Il Can. Camisassa fu grande, non solo perché versatile in cognizioni varie, perché esperto moralista, perché profondo in teologia e “teologo colleggiato”, ma perché grande in virtù. E se ciascuno ha da Dio una missione particolare ed in questa deve soprattutto distinguersi, il Can. Camisassa si distinse eminentemente nel posto assegnatogli da Dio. 

Egli fu posto a fianco del Can. Allamano, quale Vice Rettore, Vice Fondatore, Vice Padre, ed in tutto fu suo compagno. Come il Can. Allamano riuscì un perfetto “primo”, il Can. Camisassa non mancò mai di essere un perfetto “secondo”. Ed è appunto in questa sua posizione di “vice”, di “secondo” che il Can. Camisassa ci diede un esempio fulgido di virtù eccezionale.

La congiunzione e fusione di questi due personaggi a noi cari avvenne e si mantenne appunto perché il “secondo” seppe sempre fare sua la volontà ed il desiderio del “primo”.

Il 18 agosto 1923, nel 1° anniversario della morte del Ven. Confondatore, ebbi il pregiato incarico di dire il primo elogio commemorativo del tanto rimpianto scomparso, il Can. Camisassa, alla presenza del Ven.mo Padre Fondatore, Confratelli, Suore ed estranei, nella Chiesa di Sant’Ignazio. Mi ricordo che già allora, in quel mio discorso, sottolineai la fedele attenzione e premura del Vice Fondatore nell’andare incontro alle volontà e disposizioni del Fondatore, prendendosi a cuore tutto quello che più stava a cuore del medesimo.

Mi ricordo che avevo posto in rilievo specialmente quello di cui eravamo stati testimoni oculari: con quanta cura Egli trattava gl’interessi particolari, disponeva del personale, provvedeva agl’individui, in tutto strettamente seguendo le disposizioni, i desideri, le preferenze, i gusti conosciuti del Ven.mo Fondatore.

Con quanta premura si consacrò e sacrificò per il benessere morale e materiale dell’incipiente famiglia delle RR. Suore Missionarie, occupandosi anche dei dettagli come una mamma affettuosa, sapendo che tale era il volere, nella mente e nel cuore, del Ven.mo Fondatore.

Non soltanto mai contrasti o dissensi, ma neppure divergenze o distanze. 

Dove andava, dove batteva il Fondatore, là, era tutto il Vice Fondatore.

Gli era veramente “secondo”, assecondandolo in tutto. (...)

Io non mi riterrei successore del Ven.mo Padre Fondatore, non crederei di compiere il dovere mio verso il “primo”, se non cercassi di compierlo anche verso il “secondo”, il Ven.mo Padre Confondatore. Mi sembra che ciascuno dei Due ci dica a riguardo dell’Altro: se onorate Lui, onorate Me! Tanto furono uniti! (...)

Conviene pertanto sia maggiormente conosciuta e considerata anche la vita del Can. Camisassa, maggiormente nota ed onorata la Sua figura. Se verso il Ven.mo Fondatore ci siamo sforzati di tributare il nostro affetto filiale, dobbiamo pure verso il Ven.mo Confondatore, avente lo stesso diritto, tributare lo stesso dovere. Perciò, con la presente Circolare, stabilisco che anche per il Ven.mo Confondatore si faccia annualmente la commemorazione con un discorso nel giorno anniversario della morte, come si fa per il Fondatore. 

In ultimo, raccomando ciò che però dobbiamo fare per primo: imitare questo preclaro esempio di unione, con la stessa semplicità, fedeltà e disciplina, con la quale il Ven.mo Confondatore fu unito al suo immediato Superiore, il Ven.mo Fondatore. Se anche noi ci manterremo così santamente uniti, saremo da Essi assistiti, come Essi da Dio benedetti, riusciremo con Essi nella nostra impresa che è pur sempre la Loro, riceveremo la corona che Essi meritarono, e ci riuniremo ad Essi nel godimento della ricompensa divina. (Lettera Circolare 21 - Pasqua 1943. Bollettino 6, 1943 pp.10-13)

*Gaudenzio Barlassina è stato Superiore Generale dal 1939 fino al 1949

 

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