XVIII Domenica TO

Pubblicato in Domenica Missionaria
{mosimage}

Dopo due anni di predicazione Gesù inizia la seconda fase della sua vita pubblica. Gesù, che ha poco più di trent’anni, si incammina verso Gerusalemme, pienamente consapevole che là si compirà la sua passione e la sua morte. Il capitolo 14 del vangelo di oggi si apre infatti con l’annuncio che Erode Antippa aveva fatto decapitare Giovanni Battista. È il segno premonitore della campagna d’odio che va crescendo anche attorno a Gesù. Erode Antippa, degno figlio di Erode il Grande, ubriaco e infatuato della danza della figlia di Erodiade, istigato dai farisei, vede in Gesù un “Giovanni” redivivo. E Gesù si rifugia al di là del Giordano, fuori dalla giurisdizione di Erode e al riparo di quel clima di mafia e criminalità.


Rattristato dalla morte del cugino Giovanni, cerca anche un po’ di solitudine, appartato dalla folla che non lascia nemmeno il tempo di mangiare né a lui, né ai discepoli. Ma la folla di buon mattino, intuita la direzione, per via terra aggira il lago, passa il fiume Giordano e raggiunge Gesù presso Betsaida, avida di ascoltare la Parola.

E Gesù, di buon mattino, sceso dalla barca e vista la folla, osserva Matteo, si commosse fino alle viscere. Una compassione rivolta ai corpi malati, ma soprattutto una compassione spirituale perché, scrive Marco, si trovava di fronte a pecore senza pastore.

E si mise ad insegnare loro molte cose. La folla non si stancava e non si staccava e si fece sera. Gli apostoli, pescatori e uomini pratici, preoccupati pensarono di far presente a Gesù la situazione: “Maestro, è tardi, siamo isolati. Licenzia la folla perché possa raggiungere il vicino villaggio in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti”. Ma Gesù, provocatoriamente, disse loro: “Date voi stessi da mangiare”. E gli apostoli: “Ma ti rendi conto di ciò che ci chiedi? Che scherzo è questo? Abbiamo solo cinque pani e due pesci. Che cosa sono per più di cinquemila uomini, senza contare donne e bambini. Non bastano nemmeno duecento denari per 4.800 porzioni”.

Tutt’intorno si stendeva a perdita d’occhio la prateria in pieno rigoglio primaverile; sembrava un mare di verde ondeggiante. C’era molta erba, fa notare l’evangelista Giovanni, quasi a rimarcare l’attenzione di Gesù per un posto accogliente. Con vera tattica logistica, gli apostoli, dubbiosi ma fiduciosi, predispongono la folla a gruppi di cinquanta e cento, per rendere più facile un conteggio e più agevole una distribuzione. Uno sterminato giardino di aiuole, aiuole viventi.

Come il padre di famiglia nella cena pasquale giudaica, Gesù prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi, pronunziò la preghiera di ringraziamento, spezzò i pani, li diede ai discepoli e questi li distribuirono ai gruppetti. E tutti ne mangiarono a sazietà e degli avanzi ne furono raccolte dodici ceste.

Il prodigio non poteva fare a meno che richiamare alla mente di quegli ebrei la manna di Mosè nel deserto, il pane e l’olio di Elia che aumenta miracolosamente, il pane celeste portato da un corvo allo stesso profeta. Non ci voleva altro per mandare in visibilio la folla che esclamò: “Questi è veramente un profeta, il Messia che aspettiamo”.

Un fatto nei vangeli, unico, eccezionale, carico di significato. Un miracolo che deve aver inciso profondamente l’animo degli apostoli e delle prime comunità cristiane. Un fatto descritto variamente per ben sei volte in Matteo, Marco, Luca e Giovanni.

La pasqua giudaica era vicina: la sera imminente, la prateria in pieno rigoglio primaverile, la folla seduta. Natura in fiore, data pasquale, ora tarda, atteggiamento conviviale, tutto ciò nel linguaggio simbolico di Giovanni prelude al mistero pasquale e al convito eucaristico. E così, dopo il lungo discorso d’addio, Gesù nell’ultima cena riprende quegli stessi cinque gesti: prese il pane, alzò gli occhi, rese grazie, lo spezzò, lo diede: “Prendete e mangiatene tutti”.

Cinque gesti compiuti la prima volta davanti alla folla, cinque gesti ripetuti nel cenacolo per gli apostoli, cinque gesti ripresi dal sacerdote nell’assemblea eucaristica e tutti ne mangiano e ne sono sazi.

“Voi date loro da mangiare”. L’invito di Gesù è una trasmissione di potere che assume il suo pieno significato nell’ultima cena, quando Gesù dice agli apostoli: “Fate questo in memoria di me”. Non in mia memoria, ma in memoria di me: memoria viva, personalizzata. Non è un memoriale di un evento storico come la pasqua ebraica. È una memoria efficace che non rappresenta ma ci rappresenta sacramentalmente il Cristo nel suo mistero pasquale.

“Fate questo in memoria di me”. Un invito ed un gesto che sovente ripetiamo quasi inavvertitamente. Eppure è la fonte del nostro sacerdozio, la motivazione gioiosa della nostra giornata. Sfuggendo al puro ritualismo entriamo nel mistero della fede: facendo di Lui memoria rendiamo grazie, offriamo, conviviamo.

“Parigi val bene una messa” disse abiurando Enrico IV, e noi possiamo dire pieni di fede: una messa ben vale un giorno in più, anche se sofferto.

Come la folla attorno a Gesù, anche noi viviamo la nostra messa con passione e Gesù avrà di noi compassione. Ci aiuti la Vergine Madre che per prima accolse il figlio di Dio e per prima lo fece suo.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:12
Altro in questa categoria: XVII Domenica TO »

Gli ultimi articoli

XXV Domenica del TO / B – “Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti”

18-09-2024 Domenica Missionaria

XXV Domenica del TO / B – “Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti”

Sap 2,12.17-20; Sal 53; Giac 3,16-4,3; Mc 9,30-37 La prima Lettura, come il Vangelo hanno in comune il tema della passione...

I formatori concludono il corso nella memoria di Suor Leonella, martire

18-09-2024 I missionari dicono

I formatori concludono il corso nella memoria di Suor Leonella, martire

Il corso di formazione permanente per i formatori che si è svolto a Roma dal 2 settembre, si è concluso...

Padre Pietro Trabucco: Il formatore testimone

18-09-2024 I missionari dicono

Padre Pietro Trabucco: Il formatore testimone

“Siamo ormai vicini alla canonizzazione dell’Allamano e per noi c’è un obbligo maggiore di guardare alla sua esemplarità di vita”...

Giornata Mondiale della Gioventù: il Messaggio di Papa Francesco

18-09-2024 Notizie

Giornata Mondiale della Gioventù: il Messaggio di Papa Francesco

Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi (cfr Is 40,31) “Viviamo tempi segnati da situazioni drammatiche, che generano disperazione e impediscono...

Percorso spirituale 4: “Il Fondatore e lo spirito di famiglia”

17-09-2024 Allamano sarà Santo

Percorso spirituale 4: “Il Fondatore e lo spirito di famiglia”

“La Famiglia è il nostro modo di essere, di vivere ed operare come Missionari e Missionarie della Consolata. È un...

Visione ecclesiale sulla formazione dei consacrati

16-09-2024 I missionari dicono

Visione ecclesiale sulla formazione dei consacrati

“La vita consacrata è un segno visibile dell'azione dello Spirito Santo nella vita della Chiesa che di fronte a una...

Formazione: la motivazione e l’affettività

13-09-2024 I missionari dicono

Formazione: la motivazione e l’affettività

I formatori riuniti a Roma per il corso di formazione permanente, questo martedì 10 settembre, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi...

Il Papa ai giovani di Singapore: siate coraggiosi, uscite dalle comfort zone

13-09-2024 Missione Oggi

Il Papa ai giovani di Singapore: siate coraggiosi, uscite dalle comfort zone

Francesco, come ultimo appuntamento del viaggio apostolico in Asia e Oceania, incontra i ragazzi di diverse fedi al Catholic Junior...

Kenya. Mons. Muheria sulle proteste dei giovani

13-09-2024 Notizie

Kenya. Mons. Muheria sulle proteste dei giovani

«La violenza non va bene, ma gridano contro la corruzione e per avere un futuro». Monsignor Anthony Muheria, arcivescovo metropolita...

onlus

onlus