“Mi ricordo di Dio e gemo, medito e viene meno il mio spirito (...), sono turbato e senza parole”. “Questa preghiera del Salmo 76 è il mio sentimento oggi per quello che sta accadendo in Mozambico dopo le elezioni del 9 ottobre”, ha dichiarato mons. Inácio Saure, IMC, arcivescovo di Nampula, durante la messa celebrata presso la Casa Generalizia IMC a Roma, questo mercoledì 30 ottobre.
Secondo mons. Inácio, presidente della Conferenza Episcopale Mozambicana (CEM), “tutti dicono che il candidato del partito di opposizione Podemos, Venâncio Mondlane, ha vinto le elezioni”. Tuttavia, la Commissione Elettorale nazionale (CNE), presieduta dal vescovo anglicano Carlos Matsinhe, ha annunciato la vittoria di Daniel Chapo, sostenuto dalla Frelimo, il partito al potere dall'indipendenza nel 1975, che, secondo l'organismo, ha ottenuto il 70% dei voti. Al secondo posto è il candidato di Podemos con il 20%, un risultato contestato dal partito che rivendica la vittoria di Venâncio Mondlane con il 53% dei voti. Anche il Movimento Democratico del Mozambico (MDM) e la Resistenza Nazionale Mozambicana (Renamo), ora terzo partito, hanno ritenuto che questi risultati fossero falsificati e li hanno contestati.
I quattro principali candidati alle elezioni mozambicane del 9 ottobre. Foto: CNE
La situazione di stallo ha scatenato un'ondata di manifestazione nelle principali città, con una violenta repressione che ha portato alla morte di almeno 11 persone negli ultimi giorni. Più di 450 persone sono state arrestate, la maggior parte a Maputo, tra cui, secondo il Centro per la democrazia e i diritti umani, minori e persone vulnerabili, alcune senza alcun legame con le manifestazioni.
A Roma, il vescovo Inácio Saure ha partecipato alla Seconda Assemblea del Sinodo sulla sinodalità e alla canonizzazione di San Giuseppe Allamano. In Mozambico “la situazione è grave - ha detto il vescovo - tra il 1° e il 7 novembre Vanâncio Mondlane ha proclamato uno sciopero generale nel paese e temiamo che questo porti ad altre violenze e morti. I politici dicono di voler fare del bene, ma quale bene?”, domandò il vescovo.
“Il nostro Santo Fondatore dice che ‘il bene deve essere fatto bene’. Quindi, chi vuole fare il bene deve farlo bene. Sembra che il partito al potere abbia perso il controllo della situazione. Per questo chiedo di pregare per la pace in Mozambico”. Per mons. Inácio, “l'esperienza del Sinodo è stata una grande grazia, non solo come momento di ascolto, ma anche di formazione alla pratica della sinodalità. Che il messaggio del Sinodo ci aiuti a camminare come Chiesa sinodale”, augura il vescovo prima di rientrare nel suo Paese.
Messa nella Casa Generalizia presieduta da mons. Inácio Saure
Preoccupata per la situazione di violenza, il 22 ottobre la Conferenza episcopale del Mozambico (CEM) ha rilasciato una dichiarazione, firmata da mons. Inácio Saure, in cui afferma: “Condanniamo il barbaro assassinio di due personalità politiche, che ricorda chiaramente altri omicidi di personalità politiche o della società civile, anche legate ai partiti di opposizione, avvenuti all'indomani di precedenti elezioni, con analoghe modalità”. Elvino Dias, avvocato di Venâncio Mondlane, e Paulo Guambe, due oppositori politici, sono stati uccisi la notte del 18 ottobre in un agguato nel centro della capitale, Maputo.
Nel contesto delle elezioni generali, i vescovi affermano che “la Chiesa cattolica, come istituzione, non sostiene candidati e non ha partiti. Ma questo non significa che rinunci al suo impegno politico e sociale, un percorso concreto verso la costruzione di una società più democratica, inclusiva, giusta e fraterna, in cui tutti possano vivere in pace, con dignità e un futuro. Per questo, come voce della Chiesa cattolica, noi Vescovi non possiamo non denunciare questa grave situazione che il paese sta vivendo e la violenza che genera, gettando tutti nel caos”.
Un altro punto evidenziato nel comunicato è l'affluenza alle urne, dove “più della metà dei Mozambicani registrati non si è presentata per esercitare il proprio diritto di voto”. Ciò indica “che la loro volontà, espressa alle urne, non viene rispettata, rendendo inutile l'esercizio di questo importante diritto civico”.
Mons. Inacio Saure durante conferenza stampa il 09 ottobre 2024, giorno delle elezioni in Mozambico, nella Sala Stampa della Santa Sede a Roma
La nota della CEM denuncia “frodi grossolane” come “il riempimento delle urne, la falsificazione di avvisi e tanti altri modi per coprire la verità”, che portano i funzionari eletti a perdere la loro legittimità. “Queste irregolarità praticate impunemente - denunciano i vescovi - hanno rafforzato la mancanza di fiducia negli organi elettorali, nei leader che abdicano la loro dignità e disprezzano la verità e il senso di servizio che dovrebbe guidare coloro ai quali il popolo affida il proprio voto”. “Certificare una menzogna è una frode”.
Il comunicato chiede “il rispetto del diritto a manifestare pacificamente, ma avvertiamo anche i giovani, (la più grande ricchezza nazionale), di non lasciarsi strumentalizzare e trascinare in azioni di vandalismo e destabilizzazione”, situazione che i vescovi avevano già rilevato nella nota pastorale del 16 aprile 2021.
Il messaggio è un forte appello a fermare “la violenza, i crimini politici e la mancanza di rispetto per la democrazia. Abbiano il coraggio di dialogare e di ristabilire la verità dei fatti”.
In conclusione, i vescovi chiedono a coloro che sono coinvolti in questo processo elettorale e nel conflitto che ha generato di “fare del riconoscimento delle colpe, del perdono e del coraggio della verità il cammino che permetterà il ritorno alla situazione normale”.
“Il Mozambico non deve tornare alla violenza! Il nostro Paese merita verità, pace, tranquillità e tolleranza!”
* Padre Jaime C. Patias, IMC, Comunicazione Generale a Roma.