«Padre Jacques è vivo». Anche mons. Georges Abu Khazen, vicario apostolico latino di Aleppo, ci conferma dalla Siria che padre Jacques Mourad, sacerdote siriaco cattolico e priore del monastero di Mar Elian, rapito da terroristi islamici il 21 maggio scorso, sta bene.
Secondo il vescovo fino a ieri padre Jacques si trovava ancora a Qaryatain, città in cui era stato rapito cinque mesi fa. Sempre ieri, però, sarebbe stato visto anche a Zaydal, centro abitato ad un centinaio di chilometri da Qaryatain, dove avrebbe celebrato una messa. Anche il Nunzio apostolico in Siria, mons. Mario Zenari ha confermato a Radio Vaticana di aver sentito per telefono padre Jacques e di averlo trovato in buone condizioni. Zaydal, nelle vicinanze di Homs, conta una numerosa comunità cristiana. Quando lo scorso maggio i terroristi dello Stato islamico conquistarono Qaryatain, centinaia di cristiani in fuga si rifugiarono proprio a Zaydal. Quindi non stupisce che padre Jacques, una volta liberato, si sia rifugiato proprio lì.
Padre Jacques è stato per anni priore del monastero di Mar Elian, vicino al villaggio di Qaryatayn, risalente a 1.500 anni fa, uno dei più antichi luoghi di culto cristiano della Siria. Nel mese di agosto le immagini della distruzione del monastero da parte di miliziani dello Stato islamico alla guida di grandi ruspe hanno fatto il giro del mondo suscitando lo sdegno della comunità internazionale.
Durante questi anni di guerra padre Jacques aveva tenuto aperte le porte del monastero a chiunque avesse richiesto aiuto e solidarietà, cristiano o musulmano che fosse, arrivando a ospitare centinaia di persone in difficoltà.
Padre Jacques viene rapito a maggio pochi giorni dopo che lo Stato islamico si impadronisce della città di Palmira, famosa per il sito archeologico e non molto distante da Qaryatayn. Quando il religioso viene rapito, si sta spostando in automobile nelle vicinanze del monastero. La sua vettura viene affiancata da una motocicletta con uomini armati che intimano al religioso di fermarsi. Salgono sulla vettura e portano via padre Jaques.
Fonte: Terrasanta.net
Siria. P. Mourad: timori per gli altri 190 cristiani prigionieri dell'Is
Alla “gioia” per la ritrovata libertà di p. Jacques Mourad si alterna la “forte preoccupazione” per la sorte di oltre 190 cristiani originari di Al Qariatayn, a sud-ovest di Homs, in Siria, tuttora nelle mani delle milizie del sedicente Stato islamico (Is). Sono ore di ansia e soddisfazione per la comunità cristiana siriana - riferisce l'agenzia AsiaNews - che celebra il ritorno del sacerdote siro-cattolico e priore del monastero di Mar Elian, rapito nel maggio scorso nei pressi del luogo di culto distrutto ad agosto dall'Is, e prega per la vita degli altri ostaggi.
Altri 190 cristiani sono nelle mani dell'Is
Una fonte vicina a p. Mourad, contattata da AsiaNews, conferma che non si è trattato di una liberazione, quanto di una fuga dalla prigionia. Il timore, prosegue, “è che vi possano essere rappresaglie” da parte dei jihadisti; ieri sono riusciti a fuggire altre 40 persone, cristiani originari del villaggio di Al Qariatayn. Tuttavia, altri 190 restano ancora nelle loro mani e vi è il rischio che possano essere vittime della vendetta dei miliziani. È invece finito l’incubo della prigionia per p. Mourad, sacerdote appartenente alla stessa comunità di p. Paolo Dall’Oglio, da 12 anni alla guida della locale parrocchia siro-cattolica. Amico e collaboratore del sacerdote gesuita di origini italiane, è stato uno dei primi monaci della comunità di Mar Musa e, a dispetto dei pericoli derivanti dal conflitto e delle minacce di sequestro, non aveva voluto abbandonare la propria gente.
Minacciato non ha mai firmato l'atto di abiura del cristianesimo
In un’intervista a Tv2000, il priore di Mar Elian ha rivelato alcuni dettagli dei mesi trascorsi nelle mani dello Stato islamico. “Quasi tutti i giorni - racconta - c’era qualcuno dello Stato Islamico che entrava nella mia prigione e mi domandava ‘Chi siete?’. Io rispondevo: ‘Sono nazareno, cioè cristiano’. ‘Allora sei un infedele’ gridavano. ‘E visto che sei un infedele, se non ti converti ti sgozzeremo con un coltello’. Ma io non ho mai firmato l’atto di abiura del cristianesimo”. P. Mourad parla di “miracolo” che “il buon Dio mi ha dato: mentre ero prigioniero aspettavo il giorno della mia morte ma con una grandissima pace interiore. Non avevo alcun problema a morire per il nome di nostro Signore, non sarei stato il primo né l’ultimo, ma uno tra le migliaia di martiri per Cristo”.
La fuga grazie ad un amico musulmano
Egli è riuscito a fuggire da Al Qariatayn camuffandosi, a bordo di una motocicletta, “con un amico musulmano”, ma il suo pensiero va agli altri prigionieri cristiani ancora nelle mani dei jihadisti. Infine rivolge un ringraziamento “per quanti hanno pregato per la mia liberazione, un miracolo che sia sfuggito dalle mani di Daesh (acronimo arabo per lo Stato islamico, ndr), un miracolo che la Vergine Maria ha fatto a me e ai cristiani in questo momento in Siria”.(R.P.)
Fonte: Radio Vaticana
SIRIA - Padre Jihad della Comunità di Deir Mar Musa: ringraziamo cristiani e musulmani che hanno pregato per la liberazione di padre Murad
“Siamo grati al Signore e diamo lode a Dio misericordioso per questo dono. E ci sta certo a cuore ringraziare tutti gli amici nel mondo che pregavano per Jacques e per la nostra comunità monastica, cristiani, musulmani o altri, anche chi non crede o crede diversamente, per la loro solidarietà e vicinanza”. Così il sacerdote Jihad Youssef, monaco siriano della Comunità monastica di Deir Mar Musa, racconta all'Agenzia Fides la gioia e la gratitudine sua e degli altri monaci e monache della comunità, per il ritorno in libertà del sacerdote siriano Jacques Murad, membro anche lui della Comunità monastica e Priore del monastero siro cattolico di Qaryatayn. “Chiediamo le preghiere e la solidarietà di ogni uomo e donna di buona volontà per la pace in Siria e nel mondo” aggiunge padre Jihad, “in modo particolare per tutte le persone rapite o scomparse”.
Il sacerdote siriano Jacques Murad è tornato a disporre pienamente della propria libertà ieri, domenica 11 ottobre, da quando, lo scorso 21 maggio, uomini armati lo avevano prelevato dal monastero siro cattolico di Qaryatayn, 60 km a sud-est di Homs. Secondo le notizie diffuse da fonti locali, il sacerdote sta fisicamente bene e ieri ha celebrato la Messa domenicale a Zaydal, località a sud-est di Homs.
Padre Murad fa parte della comunità monastica di Deir Mar Musa, fondata dal gesuita romano Paolo Dall'Oglio, scomparso nel nord della Siria il 29 luglio 2013 mentre si trovava a Raqqa, roccaforte dei Jihadisti dello Stato Islamico (Daesh).
L'insediamento monastico, di mar Elian, collocato alla periferia di Quaryatayn, negli anni del conflitto aveva rappresentato un'oasi di pace e di accoglienza nel cuore di una zona di guerra. Proprio padre Jacques, insieme ad un avvocato sunnita, avevano assunto la funzione di mediatori per garantire che il centro urbano di 35mila abitanti fosse risparmiato per lunghi periodi dagli scontri tra l'esercito gvernativo e i miliziani anti-Assad. Nel Monastero erano stati ospitati centinaia di rifugiati, compresi più di cento bambini sotto i dieci anni. Padre Jacques e i suoi amici avevano provveduto a trovare il necessario per la loro sopravvivenza anche ricorrendo all'aiuto di donatori musulmani. Poi, lo scorso agosto, j jihadisti dello Stato Islamico hanno assunto il controllo dell'area, devastando il monastero. Durante la loro offensiva a sud-est di Homs, i jihadisti hanno anche preso in ostaggio circa 270 cristiani e musulmani della zona di Qaryatayn. Nei giorni scorsi, sui si ti jihadisti era stato diffuso un video che mostrava anche un gruppo di cristiani di Qaryatayn mentre sottoscrivevano davanti a membri dello Stato islamico il “contratto di pagamento” loro imposto dalla Jizya (“legge di protezione”) per continuare a vivere nelle loro case, nel territorio controllato dall'auto-proclamato Stato Islamico (vedi Fides 8/10/2015). Immagini fotografiche di quell'assemblea, svoltasi in una sala conferenze, erano state già diffuse già alla fine di agosto. Sia nel video che nelle immagini fotografiche, tra i partecipanti a quell'atto compariva anche la figura di padre Murad. (GV) (Agenzia Fides 12/10/2015).
Briefing per fornire informazioni su tema e metodo della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (Vaticano, 4 - 25 ottobre 2015), 02.10.2015
Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, il Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, tiene un Briefing per fornire informazioni su tema e metodo della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che si apre domenica prossima 4 ottobre e i cui lavori proseguiranno fino al 25 su: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”.
Riportiamo di seguito l’intervento del Card. Lorenzo Baldisseri:
Intervento del Card. Lorenzo Baldisseri
Introduzione
Domani sera, in Piazza San Pietro, alla presenza del Santo Padre, si celebrerà una Veglia di preghiera in preparazione all’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo, cui saranno presenti i Padri sinodali, i partecipanti al Sinodo e tutti i fedeli del mondo, su iniziativa della Conferenza Episcopale Italiana, che ha invitato le famiglie, i movimenti e le associazioni ecclesiali. Al calar della sera risplenderà la bellezza della famiglia attraverso le fiaccole accese. La fiduciosa invocazione dello Spirito Santo da parte del Popolo di Dio è il preludio ai lavori sinodali; ricordiamo infatti l’importante tono dato alla scorsa Assemblea Generale Straordinaria da parte del Santo Padre, con la sua incisiva omelia della Veglia.
Con la concelebrazione eucaristica di domenica mattina, presieduta dal Santo Padre, si aprirà l’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, che consentirà a tutti i fedeli del mondo di unirsi al cammino comune dei Pastori cum Petro et sub Petro.
Questa Assemblea rappresenta il momento conclusivo del percorso sinodale iniziato due anni fa, con l’invio del primo questionario a tutte le Chiese particolari, mediante il quale è stato possibile delineare il profilo della famiglia nel mondo, delle sue ricchezze e delle sue sfide. In seguito, l’Assemblea Generale Straordinaria ha elaborato una Relazione finale (Relatio Synodi) dalla quale sono scaturite ulteriori domande, le cui risposte sono confluite nell’odierno Instrumentum Laboris. Con questo testo in mano, composto dalla Relatio Synodi e dagli apporti delle Chiese particolari, i Padri si apprestano ad iniziare il loro confronto in ascolto delle sfide sulla famiglia, nel discernimento della sua vocazione, per l’annuncio della sua missione.
Composizione dell’Assemblea Generale Ordinaria
Secondo l’Ordo Synodi Episcoporum (Art. 5 § 1), all’Assemblea Generale Ordinaria prendono parte i Capi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, i Vescovi eletti dai Sinodi dei Vescovi e dai Consigli dei Gerarchi delle Chiese Orientali Cattoliche, i Vescovi eletti dalle Conferenze Episcopali, dieci Religiosi eletti dall’Unione dei Superiori Generali e i Capi dei Dicasteri della Curia Romana. Inoltre, il Santo Padre nomina anche alcuni Membri, secondo le medesime norme sinodali (Art. 5 § 4).
I Padri sinodali che parteciperanno a questa Assemblea saranno in totale 270, suddivisi nelle tre seguenti categorie: 42 ex officio, 183 ex electione e 45 ex nominatione pontificia. La provenienza dei Padri dai cinque continenti è così ripartita: 54 dall’Africa, 64 dall’America, 36 dall’Asia, 107 dall’Europa e 9 dall’Oceania.
Appartengono ai Membri ex officio: i Capi dei 15 Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris; i Capi di 25 Dicasteri della Curia Romana; il Segretario Generale e il Sotto-Segretario.
Tra i 270 Padri sinodali si contano: 74 Cardinali (tra cui 1 Patriarca Cardinale e 2 Arcivescovi Maggiori), 6 Patriarchi, 1 Arcivescovo Maggiore, 72 Arcivescovi (tra cui 3 titolari), 102 Vescovi (tra cui 6 Vescovi Ausiliari, 3 Vicari Apostolici e 1 Emerito,), 2 sacerdoti Parroci e 13 Religiosi.
Inoltre, prenderanno parte a questa Assemblea sinodale altri invitati (cf. Art. 7 dell’Ordo Synodi) provenienti da diverse culture e nazioni: 24 Esperti o Collaboratori del Segretario Speciale, 51 Uditori e Uditrici, 14 Delegati Fraterni. Degno di nota è il fatto che, a motivo di un’Assemblea che tratterà della famiglia, si è voluto dare particolare rilievo alle coppie di sposi, genitori e capi famiglie, che sono complessivamente 18 (17 tra gli Uditori e una tra gli Esperti). Infine, siamo ben lieti di accogliere i Delegati Fraterni che, come rappresentanti di altre Chiese e comunità ecclesiali, certamente condividono con la Chiesa Cattolica la sollecitudine per l’evangelizzazione e la cura pastorale delle famiglie nel mondo odierno.
Metodologia sinodale
A partire dall’esperienza maturata durante la III Assemblea Generale Straordinaria dell’ottobre scorso e tenendo conto di diversi suggerimenti venuti da più parti, specialmente dai Padri sinodali, la Segreteria Generale del Sinodo ha elaborato una nuova metodologia da applicare all’Assemblea Generale Ordinaria, che il Santo Padre ha approvato nella riunione del Consiglio Ordinario di Segreteria del 25-26 maggio 2015.
Seguono poi le sessioni dei Circoli minori, in cui i Padri riflettono sul testo base arricchito dai contributi emersi in aula, allo scopo di elaborare i “modi” con cui il testo matura ulteriormente. Al termine delle sessioni, il relatore di ciascun Circolo presenta in aula una breve relazione del lavoro svolto e nel frattempo consegna i modi che vengono inseriti nel testo base. Le relazioni dei Circoli Minori saranno rese pubbliche.
Il medesimo procedimento si ripete per la Seconda Parte (“Il discernimento della vocazione familiare”; cf. Instrumentum Laboris, nn. 37-68) e la Terza Parte (“La missione della famiglia oggi”; cf. Instrumentum Laboris, nn. 69-147), durante le due successive settimane.
La Commissione per l’Elaborazione della Relazione Finale, nominata dal Santo Padre, in cui sono rappresentati i cinque continenti, è così formata: Sua Eminenza il Cardinal Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria), Relatore Generale; il Segretario Generale; Sua Eccellenza Monsignor Bruno FORTE, Arcivescovo di Chieti-Vasto; Sua Eminenza Cardinal Oswald GRACIAS, Arcivescovo di Bombay (India); Sua Eminenza Cardinal Donald William WUERL, Arcivescovo di Washington (Stati Uniti d'America); Sua Eminenza Cardinal John Atcherley DEW, Arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda); Sua Eccellenza Monsignor Victor Manuel FERNÁNDEZ, Arcivescovo titolare di Tiburnia, Rettore della Pontificia Università Cattolica Argentina (Argentina); Sua Eccellenza Monsignor Mathieu MADEGA LEBOUAKEHAN, Vescovo di Mouila (Gabon); Sua Eccellenza Monsignor Marcello SEMERARO, Vescovo di Albano (Italia); Padre Adolfo NICOLÁS PACHÓN, S.I., Preposito Generale della Compagnia di Gesù, in rappresentanza dell’Unione dei Superiori Generali.
Tale Commissione ha il compito di seguire ogni fase di avanzamento del progetto; pertanto, si riunisce al termine dei lavori su ogni parte e per la redazione finale. Al termine delle tre tappe di lavoro, detta Commissione sovrintende all’elaborazione del progetto della Relazione finale, che viene presentato in aula. Tenendo presente che tale progetto risulta dalla composizione di tre testi che hanno già recepito i modi collettivi dei Circuli minores – le cui relazioni sono state lette in Aula e pubblicate–, ulteriori interventi devono essere avanzati nel rispetto del lavoro collegiale sin qui condotto.
Successivamente, la suddetta Commissione sovrintende all’elaborazione del testo definitivo della Relatio finalis, che nel mattino di sabato 24 ottobre viene presentato in Aula e nel pomeriggio sottoposto al suffragio dell’Assemblea.
Conformemente alla natura del Sinodo, questo documento, frutto del lavoro collegiale dei Padri (cf. Codex Iuris Canonici, Can. 343), viene consegnato al Santo Padre (cf. Ordo Synodi Episcoporum, Art. 23 § 4), al quale competono le decisioni in merito.
Durante le tre settimane, come base per l’informazione si mantiene il Briefing che viene ampliato con una maggiore presenza di Padri sinodali, utilizzando tutti i mezzi di comunicazione disponibili. I Padri sono liberi di comunicare con i media a loro discrezione e responsabilità. Le varie fasi di elaborazione del documento base rimangono riservate, considerando che i testi, nel corso del cammino sinodale, sono suscettibili di continui sviluppi fino alla redazione finale. Saranno invece pubblicate le relazioni dei Circoli minori relative alle tre parti dei lavori sinodali. Un’apposita Commissione, insieme con la Sala Stampa, cura opportunamente, come di consueto, l’informazione sul Sinodo.
Ulteriori informazioni
Sabato 17 ottobre, dalle ore 9.00 alle 12.30, avrà luogo la Commemorazione del 50esimo Anniversario del Sinodo dei Vescovi, presso l’Aula Paolo VI. Oltre ai partecipanti al Sinodo, l’evento è aperto a tutti coloro che vorranno prendervi parte. Nella mente del Beato Paolo VI, che lo istituì il 15 settembre 1965, il Sinodo doveva perpetuare nella Chiesa lo spirito del Vaticano II, affinché anche dopo la conclusione di quell’Assise «continuasse a giungere al Popolo cristiano quella larga abbondanza di benefici, che durante il Concilio felicemente si ebbe dalla viva unione [del Sommo Pontefice] con i Vescovi»1
Dopo l’introduzione del Segretario Generale, la Relazione commemorativa è affidata al Cardinal Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna e Presidente della Conferenza Episcopale dell’Austria. Seguiranno le comunicazioni di cinque Presuli in rappresentanza di tutti i continenti (il Cardinale Vincent Gerald Nichols, Arcivescovo di Westminster e Presidente della Conferenza Episcopale d’Inghilterra e Galles, per l’Europa; Sua Eccellenza Monsignor Francisco Chimoio, Arcivescovo di Maputo, per l’Africa; il Cardinale Ricardo Ezzati Andrello, Arcivescovo di Santiago del Chile e Presidente Episcopale del Cile, per le Americhe; Sua Beatitudine Louis Raphael I Sako, Patriarca di Babilonia di Caldea e Capo del Sinodo della Chiesa Caldea, per l’Asia; il Cardinale Soane Patita Paini Mafi, Vescovo di Tonga e Presidente della Conferenza Episcopale del Pacifico, per l’Oceania). Infine il Santo Padre terrà il Discorso conclusivo.
Domenica 18 ottobre, alle ore 10.30, nella Basilica Vaticana, avrà luogo la Santa Messa per la Canonizzazione, tra gli altri, dei Beati coniugi Ludovico Martin e Maria Azelia Guérin, genitori di Santa Teresa del Bambino Gesù.
Nella Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, il Popolo di Dio è invitato ad accompagnare con la preghiera i lavori sinodali, invocando la protezione della Salus Populi Romani e dei Beati coniugi Martin, le cui reliquie sono ivi esposte. Ogni giorno si celebrerà il Santo Rosario alle ore 17 e la Santa Messa alle 18. Nella prima settimana si prega per i figli, nella seconda per i genitori, nella terza per i nonni.
Nei pressi dell’Aula sinodale è predisposta, come al solito, una cappella per la preghiera dei partecipanti al Sinodo, dove sono esposte le reliquie di Santa Teresa del Bambino Gesù, dei suoi genitori e dei coniugi Beltrame Quattrocchi.
______________
1 BEATO PAOLO VI, motu proprio Apostolica sollicitudo, 15 settembre 1965, proemio.
[01613-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0747-XX.01]
XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4 - 25 ottobre 2015) – Calendario dei lavori, 02.10.2015
Pubblichiamo di seguito il calendario dei lavori della XIV Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, dal tema La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo:
Calendario dei lavori sinodali
4 ottobre - Domenica h. 10.00 Solenne inaugurazione
Santa Messa concelebrata nella Basilica di San Pietro
5 ottobre – Lunedì h. 9.00 - 12.30 1ª Congregazione generale
Saluto del Presidente Delegato
Relazione del Segretario Generale
Relazione del Relatore Generale
I PARTE DELL'INSTRUMENTUM LABORIS
Presentazione del Relatore Generale dei temi della I parte
Testimonianza di un Uditore
Interventi dei Padri Sinodali
Continuazione degli interventi dei Padri Sinodali
6 ottobre - Martedì h. 9.00 - 12.30 3ª Congregazione generale
Continuazione degli interventi dei Padri Sinodali
Elezione dei Moderatori e dei Relatori
7 ottobre - Mercoledì h. 9.00 - 12.30 Circoli Minori (II sessione)
8 ottobre - Giovedì h. 9.00 - 12.30 Circoli Minori (IV sessione)
9 ottobre – Venerdì h. 9.00 - 12.30 4ª Congregazione generale
Relazione dei circoli in Aula
Consegna dei modi sulla I parte
* Riunione della Commissione per l'Elaborazione della Relazione finale
II PARTE DELL'INSTRUMENTUM LABORIS
Presentazione del Relatore Generale dei temi della II parte
Testimonianza di un Uditore
Interventi dei Padri Sinodali
10 ottobre – Sabato h. 9.00 - 12.30 6ª Congregazione generale
Continuazione degli interventi dei Padri Sinodali
Continuazione degli interventi dei Padri Sinodali
11 ottobre – Domenica Vacanza
12 ottobre – Lunedì h. 9.00 - 12.30 Circoli minori (VI sessione)
13 ottobre – Martedì h. 9.00 - 12.30 Circoli minori (VIII Sessione)
14 ottobre – Mercoledì h. 9.00 - 12.30 8ª Congregazione generale
Relazione dei circoli in Aula
Consegna dei modi sulla II parte
* Riunione della Commissione per l'Elaborazione della Relazione finale
III PARTE DELL'INSTRUMENTUM LABORIS
Presentazione del Relatore Generale dei temi della III parte
Testimonianza di un Uditore
Interventi dei Padri Sinodali
15 ottobre – Giovedì h. 9.00 - 10.00 10ª Congregazione generale
Continuazione degli interventi dei Padri Sinodali
Continuazione degli interventi dei Padri Sinodali
16 ottobre – Venerdì h. 9.00 - 12.30 12ª Congregazione generale
Audizione dei Delegati fraterni
Audizione degli Uditori e delle Uditrici
17 ottobre – Sabato h. 9.00 - 12.30 Commemorazione 50º anniversario del Sinodo dei Vescovi
18 ottobre – Domenica Santa Messa di Canonizzazione:
- Vincenzo Grossi
- Maria dell'Immacolata Concezione
- Ludovico Martin e Maria Azelia Guérin
19 ottobre – Lunedì h. 9.00 - 12.30 Circoli minori (XI sessione)
20 ottobre – Martedì h. 9.00 - 12.30 Circoli minori (XIII sessione)
Relazione dei circoli in Aula
Consegna dei modi sulla III parte
Votazione per l'elezione del Consiglio (I)
21 ottobre – Mercoledì Vacanza
* Riunione della Commissione per l'Elaborazione della Relazione finale
22 ottobre - Giovedì h. 9.00 - 10.30 15ª Congregazione generale
Votazione per l'elezione del Consiglio (II)
Presentazione del Progetto di Relazione finale
Consegna del progetto ai Padri Sinodali
Interventi dei Padri Sinodali sul progetto della Relazione finale
Consegna delle osservazioni in scritto
23 ottobre – Venerdì Vacanza
* Riunione della Commissione per l'Elaborazione della Relazione finale
24 ottobre – Sabato h. 9.00 - 12.30 17ª Congregazione generale
Lettura in Aula della Relazione finale
Votazione della Relazione finale
Canto del Te Deum
25 ottobre – Domenica h 10.00 Solenne chiusura
Santa Messa concelebrata nella Basilica di San Pietro
(*) La Commissione per l'elaborazione della Relazione finale si riunisce al termine di ciascuna parte in un orario da stabilire secondo le esigenze del Calendario
Città del Vaticano, 02 ottobre 2015
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Sua Em.za Rev.ma Card. |
Il Calendario non è definitivo; potrebbe essere cambiato in base alla decisione del Presidente.
http://press.vatican.va/
La relazione introduttiva presentata al Sinodo dal cardinale arcivescovo di Estzergom Budapest (Ungheria)
L’Europa dev’essere evangelizzata. Ne ha bisogno. Al tema dell’Europa sono già state dedicate due Assemblee speciali del Sinodo dei Vescovi. La prima dopo la caduta del muro di Berlino, in un clima di entusiasmo. La seconda nel 1999, all’alba del Grande Giubileo. I frutti di quest’ultima sono stati riassunti nelI’Esortazione Apostolica “Ecclesia in Europa” del Beato Giovanni Paolo II. Nel frattempo sono passati quasi 13 anni. Si sono compiute le speranze? Si sono risolti o, al contrario, aggravati i problemi?
2. Tra i segnali di preoccupazione, il grande Pontefice menzionava lo “smarrimento della memoria dell’eredità cristiana” (Ecclesia in Europa, 7). Tale processo e diventato ancor più evidente negli ultimi anni. Nonostante molte esperienze liete, nella maggior parte del continente si sta diffondendo l’ignoranza circa la fede cristiana. Molti mass-media divulgano una presentazione della fede cristiana e della storia che talora abbonda di calunnie, disinformando il pubblico sia circa il contenuto della nostra fede sia a proposito della realtà della Chiesa. Anche la nostra attività catechetica, soprattutto quella congiunta alle istituzioni dello Stato presenta molti lirniti. II Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa ha disposto, pochi anni fa, un’indagine in tutti i paesi del continente circa la situazione giuridica, statistica, ecclesiale e culturale dell’insegnamento della religione. I risultati rivelano che nelle scuole pubbliche di molti paesi è possibile un insegnamento sulla religione o sulle religioni, ma non della religione cattolica. Tuttavia un tale insegnamento della religione, cosiddetto neutrale, comporta piuttosto un’educazione al sincretismo o all’indifferentismo.
3. La scristianizzazione è accompagnata da ripetuti attacchi giuridici, e talora fisici, contro la presenza visibile delle manifestazioni della fede.
Tra i segni preoccupanti di ostilità sistematica l’Osservatorio europeo di cristianofobia ha preso atto di molti casi di discriminazione e di violenza contro i cristiani in quasi tutti i paesi europei. Non di rado accade pure che i tribunali rifiutino l’aiuto alle vittime cristiane di tali attacchi. La stragrande maggioranza dei casi di violenza e di discriminazione per l’appartenenza religiosa si compie in Europa contro cristiani, soprattutto cattolici.
4. La scristianizzazione non e solo un processo spontaneo. Se l’Esortazione Apostolica “Ecclesia in Europa” poteva ancora salutare “con soddisfazione ciò che è stato fatto per precisare le condizioni e le modalità del rispetto dei diritti umani” (Nr. 12), oggi dobbiamo costatare con preoccupazione il sorgere dei cosiddetti “diritti umani di terza e quarta generazione”. Essi non hanno più chiari legami con la visione umana e cristiana del mondo né con la moralità oggettiva espressa anche nelle categorie del diritto naturale. Così la loro base è spesso solo di ordine umano-positivo, come se l’uomo con le proprie opinioni e desideri fosse indipendente anche rispetto alla stessa realta.
Lo “smarrimento della memoria del cristianesimo” va di pari passo con i cambiamenti antropologici che sono conseguenza di una cultura audiovisiva, ma che indeboliscono i concetti chiari e il ragionamento logico.
5. Tale processo comporta un grande rischio anche per la società civile. L’“Ecclesia in Europa” (Nr. 12) riconosce come fenomeno europeo positivo “la considerazione data al diritto”. Bisogna costatare purtroppo che lo stato di diritto si è indebolito negli ultimi anni in diversi paesi. Soprattutto la crisi finanziaria ha costretto i politici a prendere drastiche misure contrarie alla volontà dei propri elettori. La gente ha spesso l’impressione che la democrazia tradizionale stia perdendo il suo significato.
Si manifestano pure i segni di un’illusione secondo cui sia possibile governare la società con i mass-media e l’economia, rinunciando completamente al diritto e alla moralità.
6. La gente in Europa, proprio a motivo del calo demograflco e dell’invecchiamento della popolazione - fenomento indagato dal CCEE due anni fa -, per la crisi economica e per l’indebolimento dell’identità culturale e religiosa, ha fame e sete di speranza.
Le Giornate Mondiali della Gioventù di Colonia e di Madrid, e le visite pastorali del Santo Padre in diversi paesi, hanno costituito un grande segno di speranza e hanno avuto un’efficacia missionaria straordinaria. Il movimento delle masse, la partecipazione dei mass-media, le grandi celebrazioni hanno toccato il cuore della gente, particolarmente sensibile a questo linguaggio di comunicazione. Gli effetti non sono fugaci. In quelle occasioni diversi partecipanti hanno ricevuto persino la loro vocazione sacerdotale o religiosa. Anche alcuni vescovi sono tornati profondamente commossi da questi incontri.
La missione cittadina organizzata in molti centri europei ha cercato di dare rilievo a questa speranza. “Chi ci fara vedere il bene?” (Sal 4, 7) suonava il motto della missione di Parigi. “C’è una speranza per la tua discendenza” (Ger 31, 17) abbiamo sentito nella missione di Budapest. Queste missioni hanno avuto risultati durevoli: oltre alla molteplice presa di contatto con la società non credente, una tale esperienza ha aiutato soprattutto le parrocchie a riscoprire la laro vocazione alla missione verso i non praticanti, ma anche verso i non credenti. A partire dall’anno scorso, quando - con l’aiuto del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione - abbiamo nuovamente organizzato una grande missione in 12 citta europee, si e costatato con gioia lo spirito di iniziativa presso molte parrocchie. Per rispondere alla crisi familiare, si e potuta persino intraprendere la visita di tutte le famiglie cattoliche nel nome della parrocchia, con l’incarico del Vescovo. Molti laici ricevono ora la formazione per questa missione.
7. Si osserva anche il ruolo prezioso di alcuni movimenti di spiritualità, menzionati già nell’“Ecclesia in Europa” (Nr. 15). Essi sono una vera benedizione per la Chiesa, se riescono ad evitare la tentazione postmoderna di accontentarsi di sentimenti e percezioni particolari. La presenza attiva nella missione di persone provenienti da altri paesi e da altri continenti, incoraggia molto i fedeli europei.
8. Un altro segno dei tempi, particolarmente promettente in Europa, è la crescita del volontariato nelle parrocchie, specialmente nell’opera caritativa. Soprattutto i pensionati, in età compresa tra i 65 e i 75 anni, dimostrano una generosità commovente e contribuiscono a rafforzare la
solidarietà tra le generazioni.
9. Purtroppo, continuano ad essere presenti in Europa tensioni nazionali ed etniche.
Questioni irrisolte sui Balcani, la situazione precaria dei cattolici nella Bosnia, i diversi conflitti connessi con il fenomeno dell’immigrazione nell’Occidente europeo richiedono una testimonianza equilibrata e a volte un paziente servizio da parte della Chiesa.
Ringraziamo la Divina Provvidenza, perché negli ultimi anni è proseguita, nonostante i suddetti problemi, la riconciliazione tra le nazioni europee. Incoraggiate da Sua Santità Benedetto XVI, le conferenze episcopali della Slovacchia e dell’Ungheria hanno potuto sottoscrivere nel 2006 un atto di riconciliazione. Il loro gesto puo servire da esempio per la società di entrambe le nazioni. Un altro evento coraggioso si è verificato pochi mesi fa. Il Patriarca ortodosso di Mosca e di tutta la Russia, Cirillo, ha firmato a Varsavia con il Presidente delIa Conferenza Episcopale Polacca un atto di riconciliazione. In esso, le parti confermano anche la loro comune intenzione di difendere e far accogliere i valori umani e cristiani in Europa.
10. In questo contesto si inseriscono i risultati ecumenici più recenti. Malgrado il fatto che alcune nuove comunità siano fortemente anticattoliche, e che altri ambienti cristiani cerchino di riaffermare la loro identità mediante attacchi contro la Chiesa cattolica, la collaborazione pratica generale tra le chiese e le comunità cristiane in Europa sta crescendo. Un segno di questo fatto è il Forum Cattolico-Ortodosso Europeo, che si occupa di questioni attuali di morale e di dottrina sociale. Gli incontri con i rappresentanti di tutte Ie Chiese ortodosse hanno espresso un larghissimo consenso circa la famiglia e la vita, circa i criteri dei rapporti tra Stato e Chiesa e la crisi economica. Anche con le comunità protestanti sta crescendo in Europa lo spirito di fratellanza e solidarietà.
11. Oltre a ciò, cresce tra i vescovi cattolici di rito latino e orientale la coscienza dell’unità, della fratellanza e della vera comunione.
Chiediamo dunque la luce dello Spirito Santo per i lavori di questa Sinodo e per tutta la nuova evangelizzazione. Santa Maria, Madre delIa Chiesa, prega per noi!
Si celebra, 20 giugno, la Giornata Mondiale del Rifugiato. Il fenomeno della migrazione diventa sempre più allarmante, aggravato dai conflitti sparsi in tutto il mondo. Le persone sfollate o richiedenti asilo continuano ad aumentare e i bambini costituiscono la fascia più vulnerabile. Guerre come quelle in corso in Africa hanno provocato finora lo sfollamento forzato di oltre 14 milioni di persone. Solo in sud Sudan più di un milione di bambini sono nati in campi profughi e non hanno mai avuto alcuna possibilità di vivere la loro età.
Tra le varie iniziative in tuttl i continenti, la campagna “Diritto a giocare senza giocarsi la vita” promossa dalla ong spagnola Entreculturas dei gesuiti, è impegnata a favore dell’istruzione, di opportunità che possano offrire stabilità e speranza a bambini e giovani in situazioni di emergenza. Nei Paesi colpiti dai conflitti armati, l’istruzione infatti può giocare un ruolo molto importante per la promozione di una cultura di pace, educando ai valori, alla tolleranza a alla convivenza. Negli Stati Arabi, del totale di minori rifugiati e sfollati, più dell’ 87% non hanno accesso alla scuola. Dei quasi 5 milioni di bambini siriani in età scolare, circa 2 milioni non vanno a scuola nel Paese.
In questi contesti di violenza generalizzata, risulta impossibile frequentare sia per la distruzione delle infrastrutture e delle istituzioni scolastiche che per la mancanza di risorse umane. In molti Paesi, andare a scuola è diventata una attività ad altissimo rischio per la vita dei bambini. Infatti, nell’ultimo decennio, è aumentata anche la violenza contro scuole, studenti o insegnanti. L’obiettivo di Entreculturas è che questi minori possano godere del loro diritto a giocare e apprendere in libertà, senza giocarsi la vita, che possano recuperare la loro infanzia per aspirare al futuro che desiderano e che ogni essere umano ha diritto di avere.
Fonte: Agenzia Fides