Tra un mese la famiglia della Consolata vivrà la gioia della canonizzazione del Fondatore Giuseppe Allamano e abbiamo deciso di prepararci anche con un percorso con quattro video tematici.

La prima delle parole chiave per comprendere la ricchezza della sua vita è "Fraternità". Lo raccontano padre James Lengarin, Superiore Generale dei Missionari della Consolata, suor Lucia Bortolomasi, Superiora Generale delle Missionarie della Consolata, e padre Isaack Gaitani Mdindile, missionario tanzaniano.

Video CAM Cultures And Mission – IMC Torino

“Siamo ormai vicini alla canonizzazione dell’Allamano e per noi c’è un obbligo maggiore di guardare alla sua esemplarità di vita”, ha esordito padre Pietro Trabucco parlando ai formatori riuniti a Roma per il corso di formazione permanente dal 2 al 17 settembre 2024.

Con una profonda comprensione della vita del Fondatore e della missione dell'Istituto, dove ha svolto diversi servizi, compreso quello di Superiore Generale, padre Trabucco che attualmente risiede nella Casa Natale dell’Allamano a Castelnuovo don Bosco, ha focalizzato la sua riflessione sul formatore como testimone. Secondo lui, il testimone è “una persona che può far fede a un fatto per averne diretta conoscenza”. La parola “testimone” deriva sia dal greco che dal latino e significa “ricordarsi, ripensare”.

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Ricordarsi vuole dire “prendere coscienza di qualcosa di sperimentato e non semplicemente di una cosa saputa. Il testimone racconta, manifesta con la sua vita ciò che ha vissuto, non semplicemente quello che sa. Il ricordare è infine portare a conoscenza di altri questa esperienza vissuta, affinché essi possano partecipare e condividerne il contenuto”.

“Un formatore diventa efficace e efficiente nel suo lavoro quando riflette dei valori che lui stesso vive nella propria vita a cui cerca di dare delle risposte”, afferma padre Trabucco citando come esempio San Paolo che, si considera un testimone di Cristo. “Il Beato Allamano si muoveva nella stessa linea di San Paolo”.

Vedi il video realizzato dal Segretariato Generale per la Comunicazione.

I requisiti per essere testimoni

Nel nostro contesto, secondo padre Trabucco, “il formatore IMC deve essere testimone di Cristo, dei valori del carisma dell’Allamano, del sacerdozio, delle esigenze della missione. Tutte realtà che fanno parte della nostra vocazione e che noi abbiamo vissuto e che vogliamo comunicare anche ad altri. Chi è chiamato ad essere guida di giovani deve avere avuto una esperienza di familiarità con Cristo e della sua sequela, deve cibarsi costantemente di tutti gli elementi carismatici che lo Spirito ci ha donato per mezzo di Giuseppe Allamano”.

Giuseppe Allamano e la testimonianza

“Dopo aver fondato i due Istituti, Giuseppe Allamano si è subito preoccupato che i missionari avessero l’equipaggiamento necessario, fino al punto che i temi delle sue conferenze erano quasi totalmente dedicate a questo”, ha ricordato padre Trabucco. Nelle sue conferenze ai missionari, diceva: “Prima riempiamo la conca della nostra vita e in secondo luogo, nel lavoro missionario, noi daremo a piene mani ciò di cui il nostro cuore è pieno”.

Il cuore del missionario potrà sostenere il ritmo incalzante della missione “soltanto se viene ossigenato e trae forza dall’amore, dalla spiritualità, dalla qualità di vita”, i tre primati su cui si basava la pedagogia missionaria dell’Allamano.

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Il formatore IMC oggi

“Il formatore nell’Istituto” è stato il secondo tema presentato da padre Trabucco. “L’Istituto ha scelto di rimanere unito e interdipendente (non diviso in province). Pertanto, tutte le nostre comunità sono generalmente formate da confratelli di estrazioni diverse. L’interculturalità è ricchezza e sfida, crea opportunità di crescita ma ci costringe a rivedere tante nostre idee. In questi anni il tema dell’interculturalità è stato discusso e approfondito molteplici volte. È di fondamentale importanza per noi”, ha spiegato il relatore.

Parlando sulla realtà dell’Istituto, padre Trabucco ha ricordato che viviamo “un’evoluzione continua di mentalità sociale che plasma soprattutto le giovane generazioni. Questa realtà, sta viaggiando veloce sui mezzi di comunicazione e influenza le generazioni giovani. In questa società liquida (Zygmunt Bauman) ai formatori dell’Istituto è dato il compito di accompagnare i giovani a formarsi allo spirito di Giuseppe Allamano, in una Chiesa anch’essa in costante trasformazione ma che si sforza di portare il Vangelo di Gesù a tutti i settori della società”.

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In fine, per sviluppare il tema, padre Trabucco ha proposto di soffermarsi su due esempi di ispirazione per il nostro lavoro formativo: quello di Gesù e quello del nostro Padre Fondatore.

Gesù è Maestro e formatore dei suoi discepoli. Dal Fondatore, padre Trabucco ha ricordato quattro aspetti importanti per i formatori: “1. Saper accompagnare la persona del giovane in maniera integrale, in tutti i suoi aspetti di vita; 2. Il bisogno di una spiritualità robusta per essere guida; 3. Investire sullo spirito di famiglia e il senso di appartenenza all’Istituto; 4. Promuovere la fedeltà al carisma nelle nostre comunità interculturali”.

* Padre José Martín Serna, IMC, maestro di novizi a Manaus e padre Jaime C. Patias, Segretariato per la Comunicazione.

“Carisma e Formazione: l'Allamano e la formazione oggi” è stato il tema presentato questo mercoledì 5 settembre 2024, dal Postulatore dell'Istituto della Consolata, padre Giacomo Mazzotti, al corso di formazione permanente per formatori che si svolge a Roma. Il corso promosso dal Segretariato Generale per la Formazione riunisce dal 2 al 17 settembre, presso la Casa Generalizia, 13 formatori provenienti da Africa, Europa e America Latina.

Il coordinatore di turno, padre Ernesto Viscardi, ha presentato padre Giacomo Mazzotti “come un missionario ardente e appassionato che ha consumato il suo zelo missionario nella Repubblica Democratica del Congo, servendo l'Istituto come direttore della rivista ‘Amico’ e nella comunità di Porta Pia a Nomentana, Roma”. Nel 2018 ha assunto l'Ufficio della Postulazione presso la Casa Generalizia e da allora sta portando avanti la Causa di canonizzazione del Beato Giuseppe Allamano, il Fondatore dei Missionari della Consolata.

Padre Giacomo ha concentrato le sue riflessioni sui seguenti temi: Il Fondatore come formatore, educatore e Padre dei missionari; tre principi che hanno guidato e caratterizzato la formazione dell'Allamano; gli atteggiamenti specifici derivati da questi principi e due strumenti importanti di trasmissione dello spirito e del carisma IMC nelle nostre case di formazione oggi.

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 Partecipano al corso presso la casa Generaliziaa Roma, 13 formatori provenienti dall'Africa, dall'America e dall'Europa.

“L'Allamano ha trascorso tutti i suoi anni come formatore ed educatore di sacerdoti, incaricato della loro direzione spirituale, ma anche come direttore del Convitto Ecclesiastico, scuola che si occupava della formazione dei giovani sacerdoti”, ha affermato padre Giacomo e ha sottolineato che “rinnovando il Santuario della Consolata, l'Allamano ha rinnovato il centro di spiritualità della città di Torino. Il Santuario è diventato il centro di formazione spirituale mariana, dove l'Allamano ha ricevuto anche l'ispirazione per formare sacerdoti per le missioni”.

20240906Giacomo6Secondo padre Giacomo, “l'Allamano non abbandonò mai questa ispirazione e il sogno di diventare formatore ed educatore di missionari, poiché poi il suo sogno divenne realtà quando fondò il nostro Istituto missionario”.

Questo aspetto del Fondatore come formatore ed educatore del clero è ben evidenziato nella letteratura su questo tema; prima di tutti, padre Lorenzo Sales, con “La vita spirituale” che è la fonte di tutti gli studi e pubblicazioni successive. Seguono, poi, i padri Gottardo Pasqualetti (Pedagogia del Fondatore), Mario Bianchi (il Fondatore come formatore), Francesco Pavese (formazione al Carisma dell'Istituto).

Padre Giacomo ha insistito sul fatto che il Fondatore non ha mai inteso la formazione come un modo per riempire un contenitore vuoto, ma come la strada maestra per aiutare i suoi futuri missionari a tirare fuori le loro forze e potenzialità e a orientarle nella giusta direzione. L'Allamano era informato dalle situazioni e dalle realtà che circondavano “i candidati”. In questo senso, il Postulatore ha esortato i formatori “a conoscere bene le circostanze, le situazioni e la realtà di ciascuno dei loro studenti, proprio come faceva l'Allamano.

Per quanto riguarda i principi fondamentali che hanno caratterizzato l’Allamano formatore, padre Giacomo ne ha delineati tre: “L'attenzione alla realtà degli studenti e della situazione sociale, storica e culturale in cui vivevano; l'attenzione a ogni candidato in persona e, infine, ma non meno importante, “la sua presenza” amorevole e costante. L'Allamano ha saputo così unire la chiarezza e la solidità dei grandi principi del suo carisma missionario alla personalità dei suoi allievi, spesso fragile, incerta e talvolta incostante. Questo perché ognuno di loro, con un itinerario personalizzato, potesse raggiungere il fine principale del nuovo  Istituto e, cioè, la santità missionaria: “Prima santi e poi missionari”.

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Per quanto riguarda l'attenzione a ogni candidato in prima persona, padre Giacomo ha spiegato che “il Fondatore aveva ben compreso che ogni persona è unica e ha i suoi bisogni particolari che devono essere guardati a livello personale, senza generalizzare. Egli prestava attenzione a ogni missionario per aiutarlo a superare le sue debolezze, correggerlo e aiutarlo a raggiungere l'ideale della sua vocazione. Voleva essere vicino a ciascuno per scoprire le capacità di ognuno e aiutarli a sfruttarle e a svilupparle per l'obiettivo ideale della missione. È così che ha mostrato la sua paternità nei loro confronti.

Padre Giacomo ha osservato che, anche se l'Allamano non “abitava materialmente” alla “Consolatina”, con le prime reclute, fu soprattutto presente, ogni domenica, con le sue famose “Conferenze”, a cui rimase fedele per 25 anni, fino alla morte. Furono questi incontri domenicali, con i missionari e le suore, il principale “momento formativo”, atteso, desiderato e conservato anche per i posteri, attraverso le trascrizioni accurate e precise di alcuni allievi.

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Il Postulatore ha concluso il suo intervento presentando due strumenti utili, da utilizzare dai formatori IMC per trasmettere lo spirito del Fondatore. E sono i due volumi, tradotti già nelle principali lingue dell’Istituto: “Così vi voglio” curato da padre Francesco Pavese e suor Angeles Mantineo (una ‘riedizione’, aggiornata, attuale e… chiara della Vita Spirituale; e poi “Lettere ai missionari e missionarie della Consolata”, di padre Igino Tubaldo: un volume il cui valore pedagogico e formativo è stato “riscoperto e illustrato” da padre Antonio Bellagamba.

Due preziosi tools di lavoro che non dovrebbero assolutamente mancare nella biblioteca di ogni formatore e formatrice missionari e missionarie della Consolata.

* Padre Josephat Mwanake, IMC, Comunità Formativa Porta Pia di Roma.

Suor Felicita Muthoni, missionaria della Consolata del Kenya, ha condiviso la vita con il popolo Yanomami, nella missione di Catrimani. Attualmente vive in Italia e si occupa di animazione missionaria.

Racconta con emozione il grave incidente accaduto a Sorino Yanomami, aggredito da un giaguaro. I primi soccorsi la preghiera al Beato Giuseppe Allamano, fondatore dei missionari e missionarie della Consolata. L'esperienza della guarigione miracolosa, con la carità e attenzione straordinari delle sorelle in Boa Vista a Roraima, che hanno accompagnato Sorino nella lunga e delicata degenza, affidandolo all'intercessione del Beato Allamano.

La guarigione di Sorino è stata riconosciuta miracolosa dalla Chiesa cattolica riconoscendo l'intercessione del Beato Giuseppe Allamano. Per questo riconoscimento ufficiale, il sacerdote torinese sarà canonizzato il 20 ottobre 2024 da Papa Francesco.

* Video realizzato dall'equipe di comunicazione per la canonizzazione

Il 01 luglio 2024, il Santo Padre, Papa Francesco, ha annunciato la data prevista per la canonizzazione del Beato Giuseppe Allamano. Si tratta del 20 ottobre 2024. Sia la data che il mese in cui il Fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata sarà canonizzato sono di inestimabile importanza.

Ottobre, mese delle missioni e del rosario

Ottobre ha un significato speciale nella Chiesa: è il mese delle missioni e la missione è la ragion d'essere della Chiesa che esiste per evangelizzare. Durante il mese delle missioni si intensifica l'animazione missionaria, ci uniamo tutti in preghiera e facciamo sacrifici e donazioni per le missioni, perché vogliamo che il Vangelo sia annunciato in tutto il mondo.

Perché il Beato Giuseppe Allamano sarà canonizzato nel mese delle missioni? Egli fu un uomo di missione con la bocca, la mente e il cuore e promosse molto l'evangelizzazione dei popoli al di fuori della sua chiesa locale, del suo Paese e del suo continente. Convinto dell'importanza di questo compito, fondò i due istituti missionari al servizio dell'evangelizzazione prima in Africa e poi in altri continenti.

La sua canonizzazione, che proclama la santità di un sacerdote che ha promosso l'urgenza della missione nella Chiesa, è un'occasione preziosa per sensibilizzare sull'importanza della missione nella vita della nostra Chiesa.

A questo dobbiamo aggiungere che ottobre è anche il mese del rosario. Anche il beato Giuseppe Allamano, che era un devoto della Vergine Maria con il titolo di Consolata, aveva una forte devozione per il rosario. Del rosario diceva: “È la migliore meditazione sulla vita del Signore e di Maria” (Così vi voglio N. 169).

Il 7 ottobre 1990, 34 anni fa, il Beato Giuseppe Allamano veniva beatificato da Papa Giovanni Paolo II. Era un altro mese di ottobre e Giovanni Paolo II lo riconobbe con queste parole: “Santo della Consolata, padre provvidente, formatore e maestro del clero, sacerdote per il mondo” (Così vi voglio, pag. 20).

20 ottobre, Domenica Missionaria Mondiale

Il 20 ottobre la Chiesa celebrerà anche la Giornata Missionaria Mondiale: in questo giorno i fedeli sono incoraggiati a contribuire spiritualmente e materialmente all'opera di evangelizzazione della Chiesa. Il Beato Giuseppe Allamano ha trascorso gran parte della sua vita svolgendo questo lavoro con la sua chiesa locale di Torino, motivo per cui ha fondato i suoi due Istituti missionari. Canonizzarlo in occasione della Giornata Missionaria Mondiale significa riconoscere il suo contributo indelebile all'evangelizzazione dei popoli, e un'occasione per continuare a sensibilizzare la Chiesa sull'importanza della missione ad gentes oggi. L'urgenza di annunciare Gesù Cristo a persone che non lo conoscono o che sono indifferenti al suo messaggio di salvezza non è meno importante oggi di quanto lo fosse ai tempi del Beato Giuseppe Allamano.

Giuseppe Allamano, il santo della missione ad gentes

La missione ad gentes ha sempre caratterizzato il pensiero di Giuseppe Allamano. Ai suoi missionari, da lui fondati per l'evangelizzazione dei popoli, insisteva sul fatto che la santità era la ragion d'essere della loro vocazione missionaria e la “conditio sine qua non” per riuscire a evangelizzare secondo il cuore di Gesù: “Il fine primario dell’Istituto, è la santificazione dei membri e la conversione dei popoli (…) Sbaglierebbe chi dicesse: «Sono venuto per farmi missionario e basta!». No, non basta affatto. Non bisogna cambiare i termini: prima la nostra santificazione, poi la conversione degli altri (Così vi voglio N. 3). Grazie al carisma ad gentes che i Missionari e le Missionarie hanno ereditato dal loro santo Fondatore, oggi sono sparsi in varie parti del mondo e dal loro lavoro sono nate diverse chiese locali in Africa, America e Asia.

* Lawrence Ssimbwa, IMC, parroco di San Martin de Porres a Buenaventura, Colombia.

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