Il 28 settembre 2024, Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Isiolo nel Kenya presentata da mons. Anthony Ireri Mukobo, missionari della Consolata, per ragioni di età. Gli succede mons. Peter Munguti Makau, anche lui missionario della Consolata, finora vescovo coadiutore della medesima Diocesi.
Il diacono Joseph Wagura, IMC, della comunità formativa di Porta Pia a Roma, ci racconta la visita di mons. Peter Makau alla loro comunità di Nomentana.
Quando ci è arrivata la notizia che mons. Peter Makau avrebbe celebrato la Santa Messa insieme a noi, siamo stati tutti contenti e desiderosi di incontrarlo anche perché per molti di noi lui era stato il nostro Superiore religioso in Kenya. Abbiamo quindi desiderato di incontrarlo per poterci congratulare con lui della sua nomina all’Episcopato ed esprimergli il nostro apprezzamento per essere stato una persona capace di vicinanza con tutti i suoi confratelli.
Durante il XIV Capitolo Generale dell’anno 2023 a Roma, non ha mancato di farci visita e intrattenersi amichevolmente con tutti noi a cena. Durante la sua gradita visita ci ha incoraggiato a continuare il nostro impegno di studio e ci ha anche promesso di visitarci tutte le volte che dovesse rivenire a Roma.
La notizia che Papa Francesco il 4 maggio 2024 lo aveva nominato vescovo coadiutore della diocesi di Isiolo ci ha riempito di gioia. Adesso, la sua nomina come vescovo titolare della stessa diocesi ci rende ancora più felici.
Poco tempo fa, Mons. Peter Makau è venuto a Roma per la visita ad limina insieme agli altri vescovi del Kenya. Nonostante che la sua agenda fosse piena di impegni, è riuscito a ritagliarsi un po' di tempo per farci visita non solo come vescovo, ma soprattutto come amico e padre.
Mons. Anthony Mukobo e Mons. Peter Makau con i formatori riuniti nella casa generalizia a Roma Foto: Jaime C. Patias
Il 18 settembre 2024, per la seconda volta, quindi, ha fatto visita alla nostra comunità. In questa occasione ha celebrato la Santa Messa e poi si è fermato per condividere il pasto con noi. Nonostante che il vescovo non conosca l’italiano, tuttavia aiutandosi con lo spagnolo, che parla fluentemente, è riuscito a presiedere l’Eucarestia e rivolgersi ai cristiani presenti per l’omelia.
Facendo appello alla sua esperienza di Superiore della Regione del Kenya ci ha esortato a “creare un ambiente di famiglia e a ringraziare il Signore per tutti i doni che ci ha elargito”. Ci ha esortato anche “a vivere con intensità e gioia vera l’appartenenza alla famiglia dei missionari della Consolata”. Ci ha fatto notare inoltre la differenza che esiste tra la famiglia naturale e quella della Consolata. “Non vi è dubbio che noi tutti trascorreremo la maggior parte della nostra vita nell’Istituto, quindi, va amato come se fosse la nostra famiglia naturale”.
Inoltre, ha incoraggiato tutti a prendere sul serio lo studio. Si è detto felice che l’Istituto abbia deciso di dare un ulteriore tempo di studio ai suoi membri dopo la Teologia di base. “La specializzazione è una grande opportunità - ha continuato mons. Peter - che il nostro Istituto, a differenza di altri, offre ai suoi membri”. Ha inoltre notato che “tanti altri non hanno avuto questa opportunità, e quindi, voi che ora avete questo momento di grazia dovete farne tesoro perché il mondo aspetta persone competenti nel loro campo”. Egli ha anche sottolineato come lo studio dopo la Teologia di base offre un ulteriore vantaggio nel senso che prepara meglio ad affrontare le sfide del mondo moderno.
Mons. Peter Makau con la comunità formativa di Posta Pia a Roma
Ci ha poi ricordato che “la missione è lo scopo finale per cui noi siamo formati. Si dovrebbe essere sempre pronti per la missione”. Infine, ci ha confidato di non aver mai pensato che gli sarebbe stato affidato l’ufficio episcopale.
Ci ha esortati ad “essere sempre obbedienti e pronti a raggiungere qualsiasi zona missionaria a cui potremmo essere destinati. La nostra disponibilità è il dono più grande che possiamo fare all'Istituto. La missione ha bisogno di noi ed è per questo che ci stiamo preparando”. Ha concluso dicendosi pronto a riceverci qualora ci trovassimo a passare nell’area della sua diocesi.
Nell’indirizzo rivoltogli dal rappresentante della comunità è stato sottolineato che il vescovo ha sempre accolto con cuore paterno tutti i suoi confratelli. Ha inoltre ringraziato il vescovo per aver trovato il tempo per farci visita e sarà sempre il ben venuto nella nostra comunità. In fine gli abbiamo promesso un ricordo nella preghiera per il suo impegno episcopale e per la sua diocesi di Isiolo.
* Diac. Joseph Wagura, IMC, comunità di Porta Pia, Roma.
Prendersi cura di sé stesso per accompagnare la crescita degli altri. Questo è stato il tema di studio guidato da Suor Pina del Core, FMA, il venerdì 6 settembre, nel corso di formazione permanete per i formatori dell’Istituto Missioni Consolata che si svolge a Roma.
Suor Pina del Core è stata preside della Pontificia facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” di Roma per nove anni. Psicologa e psicoterapeuta con una lunga esperienza di lavoro nell’ambito della educazione e formazione. Il 19 gennaio 2021, il Papa Francesco ha nominato suor Pina del Core, consultore della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
In questo video realizzato dal Segretariato per la Comunicazione, Suor Pina del Core afferma che “in un contesto de complessità e di cambiamento oggi la formazione deve esse ripensata e quindi anche la figura del formatore che svolge un compito chiave nel percorso formativo, riferimento cruciale per il futuro delle nuove generazioni che si affacciano alla Vita Consacrata”. Secondo la religiosa, al cuore della formazione “c’è la figura del formatore e della comunità formativa".
Il tema ha offerto la possibilità di riflettere sul profilo e sul ruolo del formatore nella sua struttura personale e nelle modalità della formazione oggi. “Ci sono dei requisiti speciali per il formatore, non solo quello della competenza intellettuale ma anche la conoscenza delle sue risorse personali e la capacità di convivere con le sue proprie fragilità e vulnerabilità”, ha spiegato Suor Pina.
“Il formatore è una persona chiave chiamata a comprendere le esigenze della sequela di Cristo nella missione ad gentes. Quindi, deve avere chiara l’identità per comunicare il carisma ai giovani”, ha ricordato la religiosa.
Suor Pina ha inoltre osservato che “ci sono dei punti critici che dobbiamo aver presente per il discernimento e accompagnamento vocazionale. Il formatore non è uno psicologo e non lo può essere, ma tante volte si trova ad operare come tale. In ogni caso occorre grande attenzione, discernimento, prudenza, cura e amore”.
Sul piano operativo è importante che ci sia un ambiente comunitario di libertà per dar spazio al decidere, al fare discernimento, al prendere in mano la propria formazione in un ambiente tutto sommato non troppo permissivo né troppo rigido.
Poi ha aggiunto il formatore “Una delle difficoltà di una autorità è la mancanza di fiducia, la difficoltà a credere e fidarsi delle persone a lui affidate e poi il pericolo di auto-referenzialità o di creare dipendenza”.
Suor Pina ha quindi, parlato del “modello di autorità generativa. Una paternità che sia capace di generare il senso della vita, di aiutare a maturare ed esprimere la propria identità. La formazione si trasforma quindi in qualcosa di generativo favorendo la dimensione più profondo dell’essere umano. Nel processo formativo nell’ottica della generatività, al centro di tutto si trova la relazione e cura delle persone, l’ascolto attivo e partecipativo, e la fiducia reciproca”.
Altri aspetti sviluppati durante la giornata sono stati l'autonomia, la fiducia, la libertà e la responsabilità nelle comunità formative.
* Padre Marcelo De Losa, formatore nella CAF di Buenos Aires e padre Jaime C. Patias, Segretariato per la Comunicazione.