La due Direzioni Generali (IMC e MC) hanno lanciato il triennio di devozione al Fondatore come Protettore di entrambi gli Istituti, senza poter immaginare che la sua canonizzazione sarebbe stata così immediata.
Comunque, la preparazione e i giorni della canonizzazione si sono rivelati una grande occasione per mantenere i contatti tra tutti i missionari e con gli amici e approfondire insieme la vita, la spiritualità e le opere del Fondatore.
Abbiamo visto la quantità di persone accorse per celebrare la sua canonizzazione e abbiamo apprezzato la testimonianza di tanti missionari sulla Santità del nostro Fondatore, nei vari paesi in cui lavorano.
Dopo la canonizzazione, il 16 febbraio 2025, con la celebrazione della prima solennità in onore del Santo Fondatore, abbiamo iniziato un anno di riflessione sulla sua santità, in particolare rifletteremo sulla nostra vita di preghiera e sul nostro impegno di evangelizzazione alla luce dell’esempio di santità, della spiritualità e delle opere realizzate dal Fondatore.
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Il 2026, l’ultimo anno del triennio, sarà dedicato alle celebrazioni e ai pellegrinaggi in occasione del centenario della sua morte, il 16 febbraio 2026, ringraziando insieme il Signore per questo servo fedele che ha fondato i nostri Istituti Missionari e continua a benedirci e sostenerci in cielo con la sua intercessione.
Invitiamo le circoscrizioni e le comunità dell'Istituto a organizzare eventi e preparare iniziative per manifestare e comunicare la bellezza, la vitalità e l'originalità del nostro carisma oggi. Affinché questo centenario sia un'occasione per intensificare le nostre attività carismatiche nella memoria del nostro Santo Fondatore e ci aiuti a rinnovare la nostra vita e la nostra missione nel mondo.
* Padre James Bhola Lengarin, IMC, Superiore Generale (Notiziario N. 59, marzo 2025, p. 5-6)
Tutti i missionari della Consolata del mondo hanno celebrato la messa di ringraziamento per la canonizzazione di San Giuseppe Allamano, fatta eccezione per la comunità del New Jersey. Ecco perché il 22 marzo 2025 la comunità missionaria della Consolata di questa parte degli Stati Uniti ha organizzato questa festa.
Per far sì che questa cerimonia fosse ben fatta, il superiore delegato, padre Peter Ssekajugo, ha coinvolto diversi gruppi nella preparazione: i Missionari della Consolata che vivevano nel New Jersey, il team dell'ufficio regionale, il team della parrocchia di St. Augustine guidato dal parroco, padre Bob, i Cavalieri di Colombo dell'Assemblea di O'Grady, di cui padre Peter era cappellano, il gruppo di uomini di Cornerstone e il gruppo di preghiera della Consolata.
Mons. James Checchio presiede la messa di ringraziamento
La messa, iniziata alle 11:00, è stata presieduta dal vescovo James Checchio, della diocesi di Metuchen, ed è stata concelebrata da vari sacerdoti e diaconi permanenti della diocesi. Il vescovo ha chiesto a padre Peter di tenere l'omelia parlando di san Giuseppe Allamano.
Uno degli elementi che ha reso la messa così vivace è stata la partecipazione del coro keniano della diocesi di Metuchen e delle suore di Maria Immacolata di Nyeri, fondate dal vescovo Perlo, che hanno una comunità nel New Jersey, New York e e nella Georgia. Secondo i parrocchiani della parrocchia di St. Augustine, questa è stata la prima volta che è stata celebrata una messa così bella. C'era un mix di canti, inglese, swahili e kikuyu, che hanno ricordato la bellezza della diversità e della cattolicità della nostra chiesa.
Nel suo discorso, il vescovo Checchio ha ringraziato i missionari della Consolata per averlo invitato a celebrare questa messa e li ha lodati per la loro lunga presenza nella diocesi. Padre Bob ha ringraziato i missionari della Consolata per il loro sostegno a St. Augustine e ad altre parrocchie e per aver portato la gioia della festa dell'Allamano nella sua chiesa.
Nella sua omelia, Padre Peter Ssekajugo ha raccontato alla congregazione come San Giuseppe Allamano fondò i due istituti missionari, l'invio in missione, il miracolo e la cerimonia di canonizzazione avvenuta nell'ottobre scorso a Roma, nonché le feste successive a Torino.
“La gioia vissuta a Roma e a Torino durante il pellegrinaggio della canonizzazione è stata un’affermazione che, così come la gioia della buona novella è condivisa, i suoi frutti sono condivisi anche in comunità, nella Chiesa. I missionari della Consolata non potevano e non possono vivere questa gioia da soli. Così come hanno condiviso il Vangelo, devono condividerne la loro gioia.
La canonizzazione dell’Allamano, per noi suoi figli, è un’affermazione di Dio che il suo carisma e la sua missione sono doni che Dio ha dato al mondo tramite il nostro Fondatore. Ciò significa che l’Allamano è stato un canale attraverso il quale Dio ha operato prodigi nelle comunità da noi evangelizzate. Ciò che l’Allamano ha predicato è stato ispirato dallo Spirito Santo. La fondazione e l’invio dei missionari della Consolata è stato il primo miracolo, poi la guarigione di molti malati, come quella dell’uomo indigeno nella foresta amazzonica in Brasile”.
Ora, Dio gli sta dicendo: "Giuseppe Allamano, il bene che hai fatto l'hai fatto bene. Vieni agli altari. Vieni al luogo riservato per coloro che fanno la mia volontà". La sua canonizzazione invita noi suoi seguaci a essere dove si trova la nostra testa, perché ci invita a essere "prima santi, poi missionari".
Il fatto che il miracolo che ha portato alla canonizzazione dell'Allamano sia avvenuto in una delle nostre grandi opzioni missionarie, i popoli indigeni della foresta pluviale amazzonica, è un promemoria che Dio non dimentica mai gli umili, i dimenticati, gli ultimi, i bambini, le donne del mondo. Che la Parola di Dio continua ad assumere carne e ad accamparsi tra il suo popolo. Tuttavia, il verificarsi di questo miracolo nel popolo amazzonico è un promemoria che l'evangelizzazione può essere fatta dalla periferia al centro, dall'Amazzonia a Roma.
Dopo la messa, tutti i partecipanti sono stati invitati a pranzo nella mensa di Sant'Agostino.
* Padre Peter Ssekajugo, IMC, delegato superiore del DCMS.
La Santa Messa di ringraziamento per la Canonizzazione di San Giuseppe Allamano è stata celebrata il 16 marzo 2025 nella parrocchia Maria Regina Immacolata (Mary Immaculate Queen Parish) di Osizweni, nella diocesi di Dundee, periferia della città di Newcastle in Sudafrica.
Questa comunità è stata l'ultima delle parrocchie che ha visto la presenza dei Missionari della Consolata nella diocesi di Dundee. Era stata riconsegnata alla diocesi il 17 ottobre 2021. In quell’occasione il vescovo della diocesi, mons. Graham Rose, ha ringraziato l’Istituto per il servizio dato alla comunità.
Quattro anni dopo, il parroco, padre Mthokozisi Ndlovu, i leaders e i parrocchiani ci hanno accolti per celebrare insieme il dono alla Chiesa e alla Congregazione della canonizzazione di San Giuseppe Allamano, nostro Fondatore, tenutosi il 20 ottobre 2024 a Roma.
La Diocesi di Dundee occupa un posto molto speciale nel cuore del nostro Istituto, in particolare della nostra Delegazione di Sudafrica-eSwatini. Anche i fedeli cattolici delle varie parrocchie della diocesi hanno sempre apprezzato il contributo dei missionari della Consolata nell'opera di evangelizzazione e promozione umana. Questi ricordi non sono mancati nemmeno durante quest'ultima celebrazione.
Padre Mthokozisi Ndlovu ha sottolineato l'importanza di custodire la spiritualità dei missionari del passato, poiché essa è parte integrante della storia della parrocchia e della diocesi. Ha insistito sul fatto che, il lavoro dei missionari della Consolata nella parrocchia ha contribuito alla crescita e maturità delle parrocchie di Osizweni e della diocesi in generale. “Questa storia, il contributo dei missionari e la crescita in tutti gli ambiti, meritano di essere apprezzati e vissuti. Non possiamo dimenticare la storia e il grande lavoro dei missionari”, ha detto il parroco.
Di fatto, le celebrazioni sono iniziate il sabato, 15 marzo, quando sono arrivati i rappresentanti dei missionari della Consolata, tra cui sei studenti professi del Seminario Teologico di Merrivale: Fr. Ribeiro Mario Rupeque, Stanley Kiarie, Vincent Odida, Nordinho Andre Waissone, Kouadio Ghislain Kouame e Kelvin Ng'ang'a Gitau. Erano presenti anche, il Superiore delegato, padre Nathaniel Kagwima, il Vice Superiore, padre Didier Sunda, il padre Anthony Muinde, che ha consegnato la parrocchia a padre Mthokozisi e il padre Boniface Ondiek.
Siamo stati accolti nella parrocchia che era in piena attività a causa dei preparativi. Siccome stavano arrostendo la carne per i visitatori, ci hanno invitato ad assaggiare questa delizia. Così la festa è iniziata ancor prima della celebrazione stessa e questo è stato un bel gesto di benvenuto!
Domenica 16 marzo, abbiamo avuto la gioiosa celebrazione Eucaristica presieduta da padre Nathaniel Kagwima che ha lavorato in quella parrocchia dove era comunemente chiamato padre “Nathi”. L'intenzione della Santa Messa era quella di pregare per tutti i missionari della Consolata e in modo particolare per il riposo eterno del padre Rocco Marra, IMC, e di tutti gli altri missionari deceduti che hanno lavorato nella diocesi di Dundee.
Padre Nathaniel ha richiamato le parole di San Giuseppe Allamano, “Il bene deve essere fatto bene e senza rumore. Questa frase molto nota è la mappa della strada verso la santità come quella del santo Fondatore. Questo percorso - ha affermato padre Nathi - è fatto di ‘cose ordinarie da realizzare in modo straordinario’. Per San Giuseppe Allamano appunto, fare bene le cose ordinarie in modo straordinario e senza rumore, era la strada sicura per la santità e per il bene comune”. Quindi lui ci è maestro di vita, ha detto Padre Nathaniel, e da lui dobbiamo imparare molto in qualsiasi professione svolgiamo il nostro servizio nella società o nella Chiesa.
A sorpresa all’offertorio è stata presentata una capra! Chi lavora da queste parti del mondo capisce cosa significa, soprattutto perché le capre non sono un animale qualsiasi che può essere usato o offerto durante la Messa. La capra è un animale utilizzato esclusivamente per le attività tradizionali e soprattutto come offerta agli antenati. Al termine della Messa, la carne della capra è stata divisa tra le comunità della Consolata nella Delegazione.
Il parroco ha ricevuto in dono dai missionari una casula. Parlando a nome del gruppo, padre Didier, ha espresso gratitudine al parroco per il grande atto di amore e di accoglienza che ci ha riservato. Lo ha ringraziato per lo sforzo di organizzare un evento così grande. “Sembra quasi un evento organizzato dagli stessi Missionari della Consolata”, ha detto e ha ringraziato anche i responsabili e i parrocchiani per il loro amore verso la famiglia Consolata. “Cosa abbiamo fatto per meritare tanto amore?”
Infine, ha chiesto ai parrocchiani di continuare a pregare per i missionari e ha assicurato loro le nostre preghiere e ha concluso con le parole:“Vi vogliamo bene!”
* Padre Ssempala Wakahora, IMC, missionario in Sudafrica. www.consolatasa.blogspot.com
Il vescovo di Pinheiro, nello stato di Maranhão, nel nord-est del Brasile, mons. Elio Rama, IMC, ha partecipato alle celebrazioni della canonizzazione di Giuseppe Allamano nel mese di ottobre scorso. Tutti i 15 vescovi missionari della Consolata erano presenti a Roma in questo momento di gioia per i due istituti e per la Chiesa. Pubblichiamo il messaggio lasciato dal vescovo brasiliano.
“Il mio saluto a tutti coloro che ci accompagnano in questo momento di grazia e di benedizione in cui stiamo vivendo e ringraziando Dio per il dono della vita del nostro Fondatore, il padre Giuseppe Allamano, oggi dichiarato santo dalla Chiesa. È una gioia, una soddisfazione dopo tanti anni di vita, di ascolto e di preghiera perché lui diventasse Beato e ora Santo, un altro Santo nella Chiesa. Un protettore soprattutto dei missionari e delle missionarie. Un protettore del clero diocesano dove lui stesso è stato diocesano, ha fondato due istituti religiosi missionari ed è rimasto diocesano. Quindi, un grande missionario che ha fatto sì che la Chiesa si specchiasse in molti Paesi del mondo”, ha sottolineato il vescovo di Pinheiro (MA).
Mons. Elio Rama è nato a Tucunduva nel Rio Grande do Sul, il 28 ottobre 1953. Ha frequentato i Seminari IMC di Três de Maio e poi di Erexim (RS). Gli studi di filosofia ha fatto nella Facultà Assunzione a San Paolo (1975-1977) e il anno di Noviziato ad Aparecida de São Manuel. Ha studiato la teologia con specializzazione in missiologia all'Università Urbaniana di Roma. È stato ordinato sacerdote il 10 novembre 1984 a Três de Maio (RS) e, seguendo lo spirito di San Giuseppe Allamano, è stato inviato alle missioni in Mozambico nel 1985. Ha trascorso 18 anni in quel Paese africano svolgendo un lavoro pastorale e di evangelizzazione, servendo come parroco, formatore e Superiore Regionale dell’Istituto (due mandati).
Tornato in Brasile nel 2002, è stato formatore al Seminario Teologico di San Paolo, direttore del Centro di animazione missionaria e vocazionale, vicario a Cascavel (PR), parroco a San Paolo e Superiore dei Missionari della Consolata in Brasile (2011-2012). È stato nominato vescovo di Pinheiro il 17 ottobre 2012 e ordinato vescovo il 30 dicembre 2012.
I vescovi missionari della Consolata con la Direzione Generale a Roma durante la canonizzazione di Giuseppe Allamano
Con questa vasta esperienza di missione ad gentes, Mons. Elio Rama è grato a Dio per l’opportunità di aver visto Giuseppe Allamano diventare Santo. “La mia gratitudine, la mia considerazione e allo stesso tempo la mia gioia di poter avere un protettore in più presso Dio che certamente continuerà a intercedere perché la missione continui a diffondersi nel mondo. Il mio saluto e la mia benedizione”, ha concluso il vescovo.
* Padre Jaime C. Patias, IMC, Ufficio per la Comunicazione
Non appena abbiamo saputo la data della canonizzazione del nostro Fondatore, il nostro Superiore Regionale, padre Clement Gachoka, è andato visitando i vescovi delle tre diocesi della Corea del Sud in cui operiamo come Missionari della Consolata, per dare la bella notizia e anche per accordare in ogni diocesi una data per poter celebrare degnamente una messa solenne di ringraziamento.
Il vescovo della diocesi di Daejeon ha scelto per la celebrazione la data dell’8 dicembre, Solennità dell’Immacolata, e così proprio ieri, abbiamo avuto il nostro grande evento.
Il luogo prescelto per la celebrazione è stata la parrocchia di Jon-min-dong, il cui attuale parroco, padre Byeon Yun Chui Damiano, è stato missionario in Mongolia per vari anni, e conosce bene i nostri missionari di quel Paese. Lui si è subito detto entusiasta dell’iniziativa e davvero ha fatto tutto quanto in suo potere per accogliere questo evento nella sua parrocchia e facilitarci al massimo le cose.
Il Superiore della Regione Asia, padre Clement Gachoka, si rivolge all'assemblea durante la Messa
Una volta stabiliti data e luogo della celebrazione abbiamo cominciato a pensare alla preparazione. E qui sono venute alla luce le caratteristiche dei coreani quando c’è da fare qualcosa insieme: organizzazione, suddivisione delle responsabilità, serietà nell’attuazione delle stesse.
I membri del nostro Gruppo Amici IMC non sono certo stati un’eccezione, e ci ha fatto bene al cuore vedere con quanta passione, senso di partecipazione, e gioia si siano dedicati a preparare la festa, fin nei minimi dettagli: dalla tradizionale offerta di un mazzo di fiori al vescovo, al momento del suo arrivo in parrocchia per la celebrazione… fino al momento della benedizione finale alla fine del pranzo per gli invitati. Passando per la meticolosa attenzione a come disporre davanti all’altare il quadro grande di San Giuseppe Allamano, fino agli striscioni da appendere all’ingresso della parrocchia e nel grande salone dove si sarebbe tenuto il pranzo. E senza tralasciare il modo migliore di consegnare ad ogni persona che sarebbe venuta alla messa il libretto sulla vita dell’Allamano, con il santino-ricordo, e, all’uscita, il regalino-ricordo che avevamo preparato.
Insomma, ognuno aveva qualcosa da fare, e tutti hanno svolto il proprio compito, piccolo o grande che fosse, con attenzione ed amore. Siamo davvero fieri del nostro Gruppo di Amici!
Un altro dato che ci ha riscaldato il cuore è stato vedere la partecipazione delle più diverse realtà della diocesi e della Corea in generale. Mentre la partecipazione dei sacerdoti diocesani è stata molto ridotta (ma si sapeva già, essendo domenica…), i religiosi/e hanno invece risposto molto bene.
C’erano suore di varie comunità, religiosi dei Salesiani, dei Francescani Missionari (un Istituto radicato qui a Daejeon); i Focolarini consacrati; diversi rappresentanti dei Neo catecumenali… e non mancava neppure un nutrito gruppo di Migranti, appartenenti alla locale comunità cattolica dei Migranti “Moyse”, i quali non sanno il coreano, ma hanno partecipato bene lo stesso, fino alla fine. Tutta questa partecipazione ci ha dato la piacevole e grata sensazione di essere ben “radicati” nel tessuto ecclesiale locale!
Il vescovo, Mons. Kim Jong-su Agostino (foto), ha fatto una bella omelia, ripercorrendo le varie tappe della vita di San Giuseppe Allamano, e mettendo in risalto i vari aspetti della sua santità: dall’obbedienza ai suoi vescovi, alla costante ricerca della volontà di Dio, fino alla grande passione missionaria. La gente ascoltava con grande attenzione, e poteva avere la riprova di quanto il vescovo andava dicendo, nel libretto sull’Allamano che avevano ricevuto all’entrare in chiesa.
Alla fine, tutti abbiamo visto un breve video, sempre sulla vita di San Giuseppe Allamano, e abbiamo ascoltato il coro della parrocchia cantare “O Consolata”, in coreano, con grande solennità!
Anche il pranzo si è svolto bene, con grande gioia. Avevamo previsto un centinaio di partecipanti, ma alla fine sono stati abbastanza di più. Poco male, perché l’impresa di catering alla quale ci eravamo affidati aveva fatto le cose con parecchia abbondanza, e non è mancato niente a nessuno.
Alla fine i saluti, gli abbracci, gli arrivederci… e il gran lavoro delle nostre signore per rimettere a posto ogni cosa. Sono davvero ammirabili!
E così abbiamo ringraziato con gioia il Signore per la santità del nostro Fondatore. Ci rimane nel cuore la certezza che adesso lui è un po’ più conosciuto ed amato anche nella nostra diocesi di Daejeon. Come non rendere grazie al Signore anche per questo?
* Padre Diego Cazzolato, IMC, missionario in Corea del Sud.