l'Istituto per porlo sotto la protezione di questo gran santo apostolo del Chiablese».17

 

Per l'Allamano il Sales non è solo un santo “protettore” da invocare, ma un modello ricco di molte virtù da imitare. Ovviamente la virtù del Sales, che viene considerata la sua principale caratteristica, è la “dolcezza” o, in altri termini, la “delicatezza”, la “mansuetudine”. È risaputo che tale virtù nel Sales è stata una conquista, frutto di un forte dominio sul proprio carattere piuttosto irascibile.18 Anche per l'Allamano la dolcezza aveva un valore irrinunciabile per un missionario: «Ci sono tutte le virtù da raccomandare, ma nella vita del missionario credo che questa sia di molta importanza. S. Francesco di Sales convertì il Chiablese più colla mansuetudine che con altro, non offendendosi, non perdendo mai la calma, ma trattandoli sempre bene».19 Ancora: «S. Francesco di Sales scrive: “Il nostro parlare sia poco e buono, poco e dolce, poco e semplice, poco e caritatevole, poco ed amabile”».20 «S. Francesco di Sales rimproverato perché avesse tollerato tante villanie da un cotale rispose: “Son 18 anni che mi faccio violenza e ci sono riuscito alquanto: vorrò ora in [un] attimo perdere tanti meriti?”».21 Alle missionarie: «S. Francesco di Sales diceva: “Se io voglio far dolce un altro, devo far dolce me stesso».22 «Guai se andate in Africa senza essere mansuete come S. Francesco di Sales! E aver la mansuetudine non solo oggi, domani, quest'anno, o l'anno venturo, ma fino alla morte. Quindi di mansuetudine non ce ne sarà mai abbastanza».23 Infine, la famosa e conosciuta massima del Sales era come una garanzia che l'Allamano ripeteva volentieri: «Si prendono più mosche con un cucchiaio di miele, che con cento barili di aceto».24

 

Il Sales era proposto dall'Allamano come modello di tante altre virtù, non solo della mitezza. Mi limito a fare un breve elenco delle virtù che mi sembrano più evidenziate, essendo impossibile riportarle tutte.

 

Modello di zelo e di coraggio apostolico. Era questa la dote propria del missionario che l'Allamano da sempre sognava per il suo Istituto: «Ecco, miei cari, la sete che dovete avere di anime. Dite anche voi con San Francesco (di Sales): “da mihi animas, caetera tolle [dammi anime e togli ogni altra cosa]”: anime. Signore, e nient'altro».25 «Questo è il carattere speciale di S. Francesco di Sales: la salute delle anime».26 «Lo zelo apostolico è quello che ci fa salvare le anime. […]. Iddio poteva fare da sé, servirsi degli Angeli, eppure vuole il Missionario! “Adiutores Dei sumus [siamo collaboratori di Dio]” (S. Paolo). Che ministero eccellente: quasi che Dio ha bisogno di noi!... È dinanzi a questo mistero che S. Francesco di Sales esclamava: “Da mihi animas coetera tolle”». 27

 

Modello di scienza. Su tale aspetto l'Allamano, in accordo con il Sales, ha usato parole piuttosto forti: «Dice S. Francesco di Sales che “forse fa più male un Sacerdote ignorante che uno cattivo”».28 «S. Francesco di Sales diceva che la Germania s'era pervertita per mancanza di scienza nei Sacerdoti».29 «Domani darete principio alle scuole. Consideriamo l'importanza e necessità della scienza. S. Francesco di Sales la chiamava l'ottavo sacramento. La pietà può formare un buon eremita, ma solo la scienza colla pietà può rendere un buon sacerdote».30

 

Modello di vita interiore e di preghiera. «Martedì è la festa di S. Francesco di Sales, il dottore della devozione [preghiera]. Domandate che vi dia questa grazia. Non aver voglia di pregare non è un buon segno; perciò domandatela».31 «Bisogna vivere in unione ed alla presenza di Dio. Fare tutto con Lui, e studio e lavoro, e ricreazione. S. Francesco di Sales non lasciava passare un quarto d'ora senza pensare al Signore... Voi cercate di superare S. Francesco...».32 In particolare, per la S. Messa: «S. Francesco di Sales, ordinato Sacerdote, stette un mese senza celebrare per prepararsi alla 1a Messa».33 Per la meditazione: «S. Francesco di Sales diceva che questi buoni pensieri [della meditazione] per la giornata, sono come chi ha un giardino e può uscire al mattino a raccogliere tanti fiori, uno di qua, l'altro di là, li mette assieme e ne fa un mazzetto per poi odorarlo lungo tutta la giornata. Così fate voi; fatevi un mazzetto di buoni pensieri al mattino, durante la meditazione, e conservatelo lungo il giorno».34 Per l'Ufficio delle Ore: «S. Francesco di Sales aveva tanta stima del Divino Uffizio che già sapeva ben recitarlo molto tempo prima che ricevesse i S. Ordini. Studente a Padova nei giorni festivi andava a recitarlo coi Teatini, e nei viaggi lo recitava col suo precettore. Se poteva andava, lungo la via, a recitarlo in Chiesa. e s'era fatto una legge di dirlo sempre in ginocchio o in piedi». 35 Per la preghiera mariana del Rosario: «S. Francesco di Sales aveva fatto voto di dire sempre il Rosario; per non dimenticarsi teneva sempre la corona al braccio. Non dico di fare il voto, ma avere tutto il proposito di non lasciarlo».36 «S. Francesco di Sales impiegava un'ora a dire il Rosario; diceva i Pater sì affettuosamente, l'Ave Maria così bene; non bisogna aver fretta di finirlo, pregar bene. Anche la nostra preghiera deve onorare la Madonna».37

 

Modello distacco, di generosità e di spirito di sacrificio. «S. Francesco di Sales diceva che se avesse trovato nel suo cuore un filo che non fosse tutto per Dio, l'avrebbe schiantato senza pietà. Esaminiamo».38 «Applichiamo il detto di S. Francesco di Sales: nulla domandare; nulla rifiutare. Non importa che si senta ripugnanza a fare ciò che vuole l'ubbidienza, purché si combatta e si operi per amor di Dio».39 «Bisogna reprimere le nostre passioni, togliere i nostri desideri, benché buoni, che ne abbiamo troppi. S. Francesco di Sales: “Io non cerco niente, non rifiuto niente, e ciò che desidero non lo desidero troppo”».40 Alle missionarie: «Ricordate la splendida regola che S. Francesco di Sales dava ad una sua figlia Visitandína: non basta non essere più del mondo e che lui sia come sparito da noi; questo è appena il principio ossia il primo passo; bisogna ora scorticare la vittima ossia: bruciare, incenerire e consumare l'amor proprio e la propria volontà per non vedere che quella di Dio manifestata in quella dei Superiori».41 Per lo spirito di sacrificio: «S. Francesco di Sales scrive che il Calvario è il teatro degli amanti».42 Nei giorni di Quaresima, «S. Francesco di Sales aveva maggior raccoglimento; era persino un po' melanconico; stava in continuo esercizio spirituale per compensare la dissipazione che c'era nel mondo».43

 

Si potrebbe continuare ed elencare altre virtù del Sales che hanno ispirato l'Allamano, come per esempio: l'amor di Dio, l'umiltà, la povertà, la modestia, la pazienza, ecc. Per terminare, mi limito ad evidenziare non una virtù, ma un atteggiamento che l'Allamano ha molto apprezzato nel Sales, come anche nello zio Giuseppe Cafasso, e che ha cercato di infondere nei suoi missionari e missionarie con una speciale insistenza. Mi piace evidenziare questo atteggiamento, perché mi sembra che caratterizzi il rapporto tra questi due uomini di Dio. Si tratta dello spirito che il Sales ha trasmesso alla sua creatura privilegiata, cioè allea congregazione delle suore della “Visitazione”.

 

Nella conferenza del 2 luglio 1916, memoria della Visitazione di Maria SS. alla cugina Elisabetta, l'Allamano, dopo avere illustrato il mistero, ha spiegato perché il Sales ha voluto che le sue suore mantenessero questo titolo, anche quando sono diventate di vita contemplativa, mentre lui, all'inizio, le aveva immaginate di vita attiva.44 Su questo particolare aspetto sentiamo le sue parole: «Poi quando le sue suore erano già come sono adesso [cioè di vita contemplativa] l'ha conservato questo titolo. Lo scopo di S. Francesco di Sales era che [le suore] conducessero una vita ordinaria, non aspre penitenze, non digiuni e fu persino accusato che aveva tolto tutta l'austerità dei monasteri».45 Premesso questo, si è rivolto direttamente ai suoi giovani ed ha proseguito: «Voi dovete condurre una vita ordinaria come la Madonna; sarà stato quello di assistere S. Elisabetta, […], accompagnare S. Giuseppe, quando tornava guardare il bambino, quelle cose lì…in quei tre mesi, la Madonna ha fatto la vita ordinaria. Ha fatto tutto lo straordinario nell’ordinario. [...]. Così la Madonna, faceva come le nostre buone donne, che vanno ad aiutare le vicine, comperare, faceva quello che deve fare una buona donna in casa, come una buona serva. Perciò non faceva cose straordinarie, e S. Francesco non voleva che le sue suore facessero miracoli, ma solo bene le cose ordinarie».46 Partendo da questa premessa, l'Allamano ha sempre insegnato che il cammino di santità si compie facendo bene il bene, nella vita ordinaria, non in cose straordinarie, senza rumore e con costanza.

 

Da quanto ho riferito, risulta che il Sales è stato un grande maestro per l'Allamano, forse più di quanto non lo sia stato per altri personaggi vissuti in quel periodo e nello stesso ambiente. La ragione è perché l'Allamano aveva la capacità di scoprire e fare propri i veri valori, ovunque li trovasse, non solo nel Sales.

 

 

 

VENERABILE OLIER47 - ALLAMANO. Il punto evidente di comunione del pensiero dell'Allamano con quello dell'Olier è la convinzione che per formare dei santi sacerdoti bisogna avvicinarli a Gesù Sacramentato. Sarà poi Gesù che si formerà i suoi apostoli. Questo è un criterio pedagogico che si fonda sulla fede.

 

Ecco le parole che l'Allamano ha scritto ai primi membri della casa madre, la “Consolatina”, il 28 luglio 1901, quando l'Istituto era fondato da appena 6 mesi: «N. S. Gesù Sacramentato deve essere contento della corte che Gli fate e delle frequenti visite reali e spirituali. Il S. Tabernacolo è il centro della casa, ed ogni punto deve tendere come raggio colà. Quante grazie su di voi e sui venturi missionari! Gesù nostro padrone, si formerà i suoi apostoli».48

 

Che questo principio l'Allamano lo abbia desunto dalla pedagogia dell'Olier è evidente dalle sue stesse parole: «Il Ven. Olier diceva: “Se riesco ad avvicinare il Clero a Gesù Sacramentato, tocca poi a Lui a formarli, a santificarli...”. E l'ha ottenuto! Sicuro! Il principale sta nell'attirare il Clero al Tabernacolo».49

 

Più di una volta l'Allamano ha espresso questo concetto in collegamento con l'Olier. Ecco alcune citazioni dalle sue conferenze formative: «Dice il Venerabile Olier (che aveva avuto la missione di fare dei veri Sacerdoti) diceva che bisognava farli devotissimi di Gesù Sacramentato».50 «Ricorderò mai abbastanza quello che diceva il Venerabile Olier (sulpiziano, che hanno per scopo di lavorare alla formazione del Clero): “Il Signore ci aveva ispirato che per fare dei buoni sacerdoti, bisogna farli devoti di Gesù Sacramentato”».51 «Vedete, desidero tanto che vi incarniate di nostro Signore. Il Venerabile Olier diceva che tutto il nostro compito era di fare dei sacerdoti devoti di Gesù Sacramentato».52

 

Anche alle Missionarie, nonostante che non fossero sacerdoti, l'Allamano ha proposto lo stesso principio educativo. Nello schema che aveva preparato per l'inaugurazione della cappella delle missionarie, il 6 dicembre 1912, si legge: «Felici voi, mie care figlie, se in questi anni di preparazione all'Apostolato, sarete vere devote di Gesù Sacramentato. Egli vi formerà a tutte le virtù, ed accenderà in voi quel fuoco che è venuto a portare in terra, e che per mezzo vostro vuol accendere nelle anime infedeli. Il Ven. Olier...; così io di voi. Felici voi, se sarete ben penetrate di questa devozione [all'Eucaristia] nelle Missioni. Allora Gesù Sacramentato anche in povere cappellette sarà il vostro sostegno, il conforto...».53

L'espressione «Il Ven. Olier...» interrotta con tre puntini, sarà stata sicuramente sviluppata spiegando che come l'Olier affermava dei sacerdoti, così lui delle missionarie, cioè che Gesù le avrebbe formate, perché anche loro erano “veri apostoli”.

 

 

Conclusione. Può sembrare che la spiritualità e, di conseguenza, la pedagogia dell'Allamano siano come un mosaico composto da diversi elementi assunti da spiritualità di personaggi eminenti e poi composti in unità. Ma non è del tutto così. Se si volesse completare il discorso, però, si dovrebbe partire da altri modelli. Per l'Allamano il “modello per eccellenza” era sicuramente Gesù. Di qualsiasi virtù parlasse, incominciava sempre a proporre l'esempio di Gesù. Anche la Madonna, come spiegava, possedeva ed era “modello di tutte le virtù”. Sicuramente la spiritualità e la pedagogia dell'Allamano erano essenzialmente Cristologiche e Mariane

 

In effetti, però, l'Allamano ha dimostrato una speciale simpatia per i santi, specialmente per quelli che sentiva più vicini alla propria sensibilità spirituale e alla missione. La sua caratteristica consiste nel fatto che ha saputo cogliere fiore da fiore, cioè ha saputo ispirarsi ad alcuni valori di altri maestri di spirito, però facendoli propri, in certo senso trasformandoli in se stesso, e proponendoli arricchiti da sue insistenze particolari. Si può dire che l'Allamano è stato abile ad arricchirsi della ricchezza altrui. Discepolo di santi è divenuto maestro di santità.

 

 

  ***

  NOTE

 

1 Queste sono le parole complete del salmo 76 (67), 11: secondo la Vulgata: «Et dixit: Nunc coepi: haec mutatio dexterae Excelsi” (Ed io dissi: Adesso incomincio: questo cambiamento [proviene] dalla destra dell'Altissimo). La traduzione della CEI, però, è diversa: “E ho detto: Questo è il mio tormento: è mutata la destra dell'Altissimo”. L'Allamano stesso, parlando ai ragazzi del ritiro mensile spiega l'espressione latina: «[...]. Ad ogni modo, si ricomincia, e volontà di ferro, e si dice: Nunc coepi. Incominciare! Coepi, coepisti: che cosa vuol dire? Lo sai? Non lo sai? È preterito, ma anche presente. Vuol dire anche incomincio. Sempre ritornare, sempre insistere»: Conf. IMC, II, 300.

2 Conf. IMC, I, 380.

3 Che l'Allamano abbia assorbito e personalizzato queste criterio ripreso da S. Teresa, risulta dal fatto che il più delle volte, mentre riporta le parole del salmo, non nomina esplicitamente S. Teresa. Il “nunc coepi” è diventato un criterio suo.

4 Per quanto riguarda le conferenze ai missionari, cf.Conf. IMC, I, 105, 338, 380; II, 27, 238, 300, 474, 583, 624, 630, 694, 727, 731, 831; III, 229, 380, 510, 528, 715.

5 Conf. IMC, II, 831.

6 Per le conferenze alle missionarie, cf: Conf. SMC, I, 67, 116, 359, 360, 361, 432; II, 74, 209, 211, 330, 462, 463, 570, 646, 694; III, 9, 23, 83, 114, 134, 179, 183.

7 Conf. SMC, III, 83.

8 Conf. SMC, I, 360. Queste parole sono certamente uscite tali e quali dalla bocca dell'Allamano. Sono state pronunciate nella conferenza del 24 maggio 1916, in cappella, alla chiusura degli esercizi spirituali. Sono state riprese dalle “Quattro sorelle” [quattro suore chemettevano insieme i loro appunti] e da sr. Emilia Tempo. Entrambe le redazioni contengono le identiche parole.

9 Il libro della vita, cap. 22, 6-7, 14. Questo testo è riportato anche nel Breviario Romano, vol. IV, pp. 1377-1378.

10 Conf. IMC, I, 244.

11 Conf. IMC, I, 434.

12 Conf. IMC. I, 575.

13 Conf. IMC, II, 330; cf Conf. SMC, II, 464.

14 Conf. SMC, I, 142.

15 Conf. SMC, II, 294.

16 L'Allamano diceva: «[S. Francesco di Sales] È sempre stato considerato come un santo di Torino; una volta è stato tre mesi alla Consolata, quando la Savoia era unita al Piemonte»: Conf. IMC, II, 25.

17 Conf. IMC, I, 62.

18 Così parlava l'Allamano: «S. Francesco di Sales era di carattere collerico e ha fatto tanto che è diventato mansuetissimo»: Conf. IMC, II, 145.

19 Conf. IMC, I, 218.

20 Conf. IMC, III, 302; cf Conf. SMC, II,586-587; III, 420.

21 Conf. IMC, III, 664. In altra occasione riportò lo stesso episodio con parole ancora più pittoresche: «Un signore disse una volta a S. Francesco di Sales molte cose indegne e lui tranquillo non rispondeva. Uscito che fu quel signore, un altro che era presente disse a S. Francesco: Ma come, si è lasciato dire tutte quelle cose e non ha risposto niente? non sentiva? - Non sentivo? altro che sentivo, ma non volevo perdere la pazienza in un momento mentre mi ci sono andati 18 anni ad acquistarla»: Conf. SMC, III, 243.

22 Conf. SMC, I, 87.

23 Conf. SMC, I, 158.

24 Conf. IMC, I, 482; cf anche Conf. IMC, II, 159; III, 661; Conf. SMC, III, 480.

25 Conf. IMC, I, 279; cf anche Conf. IMC, III, 43; Conf. SMC, I, 91; II, 342; III, 476.

26 Conf. IMC, II, 148.

27 Conf. IMC, III, 660.

28 Conf. IMC, III, 656.

29 Conf. IMC, II, 90.

30 Conf. IMC, I, 306.

31 Conf. IMC, III, 200.

32 Conf. SMC, II, 461.

33 Conf. IMC, I, 184.

34 Conf. IMC, II, 778.

35 Conf. SMC, III, 542.

36 Conf. SMC, I, 347.

37 Conf. IMC, I, 568.

38 Conf. IMC, III, 159; cf Conf. SMC, I, 61; II, 409, 431, 547; III, 202, 494.

39 Conf. IMC, III, 250.

40 Conf. IMC, III, 673.

41 Conf. SMC, I, 59.

42 Conf. IMC, III, 160; cf Conf. SMC, I, 66; II, 140; III, 226, 504.

43 Conf. SMC, III, 378.

44 Nella conferenza del 2 luglio 1916, l'Allamano, fra l'altro, si è collegato con il fatto che S. Francesco di Sales aveva dato questo titolo alle sue suore, chiamandole “Suore della Visitazione” e ha domandato ai giovani il perché. È iniziato così un simpatico dialogo tra lui e un allievo, il giovane Enrico Manfredi, e alla fine è risultato che il Sales, all'inizio, non intendeva fondare monache di clausura, ma suore di vita attiva che andassero a “visitare” i poveri, gli ammalati, gli abbandonati nelle loro case e che conducessero una vita ordinaria come aveva fatto la Madonna durante i tra mesi trascorsi con la cugina Elisabetta. Ecco il perché del titolo: cf. Conf. IMC, II, 625-629. In altra occasione aveva detto: «Vedete come il Signore fa. Vedete S. Francesco di Sales voleva fare le sue suore, suore come quelle di carità e invece il Signore gliele ha fatto fare di clausura»: Conf. IMC, II, 113.

45 Conf. IMC, II, 626. Alle missionarie l'Allamano diceva: «S. Francesco di Sales quando qualcuno gli consigliò che facesse andar scalze le sue suore per assomigliarle alle Carmelitane ed altre suore del suo tempo, rispose che lo spirito religioso non voleva darlo cominciando dai piedi, ma dalla testa»: Conf. SMC, I, 42.

46 Conf. IMC, II, 626: Alle missionarie: «Vorrei sapere da voi perché S. Francesco di Sales diede questo titolo alle sue suore. (Alcune tentano d'indovinarlo). S. Francesco di Sales non mise nulla a capriccio e se diede questo titolo, è perché voleva mettere a modello delle sue suore la Madonna nella vita comune che fece nei tre mesi che servì S. Elisabetta. S. Elisabetta non era mica povera, ma la Madonna le avrà fatto da mangiare. La Madonna è partita cum festinatione [con prontezza]»: Conf. SMC, I, 395.

47 Jean Jacques Olier era figlio di un alto magistrato. Dopo gli studi di teologia alla Sorbone e una gioventù trascorsa in un agiato ambiente mondano consono al suo lignaggio, maturò la vocazione religiosa sotto la guida spirituale di san Vincenza de' Paoli: entrò nella congregazione dell'Oratorio e venne ordinato sacerdote il 21 maggio del 1633. Dopo aver predicato per qualche tempo le missioni popolari in Alvernia, nel 1641 fondò a Vaugirard un seminario destinato alla formazione sacerdotale della gioventù: quando, nel 1642, Olier venne nominato parroco di Saint-Sulpice, la sede del suo istituto fu trasferita nei pressi della parrocchia, dove diede vita ad una compagnia di sacerdoti (detta di San Sulpizio) destinata alla direzione dei seminari. Nel 1652 lasciò il ministero pastorale per motivi di salute, pur mantenendo la direzione del seminario parigino. Morì a Parigi il 2 aprile 1657.

48 BONA CANDIDO [a cura], Quasi una vita - Lettere scritte e ricevute dal Beato Giuseppe Allamano documenti coevi, III, 105 (d'ora in poi citato: Lettere).

49 Conf. IMC, III, 372. L'Allamano si riferiva all'edizione italiana: OLIER, Trattato dei S. Ordini, c. IV, ed. Romano, 418. L'edizione francese: Le traité des Saints Ordres, comparé aux écrits authentiques de Jean-Jacques Olier († 1657), ed. G. Chaillot.

50 Conf. IMC, I, 563.

51 Conf. IMC, II, 34.

52 Conf. IMC, II, 316.

53 Conf. SMC, I, 14.


Gli ultimi articoli

Missionari laici della Consolata in Venezuela

16-07-2024 Missione Oggi

Missionari laici della Consolata in Venezuela

Prima di tutto vogliamo essere grati a Dio, alla Chiesa e ai Missionari della Consolata; la gratitudine è la nostra...

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

16-07-2024 Notizie

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo...

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

15-07-2024 Missione Oggi

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

La Corte di Giustizia dello Stato del Paraná (Brasile) ha tenuto dal 3 al 5 luglio l'incontro sulla Giustizia Riparativa...

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

14-07-2024 Missione Oggi

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

I rappresentanti dei popoli nativi dell'Amazzonia peruviana, insieme ai missionari, si sono riuniti nella Prima Assemblea dei Popoli Nativi, che...

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

13-07-2024 Notizie

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre...

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

13-07-2024 Allamano sarà Santo

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

onlus

onlus

consolata news 2

 

Contatto

  • Viale Mura Aurelie, 11-13, Roma, Italia
  • +39 06 393 821