Il missionario della Consolata colombiano, padre José Martín Serna Jurado, che quest'anno festeggia il suo 25° anniversario di ordinazione, dal 2022 è maestro dei novizi nel Noviziato del Continente americano e vicario parrocchiale dell'Area Missionaria Famiglia di Nazareth a Manaus, nell'Amazzonia brasiliana.

“Il Noviziato ha come protettore Sant'Oscar Romero, martire della giustizia e della pace”, spiega il maestro in un'intervista rilasciata all’Ufficio per la Comunicazione a Roma in questo video della serie Formatori e Formazione.

Con lui fanno parte della comunità il Fratel Tarcisio Lot, padre Gabriel Oloo, responsabile dell'Area Missionaria Famiglia de Nazareth dove svolgono la loro attività pastorale, e un novizio che si sta preparando per i primi voti a dicembre. Recentemente anche padre Júlio César Caldeira si è unito alla comunità.

Padre Martín Serna ha partecipato al corso di formazione permanente per i formatori che si è tenuto a Roma a settembre di questo anno. “Questo corso è stato molto importante perché ci aiuta nel rinnovamento e aggiornamento della nostra vita spirituale e pastorale. Le tematiche presentati erano molto interessanti. Mi ha particolarmente interessato il tema della cura della persona del missionario. Come agenti di pastorale, dobbiamo sempre prestare particolare attenzione a noi stessi per poter dare attenzione agli altri”, afferma padre Martín Serna.

San Giuseppe Allamano

“Vorrei anche cogliere l'occasione per ringraziare il Signore per questa grazia che sta dando a tutto l'Istituto dei Missionari della Consolata con la canonizzazione del nostro Padre e Fondatore, per noi un momento molto importante per il nostro Istituto e naturalmente anche per la Chiesa. Chiediamo anche al Signore che, con questa grazia della canonizzazione di Giuseppe Allamano, dia alla nostra comunità del Noviziato di Manaus le grazie di cui abbiamo bisogno e che il Signore aiuti tutti i missionari e le missionarie della Consolata a svolgere il loro lavoro missionario”, ha concluso il maestro.

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Padre Martín Serna festeggia il suo 25° anniversario di ordinazione. Comunità di San Michele, Area Missionaria Famiglia di Nazareth, a Manaus. Foto: Milena Ferreira

José Martín Serna è nato a Marulanda, Caldas, Colombia, l'11 gennaio 1968. Figlio di Luiz Eduardo Serna (in memoria) e Maria Nely Jura, genitori di nove figli. È stato battezzato due giorni dopo la nascita a Marulanda. Più tardi è diventato chierichetto e ha ricevuto il resto sacramenti.

Ispirato dall'esempio di suo cugino, il missionario della Consolata, padre Ariel Serna Granada, ucciso in Mozambico nel 1991, è entrato nel Propedeutico della Consolata all'età di 19 anni, ha studiato filosofia a Bogotá, ha fatto il Noviziato a Bucaramanga (Colombia) e teologia a Roma (Italia). È stato ordinato sacerdote il 13 marzo 1999 a Manizales. Prima di diventare maestro dei novizi nel 2022, Martín Serna ha lavorato per 19 anni in Costa d'Avorio (Africa).

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Incontro dei formatori del Continente America nella sede del Noviziato a Manaus, settembre 2022. Foto: Jaime C. Patias

Un può di storia

Il Noviziato Continentale dell'Istituto Missioni Consolata (IMC) prima dell’attuale sede è stato aperto successivamente in diverse nazioni: a Bucaramanga, in Colombia prima (1981-1994), poi a Buenos Aires (1995-2019). In linea con le riflessioni del Sinodo per l'Amazzonia (ottobre 20219) e con il processo di ristrutturazione delle presenze nel Continente americano, l'Istituto ha deciso di trasferire il Noviziato da Buenos Aires, in Argentina, a Manaus, nel nord del Brasile. L'inizio di questa nuova tappa nel quartiere Santa Etelvina, alla periferia della città, è avvenuto il 6 gennaio 2021, festa dell'Epifania del Signore, con solo due novizi e il padre Paco López come maestro. Inoltre, i missionari della Consolata hanno la cura pastorale dell'Area Missionaria Famiglia di Nazareth con 13 comunità cristiane nella periferia di Manaus.

* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la Comunicazione, Roma.

La testimonianza dei formatori questa volta arriva dal Noviziato di Sagana in Kenya con il maestro, padre Geoffrey Kimathi Kiria, IMC, che ha partecipato al corso tenutosi a Roma il settembre scorso. In questo video il maestro parla della sua comunità formativa e lascia pure un messaggio in occasione della canonizzazione di San Giuseppe Allamano.

Nel mese di luglio quest’anno, 17 studenti hanno iniziato il Noviziato dei Missionari della Consolata a Sagana. Di loro 4 provengano dal Kenya, 4 dall’Etiopia, 3 dal Tanzania, 3 dalla RD Congo, 1 dal Mozambico, 1 dal Benin e 1 dal Burkina Fasso. Padre Geoffry e padre James Munene Githinji formano il team dei formatori.

“È una comunità internazionale che cerca di vivere e promuovere il discernimento vocazionale dei giovani attraverso la preghiera e soprattutto, la vita comunitaria. Tutto quello che facciamo a Sagana cerca di sottolineare questi due aspetti”, spiega padre Geoffrey Kiria.

Per quanto riguarda il corso di formazione per i formatori, padre Geoffrey dice che è stato colpito da tante tematiche studiate insieme, “soprattutto dalla necessità di prendersi cura di noi stessi e anche di cercare di aiutare i giovani a capire le motivazioni della loro vocazione. Abbiamo anche imparato una bella cosa sul carisma del Fondatore e soprattutto la missione”, afferma.

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Comunità del Noviziato di Sagana in Kenya. Foto: Francisco Martínez

A conclusione dice: “Questo momento della canonizzazione di Giuseppe Allamano ci aiuta a capire i bisogni della missione e soprattutto che la fede, quando non è condivisa con gli altri, muore. Quindi, il Fondatore per me è una persona che ci aiuta uscire a fare missione perché questa è la missione di Cristo e san Giuseppe Allamano ci ha indicato la strada per fare questo cammino”.

* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la comunicazione, Roma.

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Messa presieduta dal Superiore Generale, padre James Lengarin, durante la professione dei novizi. Sagana, luglio 2024. Foto: Francisco Martínez

In preparazione alla canonizzazione del Beato Giuseppe Allamano, settanta giovani di Manaus si sono riuniti nel pomeriggio del 13 ottobre presso il Noviziato IMC continentale San Oscar Romero per conoscere e condividere il nuovo santo che sarà canonizzato da Papa Francesco in Vaticano domenica prossima, 20 ottobre, Giornata Missionaria Mondiale.

La sua testimonianza continua ad animare e ad illuminare le attività missionarie in tutto il mondo. In questo contesto, i missionari e le missionarie della Consolata insieme alle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, si sono riuniti a settanta giovani delle comunità cristiane dove siamo presenti in Manaus, per realizzare una caccia al tesoro missionaria sulla la vita dell’Allamano.

Provenienti dalle comunità della Zona Missionaria Familia di Nazareth, nella Zona Nord, e della Parrocchia Santa Lucia, nella Zona Sud di Manaus, i partecipanti, oltre alle attività ricreative, hanno messo alla prova la loro conoscenza del Beato Giuseppe Allamano e della missione svolta dai Missionari della Consolata.

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Nuovo spirito per la missione

“Partecipare alla prima caccia al tesoro missionaria “Allamaniana” con i giovani è stata un'esperienza meravigliosa e molto gratificante”, ha dichiarato Claudia Nascimento, dell'equipe organizzatrice. “L'interazione tra i giovani della Zona Missionaria Famiglia di Nazareth e della Parrocchia Santa Lucia ha aumentato sia la conoscenza che la creatività e lo spirito comunitario. Che Giuseppe Allamano e la Vergine Consolata risveglino in loro un nuovo coraggio per la missione che Gesù ci ha affidati”.

Giuseppe Allamano, un esempio per noi

“Prima santi, poi missionari”. Questo emblematico invito di Giuseppe Allamano è ancora vivo e ispira molti giovani ad essere santi missionari nel loro ambiente e oltre i confini geografici delle  loro famiglie e comunità parrocchiali.

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Per Rafael Moreira de Aguiar, del gruppo giovanile della parrocchia di Santa Lucia, “la caccia al tesoro è stata molto bella, non solo per i giochi, ma anche perché ha riunito diverse parrocchie. Abbiamo anche conosciuto meglio Giuseppe Allamano, che in breve sarà santo, e come ha vissuto la sua vocazione con amore e zelo, essendo un esempio per noi. Il desiderio è che, come Giuseppe Allamano, possiamo essere ogni giorno più vicini a Dio e rispondere alla sua chiamata”.

Mikaela Gomes de Andrade, coordinatrice della Pastorale giovanile dell'Area Missionaria Famiglia de Nazareth, ha affermato che “la caccia al tesoro è stata molto divertente e utile per conoscere Giuseppe Allamano. Anche chi non sapeva chi fosse prima, ha imparato a conoscerlo attraverso i test e le sfide. Possiamo constatare che l'eredità missionaria di Giuseppe Allamano attrae e incoraggia i giovani a dare il loro cuore interamente a Dio”.

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La Consolata a Manaus

I missionari della Consolata sono arrivati a Manaus nel 1966. Attualmente sono presenti nella Parrocchia di Santa Lucia, nel sud della città, nell'Area Missionaria Famiglia di Nazareth e nel noviziato continentale San Oscar Romero, nel nord. Le Suore Missionarie della Consolata sono presenti nel quartiere di Mutirão, dove accompagnano le attività missionarie dell'Arcidiocesi di Manaus, e nelle Zone Missionarie di San Pietro Apostolo e San Francesco di Chagas.

Le comunità di Manaus celebreranno il Triduo in preparazione alla canonizzazione del Beato Giuseppe Allamano il 16, 17 e 18 Ottobre. Nella Domenica della Giornata Missionaria Mondiale, il 20 Ottobre, in sintonia con le celebrazioni nelle comunità e in unione con i settori “Maria, Madre della Chiesa” e “Padre Pedro Vignola”, ricorderanno la vita e l'impegno missionario del nuovo santo della Chiesa, Giuseppe Allamano, che con la forza dello Spirito è stato testimone di Cristo.

* Padre Júlio Caldeira, IMC, comunità del Noviziato di Manaus, Brasile.

La Famiglia Missionaria della Consolata si rallegra per i 16 giovani missionari che hanno emesso i loro primi voti religiosi, culmine del loro anno di noviziato; un periodo dedicato all'approfondimento della vita spirituale, alla comprensione del Carisma della Congregazione e alla crescita nella preghiera e nella comunione. Otto giovani missionari hanno completato il loro noviziato a Sagana, Kenya, mentre gli altri otto a Morogoro, in Tanzania.

La mattina del 3 agosto 2024, persone provenienti da tutto il Kenya si sono riunite a Sagana per la celebrazione. Gli otto giovani missionari che hanno emesso i loro primi voti in Kenya provengono da diversi paesi: Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Mozambico e Kenya.

La Messa è stata presieduta dal Superiore Generale dei Missionari della Consolata, Padre James Bhola Lengarin, e concelebrata da numerosi sacerdoti. Molti religiosi e laici hanno preso parte alla celebrazione. Nella sua omelia, Padre Lengarin ha sottolineato il significato della decisione di questi giovani missionari di unirsi alla famiglia della Consolata.

Ha sottolineato che “la loro scelta è un impegno a servire Dio, nel ricercarlo presente nel e al servizio dell'umanità”. Sebbene provengano da diversi paesi, la loro missione trascende i confini, servendo persone di tutte le nazioni. Prendendo spunto da Genesi 12:1-4, dove Dio chiama Abramo a lasciare la sua terra natale, padre Lengarin ha comparato la chiamata di Abramo ad uscire, con la volontà dei missionari di lasciare la loro terra per servire Dio e il suo popolo. Ha concluso incoraggiando i giovani missionari ad avere fede e fiducia in Dio, che li ha chiamati al suo servizio all'interno della famiglia della Consolata.

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Padre James Lengarin, Superiore Generale

Nell'ambito della cerimonia, ai giovani missionari sono state consegnate la costituzione e la croce, a simboleggiare il loro impegno e i valori della congregazione.

Padre Geoffrey Kiria, il maestro dei novizi che ha guidato i neoprofessi durante tutto l'anno di noviziato, ha espresso il suo apprezzamento per la loro crescita spirituale. Ha osservato che "il noviziato è un tempo prezioso" e come questi giovani sono cresciuti spiritualmente, nella comprensione del carisma della congregazione, e nel rispondere positivamente alla chiamata di Dio.

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I novizi del Noviziato di Sagana, in Kenya

Morogoro in Tanzania

Contemporaneamente, un altro gruppo di giovani missionari a Morogoro, in Tanzania, hanno celebrato la loro prima professione religiosa. La Messa è stata celebrata dal Padre Vedastus Kwajaba, delegato dal Superiore Regionale della Tanzania per tale evento.

Durante un'intervista, Victus Tarimo, di 26 anni, uno degli otto giovani missionari che hanno emesso i voti a Morogoro, ha espresso “la gioia e la gratitudine al Signore per il dono della vocazione e per la famiglia religiosa di cui è entrato a far parte. Ha anche ringraziato i suoi compagni di noviziato per il cammino condiviso di preghiera, vita comunitaria, aiuto vicendevole, e i momenti di gioia vissuti durante l'anno di noviziato." Degli otto neoprofessi, due provengono dal Mozambico, tre dall'Uganda, due dal Kenya e uno dalla Tanzania.

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Celebrazione della prima professione religiosa a Morogoro, Tanzania. Foto: Paulino Madeje

Lo stesso Victus ha rivolto un ringraziamento speciale al maestro dei novizi, padre Kennedy Kimathi, per la sua dedizione e guida durante tutto l'anno, durante il quale hanno conosciuto il fondatore, la sua spiritualità e vari aspetti della vita religiosa.

Quest'anno, la celebrazione della prima professione è particolarmente importante in quanto il fondatore, Giuseppe Allamano, verrà canonizzato a Roma il 20 ottobre. Questi giovani missionari hanno avuto l'opportunità unica di unirsi alla famiglia religiosa delle Consolata, nello stesso anno in cui il loro fondatore viene riconosciuto Santo.

La prima professione religiosa di questi giovani missionari della Consolata è una testimonianza del loro impegno e adesione al Carisma del loro fondatore, Giuseppe Allamano, mentre intraprendono la loro missione al servizio di Dio e dell'umanità ovunque vengono inviati nel mondo.

* Fratel Adolphe Mulengezi, IMC, Congolese, è uno studente di Comunicazioni a Roma.

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Canonicamente diventiamo missionari della Consolata dalla professione dei Consigli evangelici. Tuttavia, la professione è il risultato di una sequenza di formazione, tra cui il noviziato che si vuole importantissimo secondo le parole del Padre Fondatore: “Il Noviziato è veramente il giardino di ogni congregazione religiosa. Voi novizi siete la pupilla degli occhi miei e dell’Istituto. Non si sbaglia né si esagera dicendo che dal Noviziato dipende tutto il vostro avvenire, tutto il bene che farete”.

È in questo senso che io, Camille Bachulu Midi, dopo aver compiuto la mia formazione filosofica Repubblica Democratica del Congo nell’estate del 2021, sono partito per Nairobi-Kenya in gennaio 2022 per imparare l’inglese e in agosto dello stesso anno sono stato destinato a Sagana nel Kenya per l’anno di Noviziato.

20240206Rivoli2Come è chiaramente indicato nelle nostre costituzioni, i miei compagni e io, abbiamo studiato e fatto concretamente l’esperienza della vita comunitaria, dei consigli evangelici seguendo la spiritualità del Padre Fondatore e la tradizione della nostra famiglia religiosa. Fu un periodo molto interessante, intenso e soprattutto prezioso, durante il quale con l’aiuto dello Spirito Santo, del Maestro e dei compagni ho capito di più il senso della chiamata a essere missionario della Consolata che è di essere anzitutto santo. “Prima santo, poi missionario” mai smetteva di ricordare il Padre Fondatore.

In sostanza ho fatto in modo pratico l’esperienza della vita religiosa e ho studiato la storia della congregazione e gli aspetti della missione ad gentes nell’orizzonte voluto dall’Allamano. Il noviziato, che bellissima esperienza missionaria! “Il noviziato è il tempo più felice ed accettevole”.

Sì, la vita e l’esperienza del noviziato, senza nessun dubbio, sono bellissime; in un momento ho pensato che non avrò mai più una tale esperienza però mi sono sbagliato perché dal noviziato sono andato all’incontro del Padre Fondatore a Rivoli in Italia. In effetti, dopo il noviziato sono stato destinato a Roma per lo studio della teologia ma c’è l’eterna sfida missionaria: la lingua; allora sono partito per Rivoli per studiare l’italiano. All’inizio pensavo solamente di imparare la lingua però dopo pochi giorni mi sono accorto che era piuttosto un’opportunità d’incontrare il padre Fondatore perché in realtà avrei potuto imparare la lingua altrove.

Rivoli, la Villa di Rivoli oppure la Villa Giuseppe Allamano è in effetti la ‘’presenza-luogo’’ dell’Allamano e la casa materna dei missionari e delle missionarie della Consolata perché era lì che l’Allamano, durante la sua convalescenza, si era reso conto della necessità di fondare una congregazione missionaria ed era lì che ha scritto la lettera di fondazione.

E più importante, dall’inizio il Padre Fondatore ha fatto di Rivoli un centro dove incontrava i missionari e le missionarie ogni settimana per formarli lui stesso. In questo modo e con tutte le reliquie che si trovano, Rivoli è la presenza-invisibile del Padre Fondatore; quindi essere qui è incontrarlo anche se non c’è fisicamente. Essere a Rivoli è camminare verso la santità. E come diceva Allamano: “Dobbiamo avere buone gambe non solo per non stancarci ad andare a Rivoli, ma per camminare ancora senza fermarci sulle vie della perfezione”.

* Bachulu Camille Midi, IMC, è studente professo congolese a Rivoli.

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