Attorno alla Parola: Festa di Ognissanti

Pubblicato in Domenica Missionaria
{mosimage}I santi sono un dono che Dio fa all’umanità: sono stati un dono quando erano su questa terra, pensate a Madre Teresa o a P. Pio, e sono un dono ora che sono in paradiso. Con la loro intercessione ci aiutano nelle difficoltà, a volte con miracoli. Con il loro esempio ci indicano come fare il bene e sopportare i dolori. Con il loro ricordo ci danno la speranza di raggiungerli nella felicità del cielo, come diciamo nella santa messa.

Gli ultimi due Papi, superando i cinquecento santi di Dante, hanno affollato il paradiso di oltre mille nuovi santi.

Il grande drammaturgo degli anni giovanili, Carol Wotila, fatto Papa, vuol presentarci sulla scena ogni piccolo o grande attore della vita cristiana, quasi per dirci: Essere santi non è una cosa dell’altro mondo od uno sport riservato a grandi atleti. Essere santi è possibile ad ogni cristiano. Fa parte della vita normale di chi vuol essere un buon cristiano. Coraggio, sembra dirci il Papa, un po’ di buona volontà, un pizzico di generosità, una vita onesta ed eccoti santo. anche se non ci proclamerà santi il Papa, in paradiso possiamo arrivarci tutti. Avanti, dunque, c’è posto per tutti; non vi è numero chiuso, non vi sono poltrone di favore.


E su questa terra, in lista di attesa più o meno lunga; vi sono molti che tra noi che meritano di entrare nella felicità del paradiso. Non li possiamo individuare, ma li possiamo incontrare dovunque nella vita.

Sono quelle persone che in questa società sempre più corrotta, sempre più a luci rosse, sempre più egoista, sanno mantenere vivo nell’animo il desiderio di essere buoni.

Sono quelle persone che sanno essere oneste in una tangentopoli ramificata ad ogni livello e sanno sottrarsi alla piovra del consumismo, vivendo con semplicità e sobrietà.

E di santità si può parlare assistendo a tanti gesti di generosità verso i poveri, osservando tanti volontari dediti a chi è più sofferente o emarginato dalla società?

E tutta questa bontà di animo è espressione di vera santità che a volte solo la morte riesce a mettere in evidenza ed a premiare con la felicità del paradiso.

E Gesù, messosi a sedere, disse alle folle e ai discepoli suoi:

Beati voi, cioè santi sarete voi, se saprete condividere le situazioni del povero, dell’escluso, del sofferente.

Beati sarete voi, cioè santi sarete voi, se nella purezza del matrimonio saprete gustare la sacralità del corpo umano e vedere e rispettare l’immagine di Dio nel frutto del vostro amore dal primo istante del concepimento e crescerlo sano fino alla piena maturità.

Beati sarete voi, cioè santi sarete voi, se saprete essere operatori di pace nella famiglia e nella società.

Rallegratevi ed esultate perché se così farete grande sarà la vostra ricompensa nel regno dei cieli.

Amerigo Vespucci, arrivando alle Americhe, nominò il primo approdo “Baia di tutti i santi”. Ogni mattino pregava con fiducia il santo del giorno e a lui dedicava il luogo scoperto: capo san Rocco, isola di san Sebastiano, porto san Vincenzo e così via.

Giovanni Paolo II, nel suo approdo in Brasile, proclamava: Il santo ha la capacità di risvegliare in noi il senso di Dio, la capacità di tener vivo il desiderio del cielo, lo stimolo ad essere di aiuto agli altri.

E prima di tutti la Madonna, regina di tutti i santi, ci aiuta nelle difficoltà e ravviva il desiderio del cielo e ci promette di farci felici in cielo.
Ultima modifica il Sabato, 07 Febbraio 2015 21:54

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