Nostra Signora della Visitazione,
che sei partita in fretta verso il monte per incontrare Elisabetta,
aiutaci a partire come Te all’incontro dei molti che ci aspettano
per portare loro il Vangelo vivo:
Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore!

Andremo in fretta,
senza esitazioni o indugi,
ma con prontezza e gioia.
Andremo serenamente,
perché chi porta Cristo porta con sé la pace
e perché fare il bene è il miglior benessere.

Nostra Signora della Visitazione,
con la tua ispirazione questa Giornata Mondiale della Gioventù
sarà la celebrazione di Cristo che portiamo con noi,
come anche Tu l’hai portato.

Fa’ che sia un’occasione
di testimonianza e condivisione,
fraternità e ringraziamento,
e che ognuno di noi vada incontro
a chi ancora vive nell’attesa.

Con Te continueremo questo cammino di incontro,
affinché anche il nostro mondo possa ritrovarsi
nella fraternità, nella giustizia e nella pace.

Aiutaci, Nostra Signora della Visitazione,
a portare Cristo a tutti,
obbedendo al Padre,
nell’amore dello Spirito!

I Missionari della Consolata ci siamo riuniti a Fatima (Portogallo) con giovani provenienti da diversi paesi e continenti nei quali lavoriamo. Questo incontro prepara la Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà a Lisbona dal 01 al 06 agosto 2023 con il tema "Maria si alzò e andò in fretta" (Lc 1,39) e alla quale parteciperà anche il papa Francesco.

I giovani amici dei Missionari della Consolata che dal 26 luglio sono riuniti nei pressi di questo santuario mariano provengono da Argentina, Colombia, Brasile, Sudafrica e Swatini, Portogallo, Messico e Italia (alcuni studenti professi dei nostri seminari).

La Giornata Mondiale delle Gioventù è stata una bella creazione del papa Giovanni Paolo II.  Nel 1984 infatti, decise di organizzare un incontro la Domenica delle Palme, a Roma, per celebrare il Giubileo dei giovani nell'Anno Santo della Redenzione 1983-1984. Erano attesi sessantamila pellegrini, ma all'evento parteciparono 250 mila giovani provenienti da diversi paesi del mondo.

L'esperienza era stata così significativa per tutta la Chiesa che il Santo Padre decise di ripetere la celebrazione l'anno successivo nel 1985. In quell’incontro, 300 mila giovani pellegrini furono distribuiti tra le chiese della città per momenti di preghiera e catechesi, con un incontro finale per tutti, in Piazza San Pietro, con la celebrazione della Messa presieduta dal il Papa. 

In quello stesso anno, il papa scrisse un'esortazione apostolica destinata ai giovani e il 20 dicembre di quell’anno annunciò l'istituzione della Giornata Mondiale della Gioventù. "Tutti i giovani devono sentirsi accompagnati dalla Chiesa –diceva– e per questo tutta la Chiesa, in unione con il Successore di Pietro, si sente maggiormente impegnata, a livello mondiale, verso i giovani di oggi, le loro preoccupazioni e richieste, le loro aperture e speranze. Per rispondere ai loro bisogni dobbiamo trasmettere la certezza che è Cristo, la Verità che è Cristo, l'amore che è Cristo, attraverso un adeguato processo di sviluppo”.

La messa di apertura

Il 27 luglio p. Josky Menga, IMC, ha presieduto la celebrazione eucaristica che ha segnato l'inizio di questo evento. La messa è stata animata dal gruppo dei giovani brasiliani che ci hanno aiutato a pregare e a cantare chiedendo al Signore di concederci l'energia necessaria per continuare a servirlo e lodarlo con la nostra vita.

Durante la sua omelia, p. Josky ci ha ricordato che quella era la prima celebrazione eucaristica che facevamo, come famiglia missionaria, i giovani convenuti per la preparazione del GMG. Ci ha ricordato con la Parola di Dio che abbiamo bisogno di aprire il nostro cuore perché il Signore possa farsi presente: "In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo udirono!”.

Per i discepoli non sempre la Parola di Dio è chiara ma quel che è davvero necessario è un atteggiamento di disponibilità ed apertura, lasciarci guidare perché questa parola entri alla nostra vita e la trasformi. Ci vuole prontezza e apertura alla Parola lasciandoci condurre da essa perché produca i suoi effetti in noi. Questo vale per la quotidianità e anche in occasione delle grandi decisioni della nostra vita, con maggior ragione se scegliamo la missione come orizzonte nel quale ci muoviamo. Lasciare il  nostro paese, i parenti, le abitudini, uno stile di vita... è conseguenza e frutto dell’apertura alla Parola di Dio.

Nel pomeriggio di questo stesso giorno abbiamo svolto diverse attività: alcuni hanno visitato il Museo Missionario, altri sono andati a dipingere un mural sulla parete del museo, altri hanno fatto dei giochi.

Dopo cena abbiamo assistito a un meraviglioso concerto nel quale, ognuno dei gruppi presenti ha animato una parte della serata. I giovani hanno invitato a lodare il Signore con musiche, canti e danze.

Questa esperienza ha motivato tutti noi ad andare avanti nel nostro servizio missionario e la gioia che ne è scaturita ci ha ricordato ciò che aveva detto San Giovanni Paolo II quando spiegò il motivo della creazione della Giornata Mondiale della Gioventù: "Tutti i giovani devono sentirsi accompagnati dalla Chiesa".

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Preghiera e visita agli anziani

La giornata del 28 luglio è stata dedicata al ritiro e alla visita agli anziani. 

Il gruppo del Sudafrica e Swatini ha guidato la preghiera del mattino, poi siamo poi andati a Valinhos in pellegrinaggio. Valinhos è una località di campagna alla periferia di Fátima, divenuto famoso per l'apparizione della Madonna il 19 agosto 1917 e, precedentemente, per la prima e la terza apparizione dell'Angelo Custode del Portogallo (chiamato anche Angelo della Pace) ai tre pastorelli.

A Valinhos oggi vi sono alcuni punti di interesse significativi come la Via Sacra, il “Caminho dos Pastorinhos” (sentiero dei pastorelli), che conduce i pellegrini lungo le 14 cappelle che rappresentano le diverse stazioni della Via Crucis. 

Tra l'ottava e la nona stazione della Via Sacra si trova una cappellina con una statua della Madonna dove è avvenuta la quarta apparizione, il 19 agosto 1917. Li vicino si trova anche la “Loca do Anjo”, il luogo in cui sono avvenute le apparizioni dell'Angelo ai veggenti; ricorda il luogo di queste apparizioni una bella statua dell’Angelo con in mano il calice e l’ostia che presenta ai pastorelli inginocchiati davanti a lui.

Terminato il nostro pellegrinaggio a Valinhos, abbiamo pranzato ed in seguito siamo andati a visitare alcuni anziani con i quali abbiamo potuto condividere la grazia di questa giornata offrendo solidarietà e consolazione ad alcuni nonni presenti in diverse case di riposo nei pressi di Fatima.

La sera, tornati a casa, abbiamo avuto un incontro con i Missionari della Consolata della comunità di Fátima che si sono presentati ed hanno condiviso con noi alcune parole sulla loro missione. Abbiamo concluso le attività di questa giornata con la celebrazione eucaristica animata dal gruppo colombiano.

Il gruppo dei Giovani Missionari della Consolata della Missione di Nzinje in Mozambico, è stato per noi missionari l’occasione di un nuovo inizio, una rinascita, una luce dentro e dopo l'esperienza dolorosa e oscura della pandemia. Il 23 marzo 2020 il governo del Mozambico aveva chiuso tutti i luoghi pubblici e religiosi come misura per contrastare l'estendersi della pandemia di Covid19. Sono stati cinque mesi di paura, dolore, dubbi per non sapersi opportunamente prevenire; abbiamo vissuto la morte di amici, familiari e conoscenti.

In tempi di crisi come quella il popolo trova consolazione nella sua dimensione spirituale e religiosa, si avvicina ai luoghi di culto e di devozione popolare, ma anche quella possibilità era stata negata dal diffondersi dalla pandemia.

Eppure Dio si rivela in ogni momento e in ogni tempo attraverso il suo Spirito che ci illumina e ci mostra le vie per rinascere: dobbiamo essere attenti e disponibili perché la sua grazia ci spinga avanti con nuove idee, nuovi progetti che diano sapore e ricchezza alla dinamica missionaria. I primi cinque mesi di reclusione ci hanno portato a pensare, interrogarci e riflettere: dopo tutto questo che è successo, che novità porteremo alla missione? Come rinascere?

Abbiamo iniziato la nuova esperienza con 23 giovani che venivano da un cammino fatto nell'infanzia e nell'adolescenza missionaria, tra i 15 e i 18 anni. Siamo partiti da una più profonda formazione cristiana, e abbiamo anche voluto dare un’impronta Allamaniana e Consolatina. Non si trattava solo di conoscere il carisma, ma anche viverlo e condividerlo con altri giovani, dando alla parrocchia un nuovo slancio dinamico e giovanile.

Dopo nove mesi di formazione settimanale il giorno della festa della Consolata del 2021 nella Chiesa delle Rocce del Santuario della Consolata di Massangulo, e con la benedizione del Vescovo della Diocesi di Lichinga, Mons. Atanasio Amisse Canira, nasce questa nuova luce, il primo gruppo giovanile di spiritualità consolatina della Regione del Mozambico.

La spiritualità allamaniana li ha portati a vivere uno spirito di famiglia in cui ciascuno si sente fratello contribuendo con la propria ricchezza umana e cristiana. Hanno un profilo definito nel loro manuale e una metodologia missionaria: settimanalmente fanno un incontro formativo il sabato pomeriggio; il mercoledì animano la messa con canti e letture; collaborano con lavori manuali in parrocchia ogni sabato mattina e mensilmente, nei quartieri della parrocchia, visitano i malati e aiutano qualche famiglia povera e bisognosa.

Questo gruppo è nato con 23 giovani e oggi, solo nella sede della parrocchia, sono 56; poi ci sono antri due gruppi in due comunità, tutti formati e accompagnati da loro stessi, raggiungendo in soli due anni il numero di 87 giovani che vivono e condividono il nostro meraviglioso carisma.

Non importa quanto siano difficili i tempi, non importa quanto siano bui i momenti, la luce della risurrezione e la forza dinamica del fuoco di Pentecoste saranno sempre più forti. Dobbiamo aprirci alla grazia di Dio che si rivela a noi e ci illumina in ogni momento. Il nostro carisma e il nostro modo di essere nella missione sono fonte di salvezza per le generazioni presenti e future.

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I Missionari della Consolata in Portogallo accoglieranno 140 pellegrini provenienti da circa 20 Paesi per la celebrazione delle “Giornate della Consolata” che precederanno la loro partecipazione alla GMG Lisbona 2023 che si aprirà ufficialmente il primo di Agosto.

Sono attesi giovani dall’Italia (22), gli Stati Uniti (19), il Brasile (16), Eswatini (16), Colombia (10), Sudafrica, Congo e Kenya (con 4 iscritti ciascuno), Mozambico (3), Argentina e Tanzania (2 ciascuno), Burkina Faso, Madagascar, Messico, Venezuela e Zimbabwe (tutti con un partecipante ciascuno).

Per il Portogallo, Paese anfitrione, i partecipanti saranno 32 e con questo gruppo, che rappresenta la Famiglia della Consolata nel mondo, saremo presenti alla GMG 2023. 

I “Giorni della Consolata”

L'incontro internazionale che precede la GMG avrà luogo presso le strutture della Consolata a Fatima e si svolgerà dal 26 al 30 luglio. In questi giorni sono previste diverse attività. Padre Simão Pedro, che conduce l'animazione missionaria della comunità IMC residente in quella città santuario, afferma entusiasta che il gruppo più numeroso dei giovani portoghesi iscritti proviene da Fatima e dai villaggi circostanti, e hanno svolto “un eccellente lavoro come ospiti di questo incontro: hanno dipinto, sistemato e allestito tutti gli spazi che accoglieranno gli altri giovani che arriveranno da varie parti del mondo.

“Vogliamo accogliervi, perché tutti si sentano a casa”, dice il coordinatore della Gmg dei Missionari della Consolata, padre Álvaro Pacheco, e poi aggiunge: “Non è solo la celebrazione della GMG ma anche l’incontro della grande Famiglia Consolata, e questo –conclude– crea un altro livello di affetto e relazione”.

Il programma di queste “Giornate Consolata” prevede diverse attività, come la visita guidata al Santuario e ai luoghi dei pastori, una giornata di spiritualità e anche una all'insegna della musica. Si tratta del “Festival Jovem” nel quale ciascuno dei gruppi di giovani partecipanti è invitato a comporre un brano originale, testo e melodia, ispirato al testo biblico guida di questa GMG: “Maria si alzò e andò in fretta”. La giornata si conclude con un grande concerto della band cattolica “Os Discipulos de Fátima”, progetto musicale nato nel 2017.

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I giorni della GMG Lisbona 2023

Padre Álvaro Pacheco, che ha fatto da tramite per stabilire contatti con i missionari della Consolata in tutto il mondo, racconta che all'inizio il progetto prevedeva riunire dai 100 ai 120 giovani nella comunità della Consolata a Cacém, ma col tempo si è visto necessario trovare uno spazio che potesse accogliere un numero maggiore di partecipanti. “Ho notato che c'era tanta voglia di esserci e di stare insieme, perché tutti siamo Consolata”.

Ed è così che, in un dialogo con il Dr. Manuel Girão, Direttore Generale della Santa Casa da Misericórdia da Amadora e dove la comunità della Consolata di Zambujal presta servizio pastorale, ha messo a disposizione gli spazi della Scuola Luís Madureira, una delle più grandi Case della Misericordia dal paese. Grazie a questo gesto di generosità l'organizzazione ha potuto pensare a un maggior numero di iscritti che ora raggiungono quota 140.

Padre Alvaro Pacheco spiega che quando tutti si saranno sistemati presso la Scuola Luís Madureira, ad Amadora, che accoglie i giovani Consolatini durante la GMG, si dedicherà una giornata per conoscersi meglio e un’altra per avvicinarsi alle attività del progetto Zambujal 360, Saranno guidati da Mário Linhares, dei Laici Missionari della Consolata e coordinatore del progetto, e si potranno visitare, sparsi nelle strade del Bairro do Zambujal, tutte le attività che si realizzano per promuovere lo sviluppo sostenibile delle persone di questo quartiere. 

E dopo?

Padre Simão si dice fiducioso che la Gmg sarà “un formidabile momento di incontro per i nostri giovani” ma esprime anche quella che definisce “una speranza e una preoccupazione”. E spiega: “la mia preoccupazione è sapere cosa lascerà nella vita di questi giovani l'esperienza del giorni della Consolata e la GMG; la mia speranza è che si possa fare tesoro delle parole di Papa Francesco e che da quella esperienza nascano nuove linee guida e nuovi percorsi”.

Padre Álvaro dice che tutta la preparazione è stata impegnativa anche da un punto di vista burocratico per avere i visti di ingresso in Portogallo per questi giovani provenienti da diverse parti del mondo. Tuttavia, padre Álvaro non ha dubbi che l'incontro sarà “un successo”. Dice che durante tutto questo processo, e dopo tanti contatti e incontri on line con altri coordinatori in tutto il mondo, “è bello rendersi conto che la Consolata ci fa una grande famiglia”.

Alla domanda su cosa pensa di provare il 7 agosto, quando calerà il sipario, confessa di sperare solo di “provare gratitudine”, soprattutto perché “come Consolata abbiamo potuto vivere questa grande festa della gioventù e conoscere altre realtà ”. E auspica che “tutti i giovani partecipanti possano portare con sé lo spirito della GMG e –per quanto riguarda in particolare quelli della Consolata–consolidino il senso di appartenenza, sperimentando che siamo una famiglia diffusa in tutto il mondo”.

La Giornata Mondiale della Gioventù, considerata il più grande evento della Chiesa cattolica in quest’anno 2023, si svolgerà a Lisbona tra il primo e il 6 agosto. Si prevede la partecipazione di circa un milione di persone  e sarà presente Papa Francesco che si recherà anche a Fatima. Il testo del vangelo di  Luca “Maria si alzò e andò in fretta” (1,39) sarà l’orizzonte missionario di tutto l’evento.

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Una scuola nella scuola

Ci siamo riuniti a Bucaramanga, provenienti da diverse parti della Colombia e anche del Paraguay. Eravamo 74 giovani che dal 23 giugno al 2 luglio 2023 abbiamo partecipato alla Scuola per Leaders Giovanili Missionari: alcuni di noi erano in vacanza, altri disoccupati e altri ancora molto occupati. 

Come Giovanni ai suoi discepoli, qualcuno ci ha detto: “Guardate! ecco l'Agnello di Dio!”: noi la notizia l’abbiamo ricevuta da un amico, un'amica, un parente, un conoscente o addirittura l’abbiamo saputo per mezzo dei social network ma, come i discepoli di Giovanni che dopo averlo udito seguirono Gesù, lo stesso facemmo anche noi. Gesù si guardò intorno e vide che lo seguivano. «Cosa volete?» chiese loro. Risposero: «Maestro, dove abiti?». «Venite e vedete», disse loro (cfr Gv 1,35-41).

Siamo stati dieci giorni con lui

E così abbiamo scoperto che non eravamo stati noi a cercare il Maestro, ma che in modo sorprendente era stato Lui ad invitarci a seguirlo: per ascoltarlo, per imparare,  per allenarci ad andare oltre i nostri confini, per condividere la vera Consolazione con gli umani desolati e la madre terra devastata (cfr Mc 3, 14).

Nell’ultimo giorno, dopo corsi, seminari, laboratori, esperienze spirituali individuali, comunitarie e sociali, con metodologie e dinamiche ludiche e pedagogiche... abbiamo tirato le somme e siamo stati sfidati a immaginare quell'altro mondo possibile che cerchiamo. L’abbiamo fatto a partire dalla nostra diversità e l’abbiamo fatto come artisti, acrobati, ballerini, musicisti, cantanti e clown.

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Le nostre conclusioni si sono rivelate solo l'inizio di un percorso, in cui ci siamo ascoltati con rispetto, ammirazione e gratitudine. Molte riflessioni e osservazioni sono state una vera scuola dentro la scuola.

“Io sono arrivato alla conclusione - è Johan che parla, uno studente all’ultimo anno delle  superiori -  che durante questi 10 giorni di scuola abbiamo imparato molte cose che ci aiuteranno ad essere leader migliori e migliori discepoli. Saremo in grado di testimoniare ad altre persone che insieme, come famiglia, possiamo essere la migliore chiesa in uscita.  Porteremo nel cuore quella gioia che saprà illuminare quei luoghi che sono nell'oscurità e così creare quel mondo migliore che sappiamo possibile”.

Manuel, studente di Ingegneria Elettrica all'Università Nazionale, confessa che alla Scuola per Animatori Giovanili Missionari “ho ricevuto strumenti di spiritualità e formazione pastorale, per mezzo dei quali il Dio della vita ci accompagnerà nella nostra quotidianità. Con Lui sarà possibile goderci ogni passo verso l'altro mondo possibile che vogliamo»

Alejandro, studente di giurisprudenza all'Università Nazionale, ci ricorda che “essere leaders non è semplicemente comandare gli altri o dirigere le masse. Si tratta invece di essere una guida e un missionario che, per mezzo del lavoro di équipe, impara a servire la comunità, in una Chiesa in uscita, con fervore, umiltà e formazione spirituale. Vedo che, se sei in pace con te stesso e con Gesù, puoi facilitare il cammino a più persone che non sono alla ricerca di emozioni forti, effimere e fugaci, ma di quella piccola luce che non si spegne mai: la luce di Cristo".

«Questa scuola – parla Carlos, studente di contabilità pubblica del Paraguay – mi ha aiutato a riconoscere qual è la mia vera vocazione, e a guardare oltre i confini che ci intrappolano e ci fanno perdere la speranza che esista un altro mondo possibile». 

Per Claudia, anche lei studentessa all’ultimo anno della scuola superiore, “il discepolo missionario è un albero: espande le sue radici per riconoscere le realtà; forgia un grosso tronco che fa andare avanti la costruzione della chiesa; dà conforto sotto forma di ombra; stendete le braccia verso il cielo, come tralci, per accogliere le proposte di Gesù e costruire l’altro mondo possibile”.

Oscar, sacerdote missionario della Consolata, conclude dicendo che questa Scuola è una proposta formativa, evangelizzatrice e consolatrice per i giovane e per chiunque voglia farne parte. Apre a una nuova speranza per la Chiesa e anche per la società. “Ciascuno dei giovani qui presenti sarà il seme del Regno nelle loro realtà particolari alle quali torneranno con gioia e impegno”.

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Testimoni di ciò che viviamo

Non trascriviamo altri interventi che abbiamo ascoltato. Solo ricordiamo l’abbraccio finale con il quale abbiamo lasciato la città di Bucaramanga, famosa per i suoi parchi. Abbiamo fatto ritorno alle diverse regioni della Colombia e, i più lontani da casa, al nativo Paraguay. Come il discepolo Andrea continuiamo il cammino della vita: dopo l'esperienza vissuta con il Maestro, andò a cercare suo fratello Simone e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia" (cfr Jn 1,41).

* P. Salvador Medina è Missionario della Consolata in Colombia.

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